Genocidio e deportazioni

Numeri spaventosi, soprattutto di bimbi prelevati da orfanotrofi o sottratti ai genitori con la forza. In copertina genocidio armeno

Gianvito Pugliese

Ieri sera ho cenato più tardi del solito e mentre ascoltavamo, come di consueto Rainew24, con la coda dell’occhio ho intravisto, in una stringa scorrevole, numeri spaventosi di ucraini deportati in Russia e, ancor più spaventosi, quelli dei bambini prelevati o dagli orfanotrofi o sottratti ai genitori.

Non sono sicuro di ricordare bene quei numeri. Ho tentato una ricerca, ma gli unici dati certi, per quanto naturalmente incerte siano le notizie da un Paese in guerra, risalgono al 24 marzo ed ad un articolo pubblicato in quella data dall’Huffpost. Vadim Boychenko, sindaco di Mariupol accusa: “Gli invasori costringono le persone già stremate dalla guerra a salire sugli autobus, li privano di passaporti e altri documenti di identità ucraini, dei cellulari. Li portano in campi di smistamento e poi in diverse città remote della Russia. Deportati come fecero i nazisti durante la Seconda guerra mondiale“. Per il sindaco, i russi bloccano i convogli per l’evacuazione dei cittadini (oggi -ndr. 24 marzo- sono stati fermati gli autobus da Zaporozhye a Berdyansk), “solo per impedire alle persone di tornare nel territorio controllato dall’Ucraina, contro la loro volontà“. In precedenza Boychenko aveva scritto sui social: “Gli occupanti hanno portato via persone dal distretto di Livoberezhny e da un rifugio antiaereo nell’edificio di un club sportivo, dove più di mille persone, soprattutto donne e bambini, si nascondevano dai bombardamenti”.

Gli fa eco, sempre dall’Huffpost, Lyudmila Denisova, commissaria del Parlamento ucraino per i diritti umani, che dopo aver definito le deportazioni “un crimine di guerra“, riferisce i dati forniti dalla stessa Russia al 24 marzo: “secondo cui sono già state deportate dall’Ucraina 402.000 persone, di cui 84.000 bambini. Ieri erano 366.000“. Trentaseimila persone in un giorno e dall’ora son trascorsi 26 giorni che a quella media fanno altri 936.000 in più. Ed i bambini sarebbero raddoppiati, se ben ricordo i dati di ieri sera di Rainews24.

Denisova aggiunge: “E non sappiamo cosa sia successo loro; vengono trattenuti in alcuni campi, filtrati nella regione di Donetsk, e poi portati in Russia. A chi accetta di lavorare è vietato lasciare il proprio luogo di residenza per due anni “.

Oleg Nikolenko, portavoce del ministero degli Esteri ucraino, parla delle deportazione come di “un nuovo livello del terrore”.

La Russia, in particolare il solito Peskov, nega ovviamente le deportazioni forzate, si tratta di “amiconi della Russia, che adorano Putin, parlano russo, volevano andare a vivere in Russia e l’asino vola”.

Che siano ennesimi brutali crimini di guerra non ci piove, ma quanto descritto, unito alla dichiarazione da reo confesso di Putin che “gli ucraini non esistono“, integra perfettamente il delitto di genocidio. Si strappano i bambini ai genitori, si fanno nuove leggi per le adozioni rapide dei bimbi ucraini da parte di famiglie russe, si deportano tutti gli ucraini destinati a non morire sotto i bombardamenti dal cielo e dalla terra, che distruggono intere città -Mariupol è distrutta al 90 % ed oltre-. Che altro occorre per comprendere che la cancellazione di un popolo. per appropriarsi del suo territorio, sia in atto? E questo è genocidio, nulla di diverso.

Ieri Putin ha conferito onorificenze alle truppe di stanza a Bucha, responsabili dei noti crimini di guerra. Uccidere i civili, stuprare, impedire finanche la sepoltura dei morti, merita la medaglia in Russia. Putin farebbe bene a coniare la Medaglia alla codardia, riesumare Maramaldo e farne l’addetto russo ad appuntare i riconoscimenti militari.

Torno a chiedere: l’Onu dov’è? Se è viva, e ne dubito, dovrà rispondere di tante omissione e della propria ignavia. Vogliamo, cortesemente, mettere a disposizione delle forze armate ucraine i caccia richiesti -visto che gli attributi alla Nato per dichiarare la no fly zone mancano del tutto- ed i mezzi corazzati adeguati, e farlo subito, mo’ per capirci, perché ogni minuto di ritardo fa crescere esponenzialmente il numero dei civili massacrati e se ci è rimasto un po’ di coscienza e dignità, non lo si può accettare tergiversando mentre la gente muore.

Una sola aggiunta: i pacifisti d’occasione abbiano il pudore di tacere. Tutti vogliamo la Pace, salvo gli aggressori. I signorini colombe avranno la bontà di spiegarmi perché, se qualcuno li scippa, li deruba, li rapina, chiedono e pretendono l’intervento delle forze dell’ordine, e se invece in Ucraina viene rapinata la vita dei cittadini, deportate donne, bambini ed uomini, ed il suolo della Patria, calpestato da chi vorrebbe farne “cosa nostra”, aiutarli a sopravvivere è riprovevole. Loro invece sono semplicemente disgustosi.

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