Si spreca troppo cibo
Ovviamente in copertina il celebre quadro di Renato Guttuso “Vucciria a Palermo! Sembra assurdo, ma nonostante la recessione, e i crescenti bisogni dele famiglie italiane, continuiamo a sprecare troppo cibo. Non per nostra volontà ma è tutta la filiera che così com’è non funziona
Maria Catalano Fiore
Sembra strano, ma nonostante le economie familiari, e la mancata crescita dei redditi, si continua a sprecare cibo, anche se la colpa non è individuale, almeno non del tutto.
A fine anno le statistiche affermano che avremo buttato una buona quantità di cibo. A fornire questi dati è il “Fondo sostenibile indicativo” realizzato molto tempo fa dalla fondazione Barilla.
I Ristoranti ancora di più per tutto l’invenduto ed il calo in conseguenza delle restrizioni.
Nonostante mangiare in casa abbia generato un consumo più attento del cibo, questo è dipeso molto dalle donne o dalla presenza di persone più anziane che hanno rimesso in uso le buone, e più economiche, ricette di una volta. Al maggior ed accurato utilizzo di verdura e frutta riciclata in minestroni, zuppe o macedonie. Ma questo comportamento “virtuoso” resterà o no?
Le restrizioni nei supermercati hanno di fatto portato un calo di vendita e consumo di merendine, biscotti e bevande gasate a favore di farina e zucchero per produrre i tradizionali ciambelloni o altro, ed è proprio la grande distribuzione o nelle mense, dove spesso è conservato male o già scaduto. In queste strutture c’è anche un maggior consumo di energia per celle frigorifere ed altro.
E’ calato l’uso delle carni pregiate a favore di seconde scelte, frattaglie, polli e conigli. Cosi come per il pesce, si sono riscoperte sardine, alici e sgombri al posto di orate e sogliole o altro.
Ma nonostante tutto cresce la soglia di povertà rispetto al passato. Gente che ha dovuto chiudere piccole attività e visto capovolgere la propria situazione finanziaria e che nel giro di poco tempo si è trovata in situazioni di assoluta indigenza. Pensionati che vivevano dignitosamente, ma si sono visti decurtare i loro introiti da rincari su bollette, ticket farmaceutici o altro. Persone che per curarsi hanno speso per visite private, perché impossibilitato l’accesso nelle strutture mediche nazionali. Ma non si è morti di solo Covid 19, spesso per trascuratezza di diagnosi opportune e quindi di cure idonee.
Tornando agli sprechi alimentari i motivi sono diversi.
Mancata raccolta in agricoltura: costo della manodopera, manodopera extra comunitaria sottopagata ed alla fine prodotto deprezzato sul mercato all’ingrosso, ma venduto, dopo parecchi giri, a caro prezzo nei mercati o grandi supermercati.
Scarti di lavorazione e trasformazione: sono sottovalutati, ma molto utili, la frutta può diventare succo o essere inscatolata, la verdura pulita, lavata e venduta in piccoli quantitativi, o surgelata, o altro. Tutti gli scarti possono diventare compostaggio e concime biologico.
Sbagliate previsioni di consumo: le grosse filiere di smercio spesso hanno grandi quantitativi invenduti che potrebbero anche cedere alle organizzazioni di assistenza. Spesso invece le cedono a ditte che le rimettono sulle mense scolastiche o aziendali. Se consumati subito vanno bene, se messe in deposito no.
Data di scadenza dei prodotti: si deve imparare che un prodotto in scadenza è deprezzato, ma ottimo da consumare, che quello scaduto da poco può essere acquistato a prezzo dimezzato e consumato subito. Le date di scadenza sono notevolmente importanti. Bisogna stare attente soprattutto a latte e latticini in genere, pesce, frutta ……
Confezioni danneggiate: le confezioni danneggiate dipende, possono danneggiarsi nel trasporto, nello stoccaggio o nella refrigerazione, se sono scatolami, vanno eliminati, altro può essere utile a chi ha bisogno.
Rimanenze di produzioni: possono essere messe in vendita scontate sotto forma di promozioni, ci sono tanti modi….comunque la direzione deve prestare molta attenzione ai flussi di vendita dei prodotti. E’ uno spreco.
Confezioni troppo grandi: evitare di acquistare confezioni troppo grandi, soprattutto in scadenza, soprattutto se siamo soli o pochi in famiglia. Le confezioni grandi sono ottime e convenienti se si vuole farne qualcosa di specifico o conservarle in porzioni ecc….
Cattiva conservazione: su questo….non si transige, non sono né vendibili, né mangiabili, adatte solo al compostaggio. Ma nelle nostre dispense o case sappiamo come conservare i vari prodotti?
Porzioni troppo abbondanti servite in tavola: evitiamo di servire porzioni troppo abbondanti e poi lasciarle nei piatti, calcoliamo la quantità occorrente di pasta ad esempio, se avanza teniamola cruda e formiamo la famosa “pasta mista” che va benissimo per i legumi o con le patate.
Dobbiamo imparare anche a contenerci un pochino, e a fare la spesa suddividendo quello che va consumato prima con quello che può essere messo in dispensa ed essere utilizzabile in altra giornata. Non è necessario fare delle grandi spese ogni giorno, impariamo a ridimensionarci e fare la spesa settimanale, di giorno in giorno pane latte, latticini possono essere acquistati anche nel negozio sotto casa, sicuramente più freschi e più buoni, e magari anche più convenienti.
La grande distribuzione ci attira con promozioni su detersivi, saponi, prodotti di bellezza e altro ancora, ma alla fine dopo aver speso 50 o 100 euro, ad esempio, avremo comprato del cibo? Cosa metteremo in tavola? Avremo le provviste necessarie per la settimana? Questo è il consumismo che ci hanno instillato, ma in epoca di recessione, dobbiamo prestare attenzione se realmente vogliamo arrivare alla fine del mese.
Ad inizio Pandemia, nella paura generale, mi sono ritrovata, come tutti, in un supermercato, con il carrello pieno di roba di prima necessità, in attesa del peggio. Davanti a me, una signora più anziana con un carrello stracolmo di pasta di un noto pastificio di zona. Il Cassiere l’ha guardata: “Nonnetta, cosa devi fare con tutta questa pasta?” “Figlio mio, e se poi manca cosa mangiamo?” “Nonna la pasta si produce qui vicino, ne hanno capannoni pieni da smerciare, ma tu come la devi condire? Nonna, ascoltami, lascia qualche pacco e prendi scatolami di legumi, farina, lievito, una bottiglia di olio, qualche barattolo di pelati, zucchero e sale. Quando avrai questo potrai andare avanti a lungo condendo tutta questa pasta che hai acquistato”. A noi in fila veniva un po’ da ridere, ma il ragionamento era giusto, quello che è necessario in caso di un lockdown è ragionare sui prodotti non deteriorabili da avere in dispensa, poi sulla pasta, altrimenti mangerai solo pasta lessa e sciapa. Bravo il commesso e anche dotato di molta pazienza ….riflettiamo.
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