Draghi, il messaggio subliminale nella lettera ai campioni del 1982

Alta tensione nel Governo alle prese con le crisi del M5S

Giovanna Sellaroli

In occasione della premiere del docu-film “Italia 1982, una storia azzurra”  tenutasi al Maxxi di Roma, Il Presidente del Consiglio Mario Draghi ha scritto una lettera a Marco Tardelli e ai campioni  dei  Mondiali  dell’82, per celebrare il quarantennale della vittoria.

Scrive il Presidente:

Caro Tardelli, cari Campioni dell’82. Sono davvero felice di mandarvi un saluto in occasione di questo evento che celebra il vostro trionfo ai Mondiali di Spagna. Quarant’anni fa siete entrati nella storia del calcio e del nostro Paese. In un momento difficile ci avete regalato una gioia incontenibile, un’estate indimenticabile“.

Tutti noi – aggiunge – ricordiamo i gol di Paolo Rossi, l’urlo di Marco Tardelli, l’emozione di Nando Martellini, l’esultanza del presidente della Repubblica Sandro Pertini. A distanza di quattro decenni la vostra nazionale continua a ispirare tutti noi per la sua compattezza, il gioco di squadra, la sincerità delle amicizie“.

Sono qualità che vi hanno distinto nello sport e nella vita. E sono queste caratteristiche che fanno di voi dei campioni, un esempio per generazioni di italiani“, conclude Draghi.  ( 11 luglio 2022 )

Compattezza, gioco di squadra, sincerità nelle amicizie: eccole le parole chiave. Come non leggervi un messaggio subliminale, rivolto in particolare a coloro che in queste ultime settimane stanno agitando e rendendo torbide le acque della politica italiana? Chissà se Conte avrà colto la sottile ironia di Mario Draghi.

Tra ricatti, ultimatum e colpi di sole da Papeete, il Governo sta vivendo ore di alta tensione. Un attacco frontale allo Stato e alla stabilità, in una situazione di grave crisi internazionale, con Draghi che ieri ha chiaramente detto che non si può tirare a campare. Non esiste un Governo senza 5S, se questa maggioranza cambia lui non è più disponibile, non esiste un Draghi bis.

La novità degli ultimi minuti è la dichiarazione di Enrico Letta: “Non voglio che venga visto come un ricatto ma se una forza politica importante come il M5S esce dal governo non è per ricatto o per ripicca che diciamo che cade tutto e si va al voto, è la logica delle cose”.

Poco prima, la dichiarazione di Matteo Salvini, finora in gioco di rimessa, che ha perentoriamente affermato di volere le elezioni se i 5S strappano: “Meglio far votare gli italiani che far passare loro 9 mesi sulle montagne russe”.

Infelice similitudine, sulle montagne russe ci siamo già, dal 24 febbraio. E così Matteo Salvini e Giuseppe Conte si ritrovano, pur non essendosi mai persi di vista.

Alla vigilia del voto in Senato sulla fiducia al dl Aiuti, oggi è il giorno della riunione del Consiglio Nazionale del Movimento 5S, ancora in corso al momento.

I 5S verso l’Aventino. Secondo fonti parlamentari la linea prevalente sino a stamattina, era quella di uscire dall’Aula di Palazzo Madama. Ma al momento, indiscrezioni parlano di una telefonata tra Draghi e Conte, non confermata da Palazzo Chigi. Stiamo a vedere gli sviluppi delle prossime ore. E domani vedremo.

MATTEO SALVINI E GIUSEPPE CONTE

Il presidente del Consiglio invece, dopo aver aperto ai 5 Stelle sul salario minimo, ieri  ha incontrato i sindacati; tra le questioni più urgenti, sul tavolo del faccia a faccia tra il premier, il ministro del Lavoro Andrea Orlando e le rappresentanze sindacali, il taglio al cuneo fiscale, i minimi salariali, e il rinnovo dei contratti. Presenti all’incontro anche i ministri Giancarlo Giorgetti, Stefano Patuanelli e Renato Brunetta. I partecipanti alla riunione fanno sapere che i tavoli dovrebbero aprirsi a partire dal 23 luglio. Mentre il prossimo incontro tra il governo e i sindacati dovrebbe avere luogo tra il 26 ed il 27 luglio.

Il Governo però, si è detto pronto a un sostanzioso intervento prima di fine mese. Per questo e su questo ci sarà una convocazione e la stesura di una bozza su uno strumento legislativo prima che vada in Consiglio dei ministri. Così a quanto si apprende da fonti sindacali al termine dell’incontro Draghi-Cgil Cisl Uil.

Draghi, inoltre, ha annunciato entro il mese di luglio, un corposo intervento di aiuti per famiglie e imprese. “Le aree sono simili a quelle già trattate nel passato, bollette, accise su benzina e gasolio, ma anche interventi proporzionati alla ricchezza e al reddito dell’individuo”. Non occorrerebbe dunque uno scostamento di bilancio per finanziare questo intervento.

Scostamento di bilancio, ossia debito, come invocano Lega e 5S.

MARIO DRAGHI
in Conferenza Stampa

Il Presidente del Consiglio ha annunciato la volontà di muoversi in direzione del salario minimo; il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha spiegato che l’esecutivo lavora a “Un meccanismo che tenga insieme il valore positivo della contrattazione collettiva e l’esigenza di un salario minimo” per chi non beneficia della contrattazione o per chi ha contratti cosiddetti pirata.

La nostra economia sta andando meglio delle attese“, rispetto ad altri paesi, “ma l’inflazione erode il potere d’acquisto delle famiglie e aumenta i costi delle imprese soprattutto nel settore manifatturiero“, ha detto il premier in conferenza stampa, sottolineando: “Dobbiamo intervenire per sostenere l’occupazione e affrontare le disuguaglianze che si aggravano, per difendere pensioni e salariPer far questo occorre essere insieme e un coinvolgimento pieno del governo con le parti sociali”.

Sempre nella conferenza stampa di ieri, Mario Draghi ha risposto a diverse domande. Tra queste gli è stato chiesto se tornerà in Parlamento per una verifica se il M5S non parteciperà al voto in Senato. “Primo: lo chieda al presidente Mattarella” è stata la risposta. “Secondo, ho già detto che per me non c’è un governo senza 5 stelle. Terzo, ho già detto che non c’è un governo Draghi. Questa situazione di fibrillazione il governo l’ha affrontata abbastanza bene, continua a lavorare”.

Ma ha aggiunto: “qualora si verificasse una situazione per cui il governo non riuscisse a lavorare — lo dico anche per i tanti altri che dicono che a settembre faranno sfracelli e minacciano cose terribili — un governo con ultimatum non lavora. A quel punto il governo perde il suo senso di esistere. E se è così una sofferenza stare all’interno dell’esecutivo, meglio essere chiari, no?”.

L’Italia può permettersi un voto in autunno, prima della Finanziaria? Mario Draghi decide di non rispondere a questa domanda: “Non commento scenari ipotetici”, ha detto, “anche perché sono parte in causa”.

Competenza e lucidità nelle parole di Mario Draghi. Non si può dire altrettanto di chi vuole restare al Governo, ma abbandona l’aula sulla fiducia al decreto aiuti.

Tutto questo con una crisi internazionale senza precedenti, con una guerra nel cuore dell’Europa, con il covid che morde e miete vittime, con la siccità, con la crisi energetica. Insomma, come vogliamo chiamarla se non totale immaturità istituzionale.

O forse sarà ‘il tramonto di quell’aggressivo e blandito gruppo di potere che in questi anni è stato il M5S è impressionante, l’orrore del vuoto è ormai approdato allo stadio del panico’, come twitta Jacopo Iacoboni, giornalista e saggista.

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