Crisi: oggi e domani nuovo giro di consultazioni.
Dopo una domenica trascorsa nella sua tenuta umbra ma ricca di colloqui telefonici oggi di nuovo a Roma.
GP
Mario Draghi, sostengono i soliti ben informati, e non abbiamo ragioni per non credere loro, utilizzerà questo secondo giro di consultazioni per sistemare i complicatissimi pezzi del puzzle del governo di Unità Nazionale.
La sua decisione sembra essere quella del governo più allargato possibile, pur nella consapevolezza delle difficoltà di far convivere e collaborare in una medesima maggioranza una componente di sinistra, forte coi suoi tre partiti, che hanno sostenuto Conte fino all’ultimo, di sfiorare la maggioranza in Senato ed averla pienamente raggiunta alla Camera, con la Lega. Mario Draghi non è uno sprovveduto e se accetta quel rischio vuol dire che ha fondate ragioni per ritenere di poterlo neutralizzare e governare.
Pd, M5S e Leu hanno dovuto arrendersi all’evidenza di non riuscire ad avere la maggioranza nei due rami del Parlamento. La diaspora dalla maggioranza dei renziani, che le trattative per il Conte ter non è riuscita a far rientrare, unita all’insufficienza numerica di nuovi sostegni cercati ovunque, ma ottenuti in misura insufficiente, li ha indotti a rassegnarsi a dover allargare il perimetro. Avrebbero voluto un Governo Ursula, la formula proposta a suo tempo da Romano Prodi, aperta all’europeista Berlusconi ma senza l’euroscettico Salvini. Ma non sembra che Draghi sia della stessa opinione. Sembra orientato ad aprire a tutti coloro che gli hanno detto sì, cioè l’intero arco costituzionale escluso Fratelli d’Italia che il si non glielo hanno detto.
Ma Draghi, che ha molto ascoltato e poco parlato, avrebbe chiare le idee sul programma e le priorità da sottoporre ai partiti nel secondo giro di consultazioni destinato a smussare asperità residue su provvedimenti che non potranno non essere adottati. Una cosa sembra che Draghi non discuterà coi partiti e sa d’incredibile: i nomi dei Ministri. Tra i quali, indiscrezioni escludono la presenza dei big dei vari partiti, con una presenza di dodici politici ed otto tecnici, forse un interim dello stesso Draghi all’economia e tre sottosegretario alla presidenza Andrea Orlando per il Pd, Stefano Patuanelli per i Cinque Stelle e Giancarlo Giorgetti per la Lega. Il toto ministri impazza e si fanno i nomi più disparati, ma francamente credo che Draghi ci stia ancora pensando ed il suo obiettivo sia arrivare ad un programma condiviso da una maggioranza così vasta e perciò estremamente eterogenea.
Se questo secondo giro di consultazioni sarà fecondo di risultati come il primo, Draghi, forse prima di salire al Colle con la lista dei Ministri da sottoporre al Capo dello Stato incontrerà le parti sociali per un confronto sul programma di governo. Se Lavoro e Sblocco dei licenziamenti sono tra le priorità impossibile non parlarne con sindacati ed organizzazioni datoriali. Ma la data di quegli incontri già rinviati, dovevano essere in coda al primo giro di consultazioni, non è stata ancora fissata.
Dopo una giornata nella sua bella e rilassante tenuta umbra, da oggi riprende la giostra. E a Draghi tocca girarvi sopra, non in tondo, ma per raggiungere il traguardo.