Dibattista si candida
Le proposte di Diba per gli Stati Generali? Centellinate! Così è se vi pare.
GP
Non occorreva né la sfera di cristallo, né una particolare intelligenza o conoscenza delle cose della politica per comprendere che la rottura del voto del silenzio da parte del Diba non fosse casuale. Voleva provare a mettere le basi per mortificare le aspirazioni dell’amico-nemico di sempre, quel Di Maio che non ha mai smesso, se non sulla carta, di fare il capo politico del M5S e che, evidentemente, passata la quarantena conseguente al calo di consensi elettorali nei pentastellati, legittimamente aspira a ricandidarsi a capo politico. Certo, se Di Maio vorrà farlo col favore e non contro “parole guerriere” ( mozione che fa capo a Beppe Brescia), la sinistra del movimento, dovrà ottenere da Crimi che la smetta di proporre a chiunque di far parte del direttivo, che nell’intenzione del proponente (Fico) era più che altro un direttorio. Spieghiamoci meglio. Un direttorio, senza scomodare la rivoluzione francese, che peraltro piace assai ai pentastellati, è formato da tre, cinque persone al massimo, compreso il capo che è un primus inter pares. Il direttivo di Crimi, a conti fatti, una mini assemblea consultiva di almeno una ventina di elementi, a servizio del capo. Il primo è un organo decisionale o decisorio snello e permanente. Il secondo qualcosa che da un lato lascia intatto il potere del capo, dall’altro proprio per la sua composizione non può che essere consultivo e “per le grandi occasioni”. Ma questo non è un dilemma che interessa al Diba. Lo ignora, infatti, quanto meno per ora.
Lui non ha incertezze. Fedeltà alla piattaforma Rousseau, poco importa se non piace alla maggioranza dei portavoce (gli eletti), conta invece un alleato con qualche voto in tasca da ottenere a buon mercato (le promesse non costano, mantenerle è cosa diversa). Nel 2023 un movimento, dunque, tornato alle origini, che va da solo ad affrontare qualunque consultazione e non si allea neanche dopo. Il che unito al sistema proporzionale con la reintroduzione delle preferenze (unica proposta buona) fa del movimento un soggetto condannato alla perenne opposizione. Cioè inutile. Non perchè l’opposizione sia inutile, anzi è preziosa, non solo per la funzione di controllo della maggioranza, ma perchè confrontandosi con la prima ed aspirando a prenderne il posto. diventa il sale della democrazia di un Paese. La condizione, ovviamente, è che si confrontino coalizioni formate da soggetti ispirati alla democrazia, sovranismo e nazionalismo, piaccia o meno, non rispondono a criteri di democrazia. Così come inutile è chi non vuole governare, perchè non lo sa e vuole fare.
Diba, politicamente, è non solo un utopista, ma pure un nostalgico, del tutto avulso dalla realtà. Ma una cosa conosce benissimo, direi meglio di tutti: la comunicazione. Non si spiega diversamente come abbia fatto a rimanere qualcuno nel movimento senza in sostanza esserci stato da tempo immemorabile. In una società come la nostra, che come manchi dieci giorni già ti ha dimenticato, lui è un’eccezione che si spiega con la sua capacità di attrarre l’attenzione. I voti nelle urne o ai congressi però sono tutt’altro.
A riprova, il fatto che non esce con una “piattaforma di proposte” definite e chiare. No! A differenza dagli altri si riserva di presentare una alla volta le sue proposte: uno stillicidio che romperebbe a chiunque abbia qualcosa da fare, ma che evidentemente piace a qualche nulla facente che, obiettivamente, non è che manchi nella base e che il Di Battista conta di conquistare.
Staremo a vedere quanto la sua proposta piacerà e quanto stuferà. Francamente non vorrei scommetterci. Ma, se fossi costretto, propenderei per la seconda: stuferà i più. Quanti, e chi lo sa? Mica sono il divino Otelma. Se poi raggranellerà poco, entrerà in campo l’opzione uno, quella già fatta passare nel dimenticatoio. “Se non passa la mia linea, non mi resta che prenderne atto e girare pagina”. Tradotto: provo a formarmi il partitello o movimentino.
Qualcosa che animasse l’ambiente degli Stati generali del partito del Vaffa era indispensabile, I signori sono serviti. E Grillo? Scommessa! Prepara una gran sorpresa che svelerà solo all’ultimo istante: piaccia o no è un’animale da palcoscenico ed un politico di razza.