Ddl Zan fa implodere la maggioranza

Da un lato Salvini, Meloni e Renzi, dall’altro Pd, Movimento 5 Stalle, leu e Sinistra Italiana. Si va alla conta.

GP

Draghi è stato chiarissimo nel suo intervento in risposta alla richiesta del Vaticano al Governo Italiano di modificare il ddl Zan. L’Italia è un Paese laico in cui il Governo non ha alcuna possibilità di intervenire nel processo legislativo che è prerogativa esclusiva del Parlamento.

Quanto al merito delle questioni sollevate, silenzio assoluto, ricordando che per quello esistono le Commissioni prima dell’approvazione e la Corte Costituzionale post.

Mario Draghi non se ne è lavato le mani alla Ponzio Pilato, il suo rivendicare anzitutto la laicità dello Stato non è una formula di rito priva di qualunque significato.

Improvvisamente Salvini ritrova lo spirito cattolico, si erge a paladino delle istanze del Vaticano, e da sommo giudice morale, invia strali contro il Pd blasfemo. Peccato che ai tempi in cui era ministro degli interni, nel primo Governo Conte, agli appelli del Papa per un trattamento umano dei migranti faceva spallucce. D’altronde Salvini non è nuovo all’uso strumentale della fede: ho ancora impresso le foto in cui brandiva il rosario tra un mojito e una cubista. A dir poco iniziativa piuttosto discutibile.

Improvvisamente Italia Viva, scoperta la visibilità del ddl Zan invia emendamenti. I pentastellati leggono quegli emendamenti come un tentativo di affossare la norma.

I sostenitori del ddl Zan al governo, Pd, M5S, Leu si chiedono dove fossero Salvini e Renzi quando il ddl è passato alla Camera in commissione ed in aula. Ritengono strumentali gli emendamenti presentati all’ultimo miglio e ricordano che il ddl non è stato esaminato in commissione al Senato per l’ostruzionismo del presidente leghista.

Il ddl Zan fa nascere uno scontro che era nell’aria fin dalla nascita del Governo Draghi. Il particolare tra Salvini e Letta. Quest’ultimo ha appena sollevato e sottolineato l’incompatibilità della Lega nel governo europeista di Draghi, avendo appena firmato il manifesto anti europeista di Orban.

Che la cosa debba aver fatto male a Salvini lo dimostrano i giornali della destra, più numerosi delle pulci su un randagio. Letta da qualche giorno è attaccato per qualsiasi cosa faccia o non faccia. Per carità ognuno la può pensare come vuole, ma che ci sia stato l’ordine di scuderia è lecito sospettarlo.

Salvini forte dell’appoggio evidente di Renzi e del suo partitino, con più colonnelli che soldati, chiede il colloquio e la mediazione brandendo però l’arma della conta. La sinistra gli risponde: e conta sia, perché così sarà chiaro per tutti chi è a favore di una norma di civiltà e di progresso, che combatte violenze e discriminazioni e chi è contro.

Ma uno scontro che si annuncia di portata epocale non è privo di conseguenze per il Governo. E’ una sorta di violazione del “cessate il fuoco” imposto alla parti dalla necessità di stare insieme al Governo e, conseguentemente, nella maggioranza che lo sostiene.

E la storia ci insegna che violare il cessate il fuoco è facile, ripristinarlo molto meno.

Al Paese occorrerebbe un Politico autorevole, al di sopra delle parti, capace di instillare il buon senso tra i contendenti. Sarà un mio limite, ma quest’uomo non lo vedo e se c’è si tiene ben lontano da un pantano maleodorante come il clima che si respira in questa maggioranza.

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