Docente francese decapitato: ragioniamoci un attimo
Le indagini sulla decapitazione del Professore professore decapitato si estendono. Notizie si susseguono. Proviamo a fare il punto.
GP
Non amo buttarmi sulla notizia, spesso si scrivono colossali sciocchezze (Es, Era un coetaneo quello che aveva usato la scacciacani e ferito tre giovani a Reggio Emilia. In realtà, non un vent’enne ma un uomo di 43 anni il feritore di cinque ragazzi e non tre, la pistola un’arma vera, rubata). Certo chi scrive in testate online ha il vantaggio di poter modificare, a differenza della carta stampata che resta lì indelebile. Ma scrivere involontariamente fake news resta, quantomeno, sgradevole.
Mia nonna materna diceva spesso che la gatta frettolosa aveva fatto i gattini ciechi. Credo avesse ragione, poi un’articolo di approfondimento, che se scritto bene è quanto amano avere tra le mani i veri lettori, è davvero ciò che fa la differenza tra un giornale che vale e tanta inutile paccottiglia. E l’approfondimento richiede tempo di riflessione e di filtraggio delle notizie perché divengano idee.
Andiamo al fatto: Samuel Paty, professore di storia ed educazione civica, del liceo del comune di Conflans-Sainte-Honorine (Yvelines), vicino Parigi, come tutti sanno, è stato orrendamente e crudelmente decapitato da un diciottenne ceceno, perché reo di aver mostrato a sue allieve ed allievi alcune foto satiriche su Maometto, pubblicate a suo tempo dal settimanale satirico Charlie Hebdo, che costò alla testata l’attentato del gennaio 2015, in cui persero la vita noti vignettisti come Wolinski, Cabu, Charb e Tignous. La testata non ha desistito dal continuare e si è trasferita in un luogo non noto a tutti. Tant’è che, recentemente, qualche imbecille ha attaccato la vecchia sede per colpirli, ed ha invece coinvolto totali estranei.
Il killer, che la polizia ha dovuto abbattere come un animale furioso, non era a quanto sembra un lupo solitario. Il suo gesto sembra maturato in una famiglia di persone favorevoli al terrorismo islamico, e relativi amici, tutti attualmente agli arresti. Tra questi un militante islamico molto attivo in Francia, Abdelhakim Sefrioui, che accompagnò l’8 ottobre il padre di una studentessa dalla preside della scuola di Bois d’Aulne di Conflans-Saint-Honorine per chiedere l’esclusione dalla scuola dell’insegnante Samuel Paty, che aveva mostrato in classe le caricature di Maometto.
Si è anche scoperto, poi, che la zia di un’allieva era una militante dell’Isis. Il procuratore antiterrorismo francese, Jean-François Ricard, ha dichiarato in conferenza stampa che il killer era ceceno, nato nel marzo 2002 a Mosca di nome Abdoullakh Abuyezidvich Anzorov. Non era segnalato dai servizi come “a rischio radicalizzazione“, ma noto alla polizia per piccoli reati e “beneficiava in Francia dello status di rifugiato”.
“La sorellastra del padre che ha pubblicato il video su Youtube” per contestare la lezione sulla libertà d’espressione “ha fatto giuramento di fedeltà all’Isis ed è partita per la Siria. E’ oggetto di mandato di cattura“.
Se #jesuisprof è già questa mattina l’hashtag più diffuso sui social francesi, il Presidente francese Emmanuel Macron non ha risparmiato né parole di solidarietà verso gli insegnanti, né parole a difesa dei valori repubblicani di libertà e laicità. Annunziato “un omaggio nazionale” ad docente, ha poi chiuso assicurando che i fondamentalisti islamici in Francia non dormiranno sogni tranquilli e quanti hanno inneggiato al giovane assassino finiranno per maledire lui ed il suo atto criminale.
Fin qui la cronaca più o meno completa dei fatti salienti. Proviamo a ragionarci. Un delitto così efferato, l’insegnante è stato decapitato con un comune coltello da cucina dopo essere stato oggetto di ripetute ferite inferte alla gola, che gli erano costate la vita. Poi la freddezza di filmare il corpo e mostrare la testa mozzata. Tanto odio perchè? Non è e non può essere solo la reazione alla lezione del professore, i cui valori possono essere anche non condivisi, e quella era proprio la lezione, ma non per questo oggetto di vendetta. Si sono confrontati due mondi: la tolleranza, che è il punto di forza su cui costruire democrazia ed uguaglianza sociale, ed una visione ottusa che fa dei propri valori gli unici accettati ed accettabili, punto di forza delle dittature, in questo caso con alla base una visione deformata dei libri sacri. Perchè se è vero che il Corano predica l’obbligo per il fedele di convertire all’Islam l’infedele, ciò non significa affatto che Maometto ed Allah abbiano mai predicato la morte degli infedeli. Certo non sono “fratelli” come sono per i buoni cristiani anche coloro che hanno fede differente, ma da quello a stragi e barbare uccisioni ce ne corre.
Quello che è peggio è che in Francia, molto più che da noi, esistono interi quartieri alla periferia di Parigi, popolati prevalentemente da Algerini, Marocchini, Tunisini ed altri nord africani. Molti di loro sono cittadini francesi, perfettamente integrati, preziosi lavoratori che sostengono la stessa economia del Paese. Poi ci sono anche bande di criminali con etnie ben definite. Si arriva quindi ai pochi elementi radicalizzati che sono la manovalanza del terrorismo islamico infiltrato in occidente, sempre pronto a colpire. Gli attacchi terroristici non sono purtroppo rari in Francia. Ma non si può e non si deve generalizzare. E come se, visto che i cosiddetti ferventi cattolici americani, sono propensi alla difesa del suprematismo bianco, alla negazione della libertà per le donne, al sopruso sistematico, imposto con le armi nel mondo, noi dovessimo identificare il mondo cristiano e cattolico con quei personaggi assurdi dove essere cristiani e di estrema destra nazionalista diventano sinonimi.
Fin qui considerazioni abbastanza scontate e non certo originali. Passiamo alla proposta. Credo che sia indispensabile per il nostro Paese, anche se impegnato in una guerra al Covid che lo sta stremando, preoccuparsi di reintrodurre, prima possibile quei corsi di integrazione per i richiedenti asilo, che il governo giallo verde cancellò insieme ai meritori centri di accoglienza, qualificati come centri di propaganda politica di sinistra. Poco importa che siano migranti politici od economici. Francamente, tra chi scappa da un governo che ti condanna a morte perché sei di un partito diverso, o sei di altra etnia, e chi scappa dalla carestia che ti costringe ad assistere alla morte dei tuoi figli per fame e malattie banali, non vedo grandi differenze. Se non sapremo far ripartire a breve seri corsi di integrazione che di loro si occupino all’inizio dell’ingresso nel nostro Paese e poi, per chi rimane, periodicamente, conquistandone affetto e fiducia, li lasceremo in balia delle sirene della radicalizzazione. Che da noi non sono fortunatamente diffusissime, ma ci sono.
E’ un braccio di ferro che dobbiamo assolutamente vincere. Perdere significa essere esposti ad attentati, ovunque, ed a fenomeni da guerra civile, che non si sradicano certo seminando odio e diffidenza verso il diverso, colui che vien da altre parti. Siamo esseri umani: bianchi, gialli rossi o verdi, diceva un manifestino affisso dai centri sociali, apparteniamo alla stessa ed identica razza. Cani e gatti che si vogliono bene e si aiutano reciprocamente sono tanti, autentici esempi di tolleranza tra animali. Una lezione per gli uomini.
Aggiornamento del 24.10.2020: intollerabile la violenta e volgare protesta di Erdogan, che pretende di difendere l’estremismo islamico, accusando Macron di attacchi ingiustificati al mondo islamico. Peccato non abbia speso una parola per la vittima. Ma, dopo le sue azioni sui campi di guerra e nei confronti dei profughi, non ci meraviglia più nulla del personaggio.
Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare il “Lascia un commento” a piè dell’articolo, o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it della redazione o direttore@lavocenews.it, per seguirci su facebook potete mettere cortesemente il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it grazie.