Gli strascichi del voto per il Colle
Archiviata l’elezione del Capo dello Stato col Mattarella-bis all’ottavo scrutinio, si accende lo scontro nelle coalizioni e nei partiti,
Gianvito Pugliese
L’unico che, almeno in apparenza, è non solo felice del risultato ma anche galvanizzato è Enrico Letta. Anzitutto, rivendica la scelta del Pd per il Mattarella-bis fin dall’inizio, rilancia poi l’azione di governo, che con Mattarella nuovamente al Colle è messa in sicurezza, e richiama i partiti tutti a concentrarsi sulla legge elettorale che dovrà consentire ai cittadini di votare gli eletti ed eliminare sia il Rosatellum, che considera “la peggior legge elettorale mai esistita“, che i cambi di casacca. Gli risponde per Forza Italia Antonio Tajani: “noi restiamo fedeli al maggioritario“. Semplice scaramuccia.
La guerra è scoppiata nel centrodestra. Non si fa fatica ad accorgersi che è imploso. Giorgia Meloni, non usa mezzi termini e lo definisce “polverizzato“. Preso atto di ciò la leader di Fratelli d’Italia: “Il centrodestra è da rifondare e questo è quello a cui lavoro io da oggi”. Ed incalza: “polverizzato in Parlamento ma maggioranza nel Paese. Nulla è perduto, non vi abbattete, ma lavoriamo, non bisogna piegarci. Voi avete votato Draghi e prima Monti a Presidente del Consiglio e dite a me che ci voleva un politico al Quirinale? Non fatemi la morale, se avessimo votato avremmo un politico di centrodestra al Colle. All’ultimo vertice del centrodestra eravamo tutti contrari alla rielezione di Mattarella. tanto che ho fatto una battuta: ‘non possiamo votare no a Mattarella’, poi non so che è successo, e ancora non lo so”.
Matteo Salvini, comprende che nella linea Meloni si sono tutte le premesse per azzerare la sua leadership del centrodestra. Meloni, è chiaro come il sole, la vuole per se. La Lega comunica che prossimamente Salvini convocherà il Consiglio Federale. All’ordine del giorno, anche una profonda riflessione sul centrodestra, dopo gli avvenimenti del Quirinale. Troppi voti mancati per la Presidente Casellati per correrci sopra, Nessuno lo dice, ma sia Salvini che Tajani non gioiscono di certo dei voti a Nordio oltre lo steccato di Fratelli d’Italia. Una evidente anticipazione di un cambio di casacche massiccio all’interno del centrodestra, in favore del partito della Meloni. E Salvini fa sapere che “intende ragionare sul futuro della coalizione, con chi è sinceramente interessato, per costruire un progetto di medio-lungo termine”.
La risposta da Via della Scrofa, suona più o meno così: “Risparmia la fatica, ci pensiamo noi”.
Tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio si accende uno scontro personale. Oggi Di Maio ha chiesto a Conte un “chiarimento“. Risposta di Conte: “L’ho chiesto prima io, un chiarimento ci sarà senz’altro. Di Maio avrà modo di chiarire il suo operato e la sua agenda“.
Per Di Maio: “Alcune leadership hanno fallito, hanno alimentato tensioni e divisioni: dobbiamo lavorare per unire, per allargare, la politica in questi giorni è rimasta vittima di se stessa: per fortuna questo stallo l’hanno risolto il Parlamento grazie anche al contributo del presidente del consiglio Mario Draghi“. Per Conte:” Se Di Maio parla di fallimento, se di Maio ha delle posizioni le chiarirà perché lui era in cabina di regia, come ministro l’ho fatto partecipare, ci chiarirà perché non ha chiarito questa posizione, e soprattutto ci chiarirà i suoi comportamenti, non a Conte, agli iscritti”.
Ricompare dal nulla Alessandro Di Battista che sembra prendere le difese di Conte: “vigliacco mettere sul banco degli imputati l’ultimo arrivato, cioè Giuseppe Conte”. A mio avviso Di Battista conferma la sua linea inconcludente di attacco a 360°. Contemporaneamente da del vigliacco a Di Maio e dell’ultimo arrivato a Conte.
Mario Draghi può far ripartire il governo con rinnovata energia e mi auguro che, forte dell’appoggio incondizionato di Sergio Mattarella, potrà finalmente, da buon direttore d’orchestra, far procedere i musicisti in armonia e senza quelle dissonanze e stonature che si sono finora verificate troppe volte.
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