Fuori programma: proroga al 13 aprile delle misure di contenimento.
Lo ha da poco comunicato al Senato il Ministro della Salute Roberto Speranza. E’ in corso il dibattito.
Gianvito Pugliese
Mentre scriviamo questo articolo, nel Senato della Repubblica è in corso il dibattito relativo alla comunicazione, di poco meno di un quarto d’ora fa, del Ministro della Salute, Roberto Speranza, della proroga al 13 aprile delle misure di contenimento attualmente in corso ed in particolare delle limitazioni alle attività e agli spostamenti individuali.
Speranza ha detto che “Siamo nel pieno di un’esperienza durissima e drammatica, avremo tempo e modo di valutare ogni atto e conseguenza, ma a tutti è chiara una cosa: il Servizio sanitario nazionale è il patrimonio più prezioso che possa esserci e su di esso dobbiamo investire con tutte le forze che abbiamo. Il clima politico positivo e unitario è una precondizione essenziale per tenere unito il Paese in questo momento difficile della nostra storia. Non è il tempo delle divisioni. L’unità e la coesione sociale sono indispensabili in queste condizioni, come ha detto il presidente Mattarella”, ed ha continuato, “Attenzione ai facili ottimismi che possono vanificare i sacrifici fatti: non dobbiamo confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessato allarme. La battaglia è ancora molto lunga e sbagliare i tempi o anticipare misure sarebbe vanificare tutto”.
Le decisioni “drastiche prese – ha continuato Speranza – iniziano a dare i primi risultati e il contagio rallenta, ma sarebbe un errore scambiare un primo risultato per una sconfitta del Covid-19″. Speranza ha proseguito “Dobbiamo portare sotto il livello 1 il parametro R con zero, ovvero l’indice di contagio. Questo per evitare che il Sistema sanitario nazionale venga colpito da un ulteriore tsunami, ma la strada è ancora lunga”. In assenza di un vaccino la lotta è “molto difficile”e la ” fase di condivisione con il virus andrà gestita con il Comitato tecnico scientifico, con prudenza e conservando le pratiche dei comportamenti responsabili”. “Dobbiamo programmare il domani e lo stiamo già facendo – ha detto verso la conclusione delle comunicazioni – ma non bisogna sbagliare i tempi”.
Il dibattito è in corso. Con un articolo separato faremo qualche considerazione in proposito. Possiamo solo anticipare che il richiamo all’unità, sia di Roberto Speranza che dello stratosfericamente più autorevole Sergio Mattarella, mi pare sia caduto nel vuoto.