Botta e risposta tra Renzi e Crimi
Molti si sforzavano di non vedere e non capire le ragioni di fondo delle crisi. Ora tutto è più chiaro, ma i problemi restano inalterati.
GP
Il botta e risposta di oggi è l’ultimo, ma più chiaro e definito delle schermaglie che hanno caratterizzato la maturazione di questa crisi che si sta connotando meglio, ma non certo dipanando.
Chi parlava e scriveva di intolleranza reciproca tra Conte e Renzi non si è avvicinato neanche lontanamente alla questione a monte. Renzi ed i suoi fedelissimi non hanno mai avuto nel mirino Conte, se non nella misura in cui il Premier, che dai cinque stelle era stato designato come Presidente del Consiglio nel governo nato dall’alleanza giallo verde, manteneva con costoro un rapporto privilegiato.
C’è veramente da chiedersi quanto a Renzi stia davvero a cuore che l’Italia acceda al Mes, e quanto invece, conscio che il Mes rappresenta uno scoglio insuperabile per i pentastellati, non sia il cavallo di Troia per scardinare il rapporto privilegiato tra Conte ed il Movimento fondato da Beppe Grillo.
Renzi, lo ripeto fino alla monotonia è certamente inaffidabile, come ci insegna la vicenda Enrico Letta e non solo, ma cresciuto a latte e politica, ha maturato una notevole capacità tattica e strategica nelle alleanze, come nelle schermaglie politiche. Il Mes era fortemente voluto da tutta la maggioranza, cinque stelle esclusi, perchè un fine stratega come Renzi, se era al Mes che puntava, non l’ha fatto associando il Pd e Sinistra Italiana-Leu entrambi favorevolissimi all’adozione da parte italiana del Mes? Non mi sembra difficile rispondere: in realtà vincere la battaglia Mes non gli interessava e non gli preme più di tanto, forse neanche un minimo, ma gli offre occasione di scontro con una posizione assunta dagli odiati grillini che, tra l’altro, non è affatto condivisa dalla maggioranza del Paese. In quello scontro ne esce con una evidente vittoria d’immagine. Ecco perchè non gli è passato neanche lontanamente per la mente di invocare alleanze, perchè condividere il successo si è chiesto.
Oggi, dopo aver detto al Paese fino alla noia di essere pronto a discutere del Recovery e dei programmi di fine legislatura con i vecchi (mica tanto) alleati, lo fa ripetere dall’assemblea plenaria di senatori ed onorevoli di Italia Viva che redigono un documento finale per dire: uno di essere un gruppo monolitico a prova di qualsiasi seduzione, e quando si sente il bisogno di dichiararlo, qualche dubbio sulla sostanza nasce, due che, preoccupati delle difficoltà che sta attraversando il Paese. per senso di responsabilità sono pronti a sedersi ad un tavolo, discutere del futuro e lavorare con gli ex alleati ad un governo più forte di fine legislatura. Ergo allargato: a chi se non ad un alleato storico di Renzi?
I cinque stelle non hanno alle spalle l’esperienza politica di Renzi e co., saranno pure neofiti e, talvolta, ingenui, ma se sono sopravvissuti a Matteo Salvini un qualche istinto di sopravvivenza politica l’hanno acquisito. Ed oggi quell’istinto dice loro che Renzi non si placherà se non dopo averli cancellati e che la sua strategia è farlo a tappe. D’altronde la sopravvivenza di Renzi e della sua Italia Viva non ha altre dispense possibili se non i voti dei pentastellati. Ergo Crimi, senza troppi giri di parole, senza nè tattiche, nè strategie raffinate, risponde papale papale: “Leggiamo dichiarazioni e interviste di esponenti politici ancora convinti che ci sia spazio per ricucire con Renzi. Questo nonostante le mie e le nostre affermazioni nei giorni precedenti siano state chiarissime in tal senso. Allora lo ribadisco, a scanso di ogni equivoco: per il Movimento non ci sono margini per ricucire con Renzi, la porta è definitivamente chiusa” e per sovrappeso aggiunge: ” Non torneremo con chi è inaffidabile fino a questo punto: con chi si è reso responsabile di una crisi in un momento tanto drammatico per il Paese” .
Uno ad uno, palla al centro: Renzi forse è un attimo spiazzato dal fatto che l’avversario sceglie un gioco diverso. Niente fioretto, ma ricorso alla più congeniale, concreta e definitiva accetta.
Sarebbe appassionante da seguire se non fosse drammatico per quel Paese che, ricordo alla politica, annovera tra i suoi cittadini una solo maggioranza assoluta, che è quella di chi non va a votare, nauseato oltre ogni limite.
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