Convention repubblicana, Trump punta alle primarie

Tutto un dejavu: sono vittima di un complotto, i poteri occulti mi hanno sottratto la vittoria, solo io posso far finire la guerra in un giorno.

Gianvito Pugliese

A Washington è appena finita la convention repubblicana “Cpac” (Conservative Political Action Conference) una sorta di primo via alle primarie per le elezioni presidenziali del2024. Il protagonista della serata: l’ex presidente Donald Trump.

Nel suo discorso sfoggio della contemplazione estatica di sé stesso: i suoi avversari, repubblicani o democratici sono tutti criminali o incapaci, lui e lui solo ha il potere di far cessare la guerra in Ucraina ed, emulo del Divino Otelma, lo farà in 24 ore.

Poi ha dato il via al vecchio repertorio dei dittatori di destra scagliandosi contro i nemici del progresso e bel benessere degli americani: ‘socialisti’, ‘comunisti’, ‘marxisti’, ‘il deep state’, i ‘procuratori dem corrotti’ che lo “perseguitano”, supportati dall’Fbi, ‘l’intelligence faziosa e corrotta’, ‘le fake news’.

Il tycoon ha quindi rilanciato il suo slogan ‘America first’ (linea politica estera di isolazionismo degli Stati Uniti d’America) e ha difeso gli assalitori di Capitol Hill in carcere, “patrioti trattati peggio di chiunque altro, tranne me“.

Tutto previsto: argomentazioni che Trump adopera da anni. Ha stupito, invece, il risultato del cosiddetto straw poll (il sondaggio informale) della Cpac in cui Trump conquista il 62% delle preferenze. È molto più del previsto: Ron Desantis si ferma solo al 20%. Il governatore della Florida è il rivale principale di Trump, e a differenza del tycoon non ha ancora annunciato la sua candidatura.

Seguono tutti gli altri candidati: Nikki Haley, che già candidata, in chiave antitrumpiana, si ferma al 5% delle preferenze.

Come vicepresidente Kari Lake, ultrà trumpiana ed ex candidata (perdente) a governatrice dell’Arizona, arriva per prima.

Va tenuto però conto che la convention Cpac è stata disertata da buona parte dei più autorevoli rappresentanti storici del partito repubblicano, compresi Ron De Santis e Mike Pence, ex vice presidente di Trump. E’ quindi logico concludere che il pubblico era formato, se non esclusivamente, in larghissima maggioranza da repubblicani cosiddetti trumpiani, tant’è che la convention è stata infarcita coi fedelissimi: da Lauren Boebert a Matt Gaetz, da Marjorie Taylor Greene a Jim Jordan, a Elise Stefanik.

Trump non si è comunque limitato a mostrare la sua avversione alla Nato ed all’OMS e l’odio viscerale nei confronti della Cina, nei cui confronti bloccherebbe l’import per quattro anni, ma ha dichiarato che anche in caso venisse formalmente processato con qualsiasi capo di accusa non rinuncerebbe a candidarsi.

Secondo alcuni osservatori, nonostante la sconfitta elettorale di Trump edei suoi candidati nelle elezioni di Midterm, non si può al momento escludere che a sfidare joe Biden nel 2024 possa essere proprio Donald Trump

È stato un comizio di repertorio, che ha annoiato i commentatori e gli analisti politici, ma gradito all’estrema destra repubblicana, che ha mostrato applaudendo di Apprezzarlo.

A sostenere Trump c’era anche il suo amico, l’ex presidente del Brasile, Jair Bolsonaro, mancava però l’amico convitato di pietra, Vladimir Putin.

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