Conferenza stampa di Conte: occasione per ragionare.
L’ultima conferenza stampa di Giuseppe Conte del 10 aprile ha qualche notivà, ma soprattutto è occasione di un ragionamento sul Paese.
Oramai siamo abituati: la conferenza stampa del Premier non si tiene mai all’ora annunciata. Ieri prevista 18,30 inizio 19,30 circa. Ma non è questo che conta.
Francamente, ieri non mi aspettavo grandi novità, o colpi di scena, anche perché assai prima della conferenza le notizie trapelano ed i media fanno a gara per annunciarle.
L’inizio è stato, come da previsioni, quello solito e delle notizie già note: prorogate le attuali misure di contenimento (il lockdown) fino al 3 maggio, “ma se muta la situazione” in meglio, col parere della scienza “potremmo anticipare le riaperture, ma gradualmente”. Al contempo concesse nuove deroghe, per librerie, cartolibrerie, abbigliamento per neonati e bimbi piccoli, computer …….. purchè adottino le medesime cautele delle altre attività essenziali, mai chiuse.
Bhè sia del lockdonwn che di possibili riaperture anticipate ci eravamo da poco occupati, con notizie sempre “sfumate”. Le fonti non sono mai state precise. Non lo dico per critica. Chiaro non c’è il mago Otelma, nessuno ha la sfera di cristallo (in realtà di vetro) e nessuna persona seria azzarda previsioni senza i se ed i ma conseguenti. Il virus lo si è appena cominciato a studiare e la pandemia non ha comportamenti del tutto prevedibili. L’unica cosa certa e che l’isolamento domiciliare e le cautele (distanziamento, mascherine, guanti, lavaggio mani …..) da parte di chi deve uscire evitano inutili, quando non colpevoli, ulteriori stragi. Usa docet (insegna), come pure pure la Gran Bretagna. Il Covid-19 non solo muta rapidamente, ma non perdona qualsiasi sottovalutazione o ritardo.
Che si stiano confrontando e affrontando da noi due “scuole di pensiero”, forse un poco troppo generoso definirle tali, tra chi si preoccupa prevalentemente o esclusivamente. della salute e della vita dei cittadini e chi ha a cuore solo degli “sghei”, il denaro, gli euro, ditela come vi piace, è evidente.
In media stat virtus, dicevano i saggi antichi romani, “la virtù sta nel mezzo”, cioè nell’equilibrio; la triste, tristissima verità è che tutti tirano l’acqua al proprio mulino, spesso al proprio “orticello”, nella maggioranza come nell’opposizione, sostenute dalla propria o, meglio, dalle proprie fazioni e, soprattutto, dai rispettivi media al soldo degli uni o degli altri, quando non di entrambe, che poi a bene vedere, considerata l’eterogeneità delle due coalizioni sono molto più di due e molto più numerose, considerate “le correnti” dei pur tantissimi partitini e movimenti esistenti.
Tornando alla conferenza stampa. Conte ha poi aperto il capitolo della riunione dell’euro-gruppo e degli accordi raggiunti tra i ministri delle finanze dei 27 paesi dell’UE.
Ieri ci eravamo limitati a pubblicare un post con la versione del Ministro dell’economia Roberto Gualtieri, preconizzando la battaglia che si sarebbe scatenata. Era scontato che avvenisse, ma francamente non mi aspettavo il terremoto, o se preferite lo tsunami, che il Premier Giuseppe Conte avrebbe innescato. In realtà dovremmo scrivere Presidente del Consiglio: da noi il premier esiste solo nella fantasia o i “desiderata” di qualcuno.
Dopo aver precisato che il Governo italiano non aveva per nulla abbandonato la linea, ad oggi certo non vincente, degli euro-bond europei, finalizzati al sostegno delle spese sanitarie e alla ripresa economica, e che il Mes (il fondo salva stati), che Olanda e altri paesi del nord europa vorrebbero eleggere a strumento economico principale da adottare, sarebbe, comunque, un Mes epurato dalle stringenti condizioni originarie e, dunque, diverso da quello che conoscevamo, Conte ha rivendicato col forza, direi anche con una qualche violenza verbale, non abituale, nè congeniale al personaggio, che, essendo detto Mes una misura che prevede la richiesta di adottarlo, il Governo italiano non vi ha aderito e non vi aderirà, ritenendolo uno strumento inadeguato.
Fin quì nulla di straordinario. Qualche differenza rispetto al pensiero e l’interpretazione di Gualtieri, ma nulla di che. Ma non si è fermato ed ha aggiunto che, chi accusa il Governo, il suo Premier (aridande), il suo Ministro delle Finanze, di agire nascostamente per “svendere il Paese”, non solo mente sapendo di mentite, ma tradisce egli stesso il Paese in un momento così delicato, perchè così facendo indebolisce non il Governo, ma l’Italia intera nella delicata fase delle trattative in atto. In altre parole: il traditore ed il bugiardo non sono io, il mio Governo, la maggioranza che mi sostiene, ma essenzialmente due personaggi politici di cui fa esplicitamente i nomi: Matteo Salvini e Giorgia Meloni.
Mettendoci sopra il carico da 11, come dicono i giocatori di briscola, ricorda, subito dopo, che il Mes fu introdotto nel bilancio europeo nel 2012 quando in Italia era al governo la destra e la Meloni “forse era Ministro”. ” Se ben ricordo” aggiunge.
Deve aver improvvisato. Ricorda male. Infatti, la Meloni non era più ministro da otto mesi, lo era stata nell’ultimo Governo Berlusconi caduto nel 2011 e sostituito dal Governo Monti. Faceva sì parte della maggioranza che sosteneva il Governo di solidarietà nazionale, precisa la segretaria di Fratelli d’talia, ma quando il Parlamento italiano votò per l’adozione del Mes, lei si sarebbe assentata volutamente dall’aula. Poco dopo abbandonò il Popolo delle libertà e fondò Fratelli d’Italia.
Ciò che Conte omette di ricordare è che Antonio Tajani, in quel periodo, cioè dal 2008 al 2014, fu molto più che un ministro dello Stato Italiano, in quanto Commissario Europeo (praticamente Ministro dell’Ue) prima ai trasporti e, poi, all’industria. Certo, Conte nella vita ha fatto altro, non come Salvini e Meloni, solo carriera politica. Può, dunque, sbagliare. Ma, credo, sia evidente che a quel punto ha parlato a braccio, a ragione o torto, dal suo punto di vista giustamente indignato per accuse ritenute volgari, false e meschine.
Non desidero schierarmi e dar ragione all’uno all’altro. Chi mi conosce sa che non ho mai avuto peli sulla lingua (dovrei dire, piuttosto, su penna o tastiera, mezzi usati molto di più). Non mi esprimo perché ogni lettrice o lettore, ha il diritto di pensarla come vuole ed è mio dovere di giornalista rispettare la loro opinione. Desidero, piuttosto, sottolineare e sottoporre alla Vostra attenzione, care amiche ed amici lettori, qualche particolare che sicuramente non Vi è sfuggito, ma che ritengo utile approfondire.
Se Salvini, e Meloni al seguito, dovendo solidarizzare necessariamente col primo, non attaccano Conte tanto per quel che ha detto, quanto per aver utilizzato la conferenza stampa e le reti pubbliche -ma io l’ho seguita sulla privatissima 7- per attaccare l’opposizione e, dunque, creando un “vulnus” alla democrazia, qualcosa non torna. Si lo so: il segretario della Lega nord e della Lega non userebbe mai quel termine, ha un linguaggio come dire “essenziale”, senza fronzoli e sfumature, lui ed i suoi fans o sodali lo definiscono “molto colorito e maschio” ed, io che sono maschio, francamente, non condivido la definizione, che trovo offensiva: maschio e volgare, sarebbero la medesima cosa? Francamente mi adira. Mi calmo ripensando alle scene dei protagonisti delle feste padane. Bhè se il modello di maschio per loro era ed è quello, non è che si sbagliano poi di tanto.
Torniamo al serio. Un giorno o l’altro vi racconterò la storia di San Giuseppe, la Madonna, Gesù bambinello e l’asino. Vi prego, risparmiatemi il coro dei “la sappiamo”. Dimostra, comunque, inequivocabilmente che agli occhi di chi ti vuole criticare come la fai la sbagli e non scampa neanche la Sacra famiglia.
Giuseppe Conte, in realtà per l’opposizione non deve parlare o se parla limitarsi ad elencare provvedimenti, che in emergenza non possono che essere impopolari, per quanto sensati. Ed, attenti, non sostengo che tutti siano stati azzeccati ed adottati con l’immediatezza che l’epidemia, prima ancora di divenire ufficialmente pandemia, avrebbe richiesto. Dico che lo si è accusato, se utilizzava Facebook, Twitter o altri social network di non tenere un comportamento degno di un Premier di una democrazia occidentale. Preso atto della critica ed essendosi avvalso dei comunicati al Paese a reti unificate (scelta peraltro dei vertici Rai e delle tv private) diventa un pericoloso “dittatore”.
Stiamo combinati davvero male. L’opposizione deve, sì avanzare proposte alternative, ma reali e concrete, non sparare cifre stratosferiche al continuo rialzo. trattando gli Italiani come deficienti ed ignoranti, che si possono turlupinare all’infinito, senza pagarla nelle urne. Ci fosse una proposta corredata dalla indicazione delle coperture finanziarie, come impone la serietà di una proposta di legge. Li i presenzialisti Borghi e Garavaglia vanno improvvisamente in tilt, come i flipper truccati dei biliardini nei pressi delle scuole. Mi perdonerà Fratelli d’Italia se mi sfugge il suo responsabile dell’economia e non lo cito. L’opposizione è importante in una democrazia. Deve essere pungolo e critica, ma fondate e credibili, propositiva per migliorare, ma concretamente e credibilmente. Non praticare il vecchio “tanto peggio, tanto meglio”, non disinformare, meno che mai mentire agli elettori. Un’opposizione così si autodistrugge, basta darle il tempo, e senza l’opposizione una maggioranza, pur democratica, rischia di divenire dittatura. Non si deve meritare la riconferma per aver agito bene, bastano gli errori dell’opposizione per proliferare. Idem invertiti i ruoli. Tutto bene, madama la marchesa, solo che il Paese così va sempre peggio.
Se, come Papa Francesco ci ricorda più spesso di quanto ci piacerebbe ascoltare, che il Dio denaro è in realtà la vera faccia del demonio, che per il denaro, per quegli sghei di cui sopra, si fa tutto quanto di peggio l’uomo possa concepire e non è certo poca cosa. A tal proposito gli sghei erano i soldi utilizzati nell’impero Austro-Ungarico, a cui qualcuno è allergico a corrente alternata. Ed ecco che “fermo restando la sicurezza che va assicurata” riapriamo subito, ma dateci prima i soldi per riaprire. Quel “fermo restando” equivale a non mi importa un accidente della sicurezza, della salute e della vita degli schiavi, equivale in realtà a chi premette “Non intendo far polemica”. State certo che la polemica segue ed è corposa.
Ora un attimo di par condicio. Per onestà intellettuale, mica per altro. Politici all’orizzonte non si intravedono e non solo in Italia, ma in giro nel pianeta terra, poveretto ridotto com’è tra inquinamento, eco mafie, e chi più ne ha più ne metta. I Politici sono coloro che lavorano per gli interessi della prossima generazione, i politicanti pensano solo al clientelismo ed a coltivare il proprio orticello. Me ne sapete indicare qualcuno tra i primi? Non solo in Italia. Parlo a livello del pianeta.
Certo Salvini è in grande difficoltà come non mai: il re è nudo! La perfetta ed ineguagliabile sanità lombarda, il suo unico cavallo di battaglia positivo fa acqua da tutte le parti . Il resto del repertorio è solo incitamento all’odio, di qualcuno a turno. A chi mi chiedeva, recentemente, dove fosse finito Gino Strada, rispondo per averlo sentito ieri: con Emergency a gestire l’ospedale milanese anti Covid-19, quello la cui realizzazione era stata affidata al “noto Bertolaso”. Non mancava solo l’ospedale, mancavano medici e sanitari. Gino Strada non dice nulla di diverso dai medici di base della Lombardia. La regione ha devastato la sanità pubblica a tutto vantaggio della sanità privata ed ha lottizzato politicamente le nomine in quella pubblica. Secondo Gino Strada “in un modo talmente sistematico ed efficiente da far impallidire la camorra”. Se non bastasse gridano vendetta i morti, non si sa quanti e di cosa, nelle residenze per anziani, non solo abbandonati al loro destino, ma infettati perché parte di quelle residenze sono state utilizzate per l’isolamento volontario o la quarantena di sospetti contagiati. Almeno è quello che riferiscono inchieste giornalistiche e non solo. Perché sennò l’invio degli ispettori del Ministero della Sanità (atto dovuto) e l’arrivo dei Nas dei Carabinieri avrebbe scatenato reazioni talmente violente ed inconsulte? Certo, se sono veri gli ultimi sondaggi esternati, la caduta della Lega è notevole e pare irreversibile.
Ma non è solo nell’opposizione il vizio dell’orticello. Annovero non pochi amici tra i pentastellati, come negli alti partiti sia di maggioranza che di opposizione, partiti ai quali non risparmio né lodi né critiche. Cogliere l’occasione della crisi economica del Paese per rimettere in discussione la Tav è vergognoso. Sappiamo tutti che ci costerebbe di più fermarla che andare avanti, ma una manciata di fanatici non la vuole, dunque? Orticello. Graziano Del Rio l’ho sempre stimato, forse sopravvalutandolo. Era questo il momento di proporre l’aumento delle aliquote, ammantate da contributo di solidarietà, per i redditi superiori agli ottantamila euro? Del Rio, te ne parlo da tecnico, obsoleto quanto vuoi, ma sempre già coordinatore e docente nei corsi di formazione post laurea in diritto tributario della Facoltà di Giurisprudenza dell’Ateneo barese “Aldo Moro”. Non sarebbe più serio, ferme restando anche altre proposte, cercare e trovare i fondi dalla caccia vera all’evasione e all’elusione? Lo so, proponendo il contributo di solidarierà, il PD si rosicchia qualche voto a Leu e compagni vari. Torna l’orticello. Matteo Renzi, ultimamente, dopo aver guadagnato dalle sue improvvise impennate, pro riapertura delle attività e conseguenti consensi, una sonora perdita di consenso, che sembra averlo portato ai numeri di Più europa, ultimamente tace. Quantomeno, è capace di comprendere quando il silenzio è d’oro, ma nei giorni precedenti l’orticello lo difendeva e tentava di alimentarlo ad oltranza.
Buona Pasqua, amici lettori. Auguri di cuore. Che quel Dio che sta per risorgere ci aiuti. non solo con il Coronavirus, ma anche dopo. Stiamo veramente messi male. E vedere i Trump, i Putin, i Johnson, i Macron, le Merkel, ovvero “aver compagni al duol ” non scema affatto la pena.