A Kiev palazzo in fiamme ma le trattative ripartono
Usa e Cina s’incontrano a Roma, dopo la richiesta d’aiuto di Putin a Xi Jinping, I fatti e qualche riflessione
Gianvito Pugliese
I militari russi hanno mirato e centrato (e data la mole mica era difficile) un edifico residenziale di nove piani a Kiev, che è andato in fiamme. Almeno due civili sono morti per l’esplosione.
Dalle 9,30 (ora italiana) di questa mattina sono ripresi i colloqui tra Russia e Ucraina, Questa volta le rispettive delegazioni si servono della videoconferenza. Si rinnova il tentativo diplomatico di trovare punti d’intesa, che aveva portato anche ad un livello superiore, e cioè all’incontro tra Latrov e Kuleba, mentre a Roma è previsto un incontro tra Stati Uniti e Cina.
Sono incaricati di trattare dai rispettivi Paesi Jack Sullivan, consigliere per la Sicurezza nazionale Usa, e Yang Jiechi, direttore dell’Ufficio della commissione affari esteri della Cina e membro del partito comunista cinese.
Il summit Cina-Usa segue a breve, gli annunci di una presunta richiesta di Mosca a Pechino di sostegno militare. La Cina ha smentito, ma per Washington: “Ci saranno gravi conseguenze se sarà offerta un’ancora di salvezza a Mosca”.
Quanto ai colloqui russo-ucraini in videoconferenza “c’è una moltitudine di questioni che richiede attenzione costante” ha detto ieri Mikhail Podolyak, consigliere del presidente ucraino e membro del team negoziale ucraino. L’obiettivo centrale di Kiev sarebbe, però, quello di ottenere un colloquio diretto tra il presidente Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin.
Intanto, a Roma, Jack Sullivan, incontrerà Yang Jiechi. La Casa Bianca: “Discuteranno degli attuali sforzi per gestire la concorrenza tra i due Paesi e dell’impatto della guerra della Russia contro l’Ucraina sulla sicurezza regionale e mondiale. Il consigliere di Biden incontrerà anche Luigi Mattiolo, consulente diplomatico del premier Mario Draghi, per valutare la risposta alla ‘guerra voluta dal presidente russo Vladimir Putin”.
Secondo la CNN, che ha raccolto informazioni da due alti funzionari statunitensi, la Russia avrebbe chiesto alla Cina supporto militare (compresi i droni) ed assistenza economica. Richieste connesse, sottolinea la fonte, alle operazioni di Mosca in Ucraina. L’ambasciata cinese a Washington sostiene di non essere a conoscenza della presunta richiesta russa. Liu Pengyu, portavoce dell’ambasciata cinese a Washington DC: “L’alta priorità ora è evitare che la situazione di tensione si intensifichi o addirittura sfugga al controllo.
Ma gli Stati Uniti ritengono che la richiesta di aiuto da parte di Putin ci sia stata e avvertono che “la Cina dovrà affrontare dure ‘conseguenze’ se aiuterà la Russia nella sua invasione dell’Ucraina. Jake Sullivan, ha confermato alla CNN che Washinton sta “comunicando direttamente, in privato, a Pechino che ci saranno assolutamente conseguenze per gli sforzi di aggiramento delle sanzioni su larga scala o per il sostegno alla Russia per evitarne gli effetti. Non permetteremo che ciò vada avanti e non consentiremo che ci sia un’ancora di salvezza per la Russia da queste sanzioni economiche da qualsiasi paese, in qualsiasi parte del mondo“. Lo ha dichiarato Sullivan a Roma, dove incontrerà Yang Jiechi.
A Kiev oltre all’edificio di nove piani andato a fuoco a seguito del bombardamento russo, che ha provocato 2 morti, 3 feriti gravi, 9 feriti lievi (medicati sul posto), 15 salvati dalle fiamma dai soccorritori, 63 evacuati, è stata attaccata coi missili aerei e danneggiata una torre della Tv nei pressi di Rivne, ad ovest di Kiev. Nel villaggio di Stavische, nella regione di Zhytomyr, un attacco missilistico ha colpito edifici amministrativi. Bilancio quattro feriti e sette edifici distrutti. Sirene di allarme aereo un po’ dappertutto nel Paese, da Leopoli e alla Transcarpazia, da Kharkiv ad Odessa. Abbattuti quattro aerei russi nelle ultime 24 ore, mentre i militari ucraini avrebbero reagito con “attacchi schiaccianti” alle basi russe sul campo.
Zelenskyi insiste sulla No-fly zone e uso di missili da parte russa in territorio Nato: “Se non bloccate i nostri cieli, è solo questione di tempo, i razzi russi cadranno sul tuo territorio, in territorio Nato, sulle case dei cittadini Nato. Trenta missili solo nella regione di Leopoli”. Poi, riferendosi all’attacco contro la base di addestramento ucraina a Yavoriv, a venti chilometri dalla Polonia: “Non stava succedendo nulla che potesse minacciare il territorio della Federazione Russa. E a soli 20 chilometri dai confini della Nato. L’anno scorso avevo avvertito chiaramente i leader della NATO che se non fossero state prese severe misure preventive contro la Federazione Russa, sarebbe iniziata la guerra“.
Sono quasi 2,7 milioni i profughi fuggiti dalla guerra in Ucraina secondo le Nazioni Unite. La maggior parte è in Polonia. Secondo quanto annunciato dalle autorità locali, non ci saranno evacuazioni di civili da Sumy, una città che da settimane è teatro di pesanti combattimenti. Filippo Grandi, Alto commissario Onu per i rifugiati: ‘Ci sono oltre 5 milioni di persone in Ucraina, il 10%-15% della popolazione, costrette fuori di casa. Più della metà sono uscite dal Paese ma a questo ritmo saranno 3 milioni entro un paio di giorni. Ci sono al momento almeno 2 milioni di persone in movimento verso Ovest. Un terzo dei 40 milioni di abitanti dell’Ucraina è in una situazione disperata dal punto di vista dei bisogni in conseguenza della guerra“.
Le autorità russe, rivolgendosi alle compagnie straniere che desiderano ritirarsi dal Paese, hanno minacciato direttamente alcune di loro, avvertendole di possibili arresti di funzionari o sequestro dei loro beni. Lo riferisce il Wall Street Journal. Il Cremlino o i suoi delegati hanno agito tramite telefonate, lettere o visite ad aziende di tutti i settori, tra cui Coca-Cola, McDonald’s, Procter & Gamble, IBM e Yum Brands, la società madre di KFC e Pizza Hut, conferma il quotidiano economico. In particolare, è stato minacciato l’arresto di funzionari che criticano il governo o il sequestro di beni, compresi quelli relativi alla proprietà intellettuale. Cioè si intente scippare le aziende dei loro brevetti.
E’ evidente che il Cremlino, aldilà dell’arroganza di Putin quando parla ai russi e si fa beffe delle “inconcludenti sanzione” è alle pezze. Economia in ginocchio, il default alle porte, la possente armata russa che le sta prendendo di brutto dal rabberciato esercito ucraino, ha spinto Putin a chiedere l’intervento della Bielorussia a Lukashenko, ad assoldare 16mila mercenari siriani, far arrivare in Ucraina rinforzi dai ceceni ed ora andare ad elemosinare truppe e denaro da Pechino, che nega, ma non gli crede nessuno. Oltre quindicimila gli arresti di russi che hanno manifestato contro la guerra e questa protesta spiega anche la scarsa incidenza delle truppe russe. Soldati non motivati, mandati ad invadere un territorio dove, molti di loro, hanno parenti o amici e che si sentono ordinare di far strage dei civili -la Cia è in possesso delle intercettazioni di ordini in tal senso dal Cremlino- non hanno altra motivazione che li spinge a combattere, se non la propria sopravvivenza, e quella non ti tutela di certo cercando di attaccare e conquistare terreno.
L’arresto dei vertici dei servizi segreti russi per ordine dello zar Putin (forse in relazione ai tre scampati agguati mortali del gruppo Wagner e delle milizie cecene a danno di Zelenskyi, trasformatisi in un’imboscata a danno degli aggressori) indica, comunque, che a livello di oligarchi ed alte sfere militari e di sicurezza dello Stato la fiducia nei confronti di Putin si sta esponenzialmente sgretolando, e con questa la fedeltà.
E sono sovrabbondanti le prove di crimini di guerra a carico di Putin e della sua ristretta cerchia e questo riduce in modo impressionante il numero di russi, disposti ad essere associati alle azioni dello zar Putin.
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