Gli scienziati e Conte
Appello degli scienziati perchè il Recovery fund segni una svolta per la ricerca.
GP
Una svolta per rafforzare la ricerca in Italia, è quello che chiedono gli scienziati al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Quindici miliardi in cinque anni da prevedere nel Recovery Fund per essere competitivi nella ricerca e di conseguenza nell’economia.
Questo il contenuto di una lettera inviata a Conte ed al ministro della ricerca Gaetano Manfredi (e resa nota) da quattordici scienziati tra cui spiccano i nomi di Luciano Maiani, Giorgio Parisi, Alberto Mantovani, Massimo Inguscio e Angela Bracco.
“Occorre avere il coraggio di una svolta ambiziosa, l’unica realistica possibilità per il rafforzamento della ricerca italiana dipende da come verrà ripartito il Recovery Fund . Purtroppo, nella discussione politica degli ultimi giorni, la ricerca sembra uscita dai radar del Recovery Fund. Questo ci spinge a tornare pubblicamente sull’argomento per ribadire la nostra proposta e fornire un quadro più preciso delle scelte di altri governi . L’investimento di 15 miliardi di euro in 5 anni, pari al 7% della cifra stimata per l’Italia nel piano Next Generation EU, ci permetterebbe di propiziare e accelerare la rinascita che verrà. Essere competitivi sul piano socioeconomico ed essere competitivi nella ricerca sono circostanze che vanno insieme. Oggi vi è una più nitida consapevolezza del valore della ricerca, degli sforzi necessari, della fatica della scienza, e un sostegno sensibilmente maggiore che nel passato da parte dell’opinione pubblica“.
Gli scienziati concludono auspicando che l’Italia non perda l’ennesima occasione di essere competitiva con il resto dei Paesi europei anche nella ricerca: ” Proposte analoghe sono in corso di adozione da parte di altri membri dell’Unione. La Francia si prefigge di raddoppiare i fondi posti a bando dall’Agenzia Nazionale per la Ricerca per progetti in tutte le discipline, portando a circa 1 miliardo di euro per anno i 450 milioni del 2020, con lo scopo di raggiungere un numero di progetti di eccellenza finanziati superiore al 25% della richiesta, lo standard delle migliori agenzie di finanziamento “
In pochissime parole gli scienziati, molto più autorevolmente di quanto non possiamo fare noi, esprimono il timore, a fondata ragione visto le premesse della discussione sui 209 miliardi del Recovery fund, che la ricerca e la scienza, passata la paura del Coronavirus, tornino insieme alla cultura ad essere l’eterna Cenerentola nelle priorità del Paese e dall’alto dei loro cervelli “implorano” di non commettere l’ennesima sciocchezza di mortificare la ricerca, perchè senza essere competitivi in quel campo non lo si può essere nell’agone economico del mondo globalizzato.
Sembra assurdo che occorra ricordare alla politica l’importanza della ricerca. I tempi del vaccino sanno di miracoloso. Ma gli scienziati sanno benissimo per esperienza vissuta che “passato lo Santo, passata la festa”, passata la paura, cioè, tutto come prima ed il dibattito torna ad essere quello di sempre: guerra ad oltranza tra partiti perchè i fondi siano convogliati nei settori in cui ciascuno ha maggiori interessi. In tutto questo il quadro generale dell’interesse e della crescita del Paese, resta come un inutile optional relegato e finisce all’angolo più remoto. E gli scienziati lo denunciano. Alla politica rispondere coi fatti, con le parole, infatti, non hanno uguali.
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