C’è spazio per la Politica? Mai come ora.
Primo “pezzo” oggi per questa testata di don Rocco D’Ambrosio, ordinario di Filosofia Politica nella Pontificia Università Gregoriana, direttore di “Cercasi un fine”.
Rocco D’Ambrosio
Mentre l’Italia discute – non proprio tanto – su cosa votare al referendum sul taglio dei parlamentari, la Puglia va al voto non solo per il referendum ma anche per il governo regionale e per 49 amministrazioni comunali. Tranne pochissime eccezioni, non ci sono novità di rilievo: un proliferare di liste civiche, candidati presidenti, sindaci e consiglieri, un complesso e, spesso, contradittorio rapporto con le segreterie regionali e nazionali dei rispettivi partiti e movimenti.
Se da una parte l’attuale politica regionale non brilla e molti comuni sono governati più da comitati d’affare che da chi ha veri progetti politici, dall’altra abbiamo anche qui, purtroppo, leader di sinistra come di destra che non entusiasmano molto. Per non parlare di quella decennale malattia che si chiama consociativismo, cioè il non avere strategie chiare e limpide nei rapporti con chi governa, ma di mantenere sempre un’agenda segreta per incontri e affari.
Accade allora che le risorse sane sono orfane: manca spesso una classe dirigente all’altezza del momento. Pensiamo, per esempio, alla creazione delle liste regionali e locali: troppi candidati e spesso senza un’adeguata preparazione umana, etica e tecnico-politica. Tutto ciò non aiuta la ricostruzione di tutti quei percorsi culturali e associativi, che sono ancora feudo della politica faccendiera.
Un esempio: l’accoglienza di nuove linfe nelle attività di partito ed istituzionali. Sono tanti i giovani (e non solo) che in questi anni, nonostante tutto, hanno mantenuto vivo l’impegno sociale e politico: dal volontariato al terzo settore, dalle parrocchie ai comitati di quartiere, dai no global alle forme di impegno ecologico. Eppure quando questi hanno bussato alle sedi dei partiti, per offrire la loro disponibilità – salvo nobili eccezioni – hanno trovato molto spesso le vecchie volpi, arroccate nei loro giochi di potere e diffidenti verso tutti e tutto, affari esclusi. Oppure si sono trovate davanti sedi di partito ridotte a circoli per anziani o riunioni di correnti dove si strumentalizza o si uccide la politica. Che lo si voglia o no abbiamo bisogno dei partiti per fare politica. E questi hanno bisogno dei movimenti per rinnovarsi. Domandiamoci: quando e quanto i politici locali sono disposti a rinnovare i propri apparati e ad incontrare i movimenti? Quando e quanto sono disposti a faticare tra la gente che dalla politica si allontana sempre più?
Con questa situazione, per molti aspetti, dobbiamo ringraziare il Cielo se le nuove leve non sono diventate anarchiche e hanno comunque deciso di spendere tempo ed energie nei tanti rivoli dei nuovi movimenti. Sono loro che hanno voglia di fare politica sul serio. Anche qui in Puglia, stiamo assistendo a un rinascere della società civile, a diversi incontri e “piazze di sardine” che – nonostante il Covid-19 – hanno saputo aggregare forze e soggetti diversi, non solo per età ma anche per cultura, religione e appartenenza politica. Non diverso da quanto successo altrove. Ma con una convinzione crescente: i danni del governo attuale si pagano in tutt’Italia, ma a sud la bolletta ha cifre doppie. Ci auguriamo allora che il sud, la sua tradizione ricca e solidale giochi un ruolo importante nel futuro di questa nuova aggregazione, specie ora che il verbo populista insidia anche il sud, Puglia inclusa.
Da ultimo. C’è spazio ancora per la politica? Risponderei: forse mai come ora! Penso alla politica che si dice e si fa negli itinerari educativi delle famiglie, della scuola e dell’università, delle parrocchie, delle sezioni di partito, dei mass media. In tutti i settori della vita sociale. Che è poi la vita stessa. Penso che lì stia la sfida tra il sostenere il candidato armato di promesse e di forza mediatica e il costruire, con persone perbene e preparate, una comunità locale sana e felice. Proprietà di tutti e per il bene di tutti.
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