La moneta complementare
Le monete complementari come strumento di rilancio delle economie locali
Rocco Michele Renna
Le valute complementari sono strumenti di commutazione con cui è possibile scambiare beni e servizi affiancando il denaro ufficiale, rispetto al quale sono, appunto, complementari. Solitamente le valute complementari non hanno corso legale e sono accettate su base volontaria: ciò contribuisce al loro aspetto identitario, cioè al loro identificare la comunità all’interno della quale sono usate alla stregua dei vantaggi di una tessera associativa.
Un sistema di valuta complementare è infatti accettato e utilizzato all’interno di un gruppo, di una rete, di una comunità per facilitare e favorire lo scambio di merci, la circolazione di beni e servizi all’interno di quella rete sociale, rispetto al resto della comunità.
Dalla nascita della moneta essa, seppur cambiando forma, ha mantenuto le sue caratteristiche fondamentali ed è stata sempre alla base della nostra economia. Tuttavia, in una situazione come quella in cui ci troviamo oggi, dove, da un lato, le piccole e medie imprese sono in difficoltà per la carenza di credito (-116 miliardi di crediti dal 2012 al 2018 secondo Bankitalia) e molte famiglie faticano ad arrivare a fine mese, si sente il bisogno di trovare una soluzione per ridare ossigeno alle economie dei territori depressi, come ad esempio il Mezzogiorno d’Italia.
La moneta è l’insieme di tutto ciò che, in un dato Paese e in un dato periodo, è accettato come mezzo di pagamento, e usato quindi come intermediario degli scambi, misura dei valori e riserva di valore. La moneta è, in generale, uno strumento accettato da tutti per il pagamento di beni e/o servizi o nel rifondere i debiti. Essa può essere un qualunque oggetto il cui valore sia riconosciuto da tutti gli utilizzatori.
Differenze tra moneta ufficiale e moneta complementare: il corso su base volontaria, che si distingue dal corso legale della valuta nazionale, riconosciuta dall’autorità statale come mezzo di pagamento.
La presenza di incentivi alla circolazione, che possono realizzarsi come un costo per chi tiene ferma la moneta troppo a lungo o addirittura una vera e propria “data di scadenza”, limitando così la funzione della moneta a mezzo di pagamento ed evitando la stagnazione dell’economia.
Il profilo spiccatamente locale, che fa sì che la ricchezza prodotta rimanga in loco invece di uscire dal contesto locale per prendere il volo verso paradisi fiscali. Inoltre la limitazione della circolazione a livello locale della valuta complementare contribuisce a proteggere le comunità locali dagli effetti dell’instabilità finanziaria che si genera a livello nazionale o internazionale.
Le monete complementari nell’antichità: sin dai tempi degli antichi Greci e fino alla metà del 1800, nel mondo sono esistite una pluralità di monete. Gli ebrei, ad esempio, utilizzavano tre tipi di monete: il “siclo” per le attività religiose e per le transazioni che avevano a che fare col tempio, una moneta d’oro per lo scambio con altri popoli e una moneta di materiale più povero per il piccolo commercio locale.
Allo stesso modo, nella Grecia antica vi era una netta distinzione tra moneta locale, tipicamente in bronzo e utilizzata per gli scambi all’interno dell’agorà, e moneta esterna, d’argento e utilizzata nel commercio estero.
Questa convivenza tra più monete si è conservata nei secoli, fino e oltre la nascita della cartamoneta nel diciottesimo secolo. In tutto questo periodo l’oro è stata la moneta prevalente per gli scambi con l’estero, con brevi periodi in cui è stato invece l’argento a ricoprire questo ruolo. Con riguardo al commercio locale, coesistevano due monete, la moneta d’argento di maggior pregio e potere d’acquisto, e quella di rame o bronzo, dalla capacità d’acquisto limitata e utilizzata soprattutto dai ceti poveri.
Nel passato, dunque, esistevano monete diverse per scopi diversi.
La progettazione di una moneta complementare: nella progettazione di una moneta complementare bisogna considerare 4 diversi aspetti. 1. il mezzo di supporto utilizzato; 2. la funzione che si vuole attribuire alla moneta; 3.il processo di emissione; 4. il meccanismo di recupero dei costi.
I supporti delle monete complementari. I supporti utilizzati per l’emissione e la gestione di monete complementari possono essere identificati nei seguenti tipi.
-Moneta merce: La moneta merce ha assunto nella storia una grande varietà di forme. Per secoli, le società hanno usato con successo sale, uova, tessuti e altri oggetti come valute di scambio. In tempi più recenti, durante la seconda guerra mondiale, nei campi di concentramento le sigarette venivano usate come valuta dai prigionieri. Oggi, la moneta di carbone di Osaka rappresenta un esempio contemporaneo di moneta merce.
-Banconote e monete: Sono il tipo di moneta più comune e familiare ai giorni nostri. La loro popolarità è dovuta ai bassi costi di produzione, alla facilità di trasporto e alla comodità nel maneggiarle. D’altro canto queste possono essere più facilmente contraffatte.
-Supporti elettronici: I mezzi elettronici comprendono le smartcards, dapprima utilizzate come borsellini elettronici, denaro elettronico e poi, negli ultimi anni, usate come carte di credito.
Il Partito Meridionalista, tra le sue tante iniziative, ha sposato questa iniziativa e, fra i tanti suoi progetti, intende proprio realizzare il progetto della moneta complementare per risollevare le sorti del Sud.
Enrico Fratangelo, Sindaco del comune di Castellino del Biferno (Campobasso) in Molise ha sfruttato proprio la possibilità di stampare moneta complementare, contro la crisi economica da coronavirus e il disagio delle famiglie meno abbienti del paese, il Comune del Molise Castellino del Biferno conia una moneta comunale: il «ducato» riecheggiando Re Ferdinando II di Napoli ed è pronto a varare il «Borbone bond».
A Montesilvano (Pescara) si utilizza lo “Scec” (solidarietà che cammina), il circuito di scambio di una moneta complementare generata senza debito e convertibile.
La sede è operativa in via Marrone 11, dove si snoda l’attività dell’associazione di promozione sociale “Diventare Cittadini Attivi” che opera da circa un anno nella cittadina adriatica, promuovendo, attraverso la stimolazione dell’economia civile, della partecipazione sociale e della cittadinanza attiva, progetti finalizzati alla riqualificazione socioculturale dei quartieri.
Così in tante altri comuni come Napoli ecc. questo potrebbe essere un buon mezzo per alleviare la crisi di liquidità del denaro ma non la panacea di tutti mali naturalmente, però è un primo passo per l’economia disastrata di questo periodo malsano.
Parafrasando Neil Armstrong, nel compiere il primo passo sulla superficie lunare, 21 luglio 1969, questo è un piccolo passo per l’economia dei piccoli e grandi comuni ma un grande balzo per risollevare l’economia del Sud e di conseguenza dell’Italia.
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