Habemus i sottosegretari, tranne uno.
La natura eterogenea di questa maggioranza si è fatta sentire per le difficoltà di arrivare alla disputata nomina di viceministri e sottosegretari.
GP
Tra veti incrociati e duri scontri tra titolari dei dicasteri si è tenuto il Consiglio dei Ministri che, per espressa decisione di Draghi, ha incluso in zona Cesarini la nomina dei viceministri e sottosegretari. Tutti designati, fuorché il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega allo sport che, Palazzo Chigi avverte, sarà designato poi, separatamente.
I veti e gli scontri sono arrivati al punto di sospendere la seduta ed era circolata l’ipotesi di un rinvio al giorno dopo, poi è avvenuto il miracolo e si è varata la lista presentata da Mario Draghi.
Trentanove le nomine, 19 donne e 20 uomini, Un solo tecnico, il capo della polizia Franco Gabrielli ai servizi segreti. Quanto all’attribuzione numerica per partito, i sottosegretari: 11 sono stati assegnati al M5S, 9 alla Lega, 6 a Forza Italia e Pd, 2 a Italia viva, 1 al Centro democratico, +Europa, Leu, Nci. I sei viceministri sono stati così ripartiti: 2 M5S, 1 a Pd, FI, Iv e Lega.
LA LISTA
Presidenza del Consiglio
• Deborah Bergamini, Simona Malpezzi (rapporti con il Parlamento)
• Dalila Nesci (Sud e coesione territoriale)
• Assuntela Messina (innovazione tecnologica e transizione digitale)
• Vincenzo Amendola (affari europei)
• Giuseppe Moles (informazione ed editoria)
• Bruno Tabacci (coordinamento della politica economica)
• Franco Gabrielli (sicurezza della Repubblica)
Esteri e cooperazione internazionale
Marina Sereni – viceministro
Manlio Di Stefano
Benedetto Della Vedova
Interno
Nicola Molteni
Ivan Scalfarotto
Carlo Sibilia
Giustizia
Anna Macina
Francesco Paolo Sisto
Difesa
Giorgio Mulè
Stefania Pucciarelli
Economia
Laura Castelli – viceministro
Claudio Durigon
Maria Cecilia Guerra
Alessandra Sartore
Sviluppo economico
Gilberto Pichetto Fratin – viceministro
Alessandra Todde – viceministro
Anna Ascani
Politiche agricole alimentari e forestali
Francesco Battistoni
Gian Marco Centinaio
Transizione ecologica
Ilaria Fontana
Vannia Gava
Infrastrutture e trasporti
Teresa Bellanova – viceministro
Alessandro Morelli – viceministro
Giancarlo Cancelleri
Lavoro e politiche sociali
Rossella Accoto
Tiziana Nisini
Istruzione
Barbara Floridia
Rossano Sasso
Beni e attività culturali
Lucia Borgonzoni
Salute
Pierpaolo Sileri
Andrea Costa
Un’osservazione nasce spontanea. Con tanti partiti assemblati in maggioranza era prevedibile la difficoltà di accontentare tutti e assecondare le loro richieste. Qualche rallentamento per arrivare alle nomine era scontato, come pure qualche tensione in Cdm. Ma quanto avvenuto da la fotografia di questo Governo. Nessuno mette in discussione le qualità di Mario Draghi economista, ma credo che il professore si stia rendendo conto che governare numeri ed economia non è facile, ma nulla in confronto alle difficoltà di portare avanti una maggioranza, così eterogenea, ed un Cdm dove gli odi tra componenti sono incrostati da troppo tempo. E siamo alle scaramucce iniziali. Quando arriverà il Recovery plan, coi suoi 209 miliardi da attribuire, sbaglierò, ma Draghi tasterà con mano per la prima volta in quale ginepraio si ritrova. Li si giocano gli interessi veri dei partiti e di quelli che dall’esterno li comandano: i finanziatori. Per trovare un accordo ci vorrà un miracolo, e ciò che è peggio è che l’interesse ed il futuro del Paese sarà l’ultima delle preoccupazioni tra i gladiatori dell’arena parlamentare. Draghi, novello Cesare, dovrà scegliere tra salvare il Paese o la sua maggioranza sgangherata ed affamata, e non sarà una scelta facile.
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