Calenda: Salvini, Berlusconi e Conte sono nemici di Draghi ed amici di Putin
“Hanno fatto cadere il governo e ora sostengono le ragioni di Mosca”
Gianvito Pugliese
Il post di Carlo Calenda
I due titoli di articoli in calce:
Cosi commenta l’agenzia di stampa Askanews: ” Roma, 7 set. (askanews) – “Salvini, Berlusconi e Conte durante l’offensiva della Russia contro l’Italia tornano a sostenere le ragioni di Putin. Non è un caso che siano gli stessi leader che hanno fatto cadere Mario Draghi. Attenti!”. Così su Facebook il leader del Terzo Polo, Carlo Calenda.
Ora, Conte, in campagna elettorale punta ad incolpare Draghi, che “sottostimandolo” lo avrebbe costretto. “poverino”, a sfiduciarlo. Ma tutto parte, prima del decalogo-ultimatum a Draghi, dalla richiesta di Conte che le armi italiane all’Ucraina siano meramente difensive. A parte che è l’uso che qualifica l’arma, come difensiva o offensiva, la pistola sempre tale è, ma in mano al rapinatore è chiaramente offensiva, in mano al tutore dell’ordine -salvo impazzimenti del soggetto- è difensiva di se stesso e della incolumità pubblica. Conte provò a chiarire l’impossibile. precisando che intendeva armi di gittata ridotta, ma significava, in pratica, dare all’Ucraina il nulla, ovvero cannoni e missili di gettata inferiore a quelli russi, di modo che i russi potessero continuare a distruggere impunemente obiettivi civili e radere al suolo intere città, come tutti sapevamo ed avevamo visto, mentre gli ucraini non avendo strumenti di eguale o superiore portata, non potevano neanche tentare di colpire le batterie russe che li stavano massacrando. Strana forma di essere alleato di qualcuno. Eppure ricordo ben altri pentastellati e di aver apprezzato il Conte del governo bis o giallo rosso. E desta meraviglia che il Conte, che ieri sera a “Di Martedì”, su La7 si vantava con Floris di aver querelato La Repubblica, “che dice esattamente i fatti” ma li interpreta, poi, in modo distorto” – a prescindere che a me pare sia stato aggredito dal querelante il legittimo diritto di critica, precipua funzione della stampa, costituzionalmente tutelata- invece non risulta abbia querelato Di Maio, quando affermò di essere in possesso d’informazioni, pare di un servizio segreto europeo, sulle istruzioni impartite a Conte dall’ambasciatore russo sul da farsi, con particolare riferimento alle proposte parlamentari. Ne ha scritto lavocenews.it , a suo tempo, in un articolo dal titolo “Complotto russo contro Draghi …” di cui riportiamo il passaggio saliente ” memori di una dichiarazione del Ministro degli esteri (ndr. Luigi Di Maio) su “presunte istruzioni” impartite dal predetto ambasciatore a Giuseppe Conte, non lo escludiamo dal complotto, nel quale anche su lui appaiono ombre di co-protagonismo“. Prima erano stati esaminati i rapporti tra l’ambasciatore russo a Roma e Salvini (a cui anticipò il denaro per l’acquisto di un biglietto aereo per Mosca) e Berlusconi (col quale si era incontrato per spiegare il perché della guerra, nella lettura evangelica del Cremlino).
Alla priorità “armi inoffensive, altro che difensive”, marginalmente ma non troppo. i due avvocati del popolo, Conte-Raggi, imponevano a Draghi di non consentire al primo cittadino romano di avviare il progetto di un termovalorizzatore per smaltire i rifiuti di Roma. Altra stranezza: richiesta da due che, per professione, il diritto dovrebbero quantomeno masticarlo, a Draghi di impedire a Gualtieri di far qualcosa che compete esclusivamente al Sindaco, alla giunta ed al consiglio capitolino e non certo a palazzo Chigi. Un po’ di confusione, ad essere magnanimi, nella casa di Grillo-Conte tra ciò che è lecito chiedere e quanto non lo è. La presunta finalità politica non basta a legittimare ciò che, se chiesto da un cittadino comune, sarebbe forse finanche oggetto di accertamento penale; decisione. peraltro di competenza del Procuratore della Repubblica e non mia.
Passando a Salvini, non ha poi mai chiarito la vicenda del viaggio destinazione Mosca, il cui costo sarebbe stato a carico o anche solo anticipato dall’ambasciatore russo. E tantomeno il perché, a guerra scoppiata, non siano stati recisi i legami tra Lega e Russia Unita, il partito di Putin, tacitamente confermati a marzo 2022. Così come ha liquidato un articolo del New York Time sui suoi strani rapporti con Mosca, definendole seccamente “sciocchezze”. Decisamente pochino per rispondere ad accuse specifiche di una certa gravità da part di uno dei maggiori giornali del mondo.
Sui rapporti Putin Berlusconi si potrebbero scrivere poemi e, a prescindere dagli incontri riservati del leader di Forza Italia, con l’ambasciatore russo è appena il caso di ricordare che il primo giorno del congresso di Napoli di Forza Italia (20 maggio 2022) Berlusconi tessé le lodi sperticate di Putin, salvo rimangiarsi tutto il giorno dopo, quando i sondaggisti al suo servizio lo informarono della catastrofica caduta di Forza Italia negli indici di gradimento. Almeno, così la raccontano molti Colleghi più che attendibili. Io francamente non c’ero.
Confesso a Voi care lettrici e lettori, che non attribuisco a Calenda capacità e stoffa da leader di un partito, e lo trovo spesso in politica goffo come un elefante in un negozio di porcellana, ma questa voltà ne ha detta una giusta e gli va dato atto.
Intendiamoci, anche se riconosco a Draghi tra i tantissimi meriti, quello di aver riportato un’Italia, fino alla sua comparsa a Palazzo Chigi relegata ai gradini infimi tra i Paesi europei, a primo Paese di riferimento per l’Unione Europea, e scusate se è poco, trovo demenziale, ma lecito volersi liberare di un personaggio troppo ingombrante e troppo al di sopra del bassissimo livello della classe politica italiana, che brama solo di utilizzare i fondi pubblici senza controllo e controllori (si chiamino Europa o magistratura contabile od ordinaria), e di far debito pubblico a dismisura, tanto a pagare siamo sempre noi, eredi del buon Pantalone.
Infatti, Draghi lo rivorrebbero a Palazzo Chigi, diceva ieri a Di Martedi il sondaggista Nando Paglioncelli il 58% degli italiani (contro il 29% di Giorgia Meloni), ma chi si riempie la bocca di agire in nome degli italiani, se ne frega altamente -scusate il francesismo- e pensa alla poltrona, purché “con i pieni poteri”, per farsi gli affari propri e degli amici degli amici. E’ triste dirselo, ma l’unico che si preoccupava dell’interesse nazionale, abbiamo permesso, a cominciare da me, che fosse messo in disparte, in quanto non solo inutile ai loro fini inconfessabili, ma addirittura ostacolo al raggiungimento dello strapotere dei comitati di affari.
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