Recovery Fund: ultima puntata!?
Non è né la puntata al casino con le classiche fiches. né quella di una telenovella. E che le notizie contrastanti. gli alti e bassi, si sono susseguiti di continuo. Finalmente una linea ed ancora tante dichiarazioni, pareri, giudizi.
Gianvito Pugliese
Nei giorni scorsi si sono fronteggiare non due ma tre fazioni. I paesi più autorevoli Francia e Germania con la proposta di un Recovery Fund di 500miliardi, a metà aiuti ed a metà prestito a lungo termine e tasso irrisorio, i paesi “frugali”, Austria, Danimarca, Paesi Bassi e Svezia, interpretandolo come un fondo di emergenza, temporaneo ed una tantum, limitato a due anni, ed a ribasso nell’entità, e l’Italia, che. con Spagna, ed altri paesi del sud europa, chiedevano fermo restando la proposta Macron-Merkel, di alzare l’asticella del quantum a mille miliardi, Il risultato è che la proposta della commissione al consiglio europeo, la prima cosa seria ed attendibile, fa propri requisiti e condizioni come indicate da Francia e Germania e fatte proprie dall’Italia e gli altri Paesi del sud, mentre l’asticella dell’importo globale si alza raggiungendo una via di mezzo, cioè a 750 miliardi. All’Italia, peraltro, viene assicurata la fetta maggiore pari a 82 miliari di aiuti e 91 di prestiti.
Conte esulta, a ragione, e con lui la maggioranza. Se qualcuno in quell’ambito l’ha presa male si guarda bene dal mostrarlo, perlomeno in pubblico. L’opposizione diventa improvvisamente aristotelico-tomistica: “Ci crederemo quando li vedremo”. I Paesi del nord, cioè “i frugali”, sono ancora restii.
Le opinioni di Paolo Gentiloni, commissario Europeo all’Economia, sono riassunte nel “Dall’Ue grande opportunità per l’Italia”, ed ha aggiunto “Ma debito italiano va tenuto sotto controllo’. Più dettagliatamente si è così espresso:” Credo che per l’Italia ci sia una grande opportunità ma anche responsabilità, perché l’Italia non avrà tante opportunità di investimenti di questa natura nei prossimi anni” ed ha proseguito: “La direzione giusta credo sia quella di affrontare alcune emergenze come la sanità, il lavoro e quella di puntare sui grandi temi su cui punta la Commissione, come la transizione verde e quella digitale”. Quanto alla necessità che il debito sia tenuto sotto controllo ha continuato precisando: ” Adesso dobbiamo spendere ma nel medio-lungo periodo dobbiamo mettere il debito in un percorso più gestibile, perché altrimenti rischiamo tra qualche anno di trovarci in difficoltà”.
La parola passa al Consiglio Europeo. Non dovrebbero esserci novità. Non è solo importante che quel risultato lo si consegua, è necessario farlo in tempi brevissimi. Di tempo se ne è perso anche troppo.
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