A Nanterre corteo bianco in memoria di Nahel
E si riaccendono gli scontri tra Polizia e manifestanti
Gianvito Pugliese
L’assassinio a sangue freddo del diciassettenne Nahel. alla guida di un Suv noleggiato per mano di un poliziotto, ed il tentativo della Polizia di coprire il delitto, smascherato da un filmato diffuso sui social e divenuto virale, hanno scatenato l’ira dei tanti, troppi invisibili delle banlieues di buona parte delle città francesi. Ne abbiamo scritto ieri.
Riassumendo in breve: in due giorni di scontri infuocati un numero, ancora notevole, ma tuttora indefinito di barricate e carcasse di automezzi bruciati, con un seguito di centinaia di feriti ( tra poliziotti e manifestanti) e arresti in massa. Sono immagini, che a chi ha visto ed analizzato, rammentano il fantasma della storica “rivolta delle banlieues del 2005″.
Due notti di violente proteste, che hanno indotto la premier Élisabeth Borne a recarsi sui luoghi più caldi, per lanciare un invito, a nome del suo governo, alla calma e ad prevenire ulteriori escalation incontrollabili. Ma sta di fatto che il “Corteo Bianco” in omaggio a Nahel ha provocato nuovi scontri violenti. La Polizia parla di gruppi di facinorosi provocatori all’assalto dei negozi, gli organizzatori del corteo di provocazioni della Polizia. Lo scontro è degenerato quando il corteo si approssimava alla Prefettura.
Secondo procuratore generale, Pascal Prache: “Il pubblico ministero ritiene non sussistano i presupposti legali per l’utilizzo dell’arma. Di conseguenza, al termine del suo fermo di Polizia, l’ufficiale accusato di utilizzo improprio dell’arma è comparso oggi davanti a due giudici istruttori, corresponsabili per l’apertura di un’inchiesta giudiziaria sull’accusa di omicidio colposo”.
Per completezza d’informazione ricordiamo che la storica “rivolta delle banlieu del 2005“, ebbe origine e rese noto all’opinione pubblica francese la mancata integrazione degli emigrati e dei loro discendenti, relegati in autentici ghetti periferici e del tutto abbandonati dalle istituzioni.
Superfluo ed inutile sottolineare le analogie con l’attuale politica del nostro Paese. Chi vuol capire, ha già capito, chi crede che l’atteggiamento delle tre scimmie sia utile, continuerà a “non vedere, non sentire e non parlare”. Ma se queste righe daranno da pensare anche a pochi lettori, vuol dire che questa testata fa bene il suo lavoro. Grazie dell’attenzione.
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