Ieri sera sfida televisiva Macron – Le Pen
Era il fatto del giorno ma le infinite tv italiane non hanno brillato.
Gianvito Pugliese
Ieri sera, all’ora di cena, alle 21,00 precise è cominciato il dibattito televisivo, in vista del ballottaggio di domenica 24 aprile, che vedeva contrapposti la sfidante, Marine Le Pen, al Presidente uscente, Emmanuel Macron.
Non sono un tifoso delle maratone Mentana, ma ieri ne ho sentito davvero la mancanza. Sarò stato io incapace o sfortunato, ma per quanto abbia cercato un canale televisivo italiano che trasmettesse integralmente il match Macron – Le Pen, senza inutili interruzioni per commenti superflui di conduttori ed ospiti in studio, non sono riuscito a trovarlo. Rainews24, perlomeno nella prima fase, alcuni punti salienti ce li ha fatti ascoltare in diretta, ma stessa cosa poi a proposito di interruzioni continue, inutili, noiose e col solo risultato di non farti ascoltare i contendenti. Sui canali Rai i commenti azzeccati, come sempre, della corrispondente da Parigi, Giovanna Botteri, ma finanche lei ieri sera diventava un’interruzione sgradevole e ripetitiva.
Molti i temi del contendere tra i due, ma il conflitto russo-ucraino, come prevedibile ha fatto la parte del leone, Le Pen si è dichiarata “in disaccordo con le sanzioni sul gas e petrolio russo. Non penso sia un buon metodo, non farà male alla Russia che venderà ad altri Paesi mentre farà molto male alla Francia”. Dura replica di Macron alla candidata del Rassemblement National. Il Presidente uscente l’ha accusata di “dipendere dal potere russo”. Macron ha insistito sul prestito da 9 milioni di euro chiesto ed ottenuto dalla Le Pen da un finanziere russo vicino a Putin.
Il primo sondaggio dopo il dibattito riporta Macron a distanza di sicurezza: Macron batte Le Pen 59 a 39%.
Sempre sulla Russia, Macron ha letteralmente messo all’angolo la le Pen, che è platealmente arrossita in quel mentre, ricordandole di essere stata “tra le prime parlamentari a riconoscere il risultato dell’annessione della Crimea dalla Russia. Così è stato, e lo dico con molta gravità, perché lei è dipendente dal potere russo e dal signor Putin qualche mese dopo aver contrattato un prestito nel 2015 presso una banca russa vicina al potere, poi avete rinegoziato questo prestito con altri attori coinvolti nella guerra in Siria“.
Macron ha proseguito: “lei parla col suo banchiere” e non con dirigenti di un altro Paese. “Forse è per questo che quando bisogna assumere scelte coraggiose né lei né i suoi rappresentanti sono presenti all’appuntamento“. Quindi l’affondo alla Cirano de Bergerac: “Siete sempre stata ambigua su questo tema perché lei non è in una situazione da potenza a potenza, i suoi interessi sono legati a quelli della Russia”.
Le Pen si è aggrappata ai muri lisci: “Aggressione a Ucraina non è ammissibile. Esprimo la mia solidarietà e la mia compassione assoluta al popolo ucraino”. Si è detta d’accordo con le sanzioni. contro gli oligarchi adottate dall’Unione europea ma “L’unica sanzione con cui non sono d’accordo è il blocco delle importazioni di gas e petrolio russo”. E’ dunque non vuol chiudere il maggior canale di finanziamento utilizzato da Putin per fare la guerra all’Ucraina. Una difesa pietosa.
Così come è uscita sconfitta nella sfida sull’economia dove proponeva l’azzeramento dell’Iva sui prodotti alimentari. Macron le ha contestato di proporre una misura populista, ma contraria agli interessi delle famiglie povere. Azzerare l’Iva significa non farla pagare neanche ai ricchi, che spendendo di più ricavano il maggior profitto. Sostegni mirati alle famiglie che ne hanno bisogno e controllo dei prezzi delle forniture energetiche la ricetta Macron per dare ai francesi il meglio possibile.
Risultato, come abbiamo anticipato, un Macron che batte la Le Pen 59 a 39% e riconquista un ampio margine di sicurezza. Il primo sondaggio pubblicato dopo la sfida è stato quello dell’istituto Elabe per Bfm-Tv, secondo cui: ” Il presidente francese è stato giudicato il più convincente dal 59% degli intervistati, la sfidante d’estrema destra dal 39%. Il 2% non si è pronunciato“.
Un’ultima considerazione, per quello che ci è stato consentito ascoltare della sfida, va all’Europa. Marine Le Pen, si è attestata sulla posizione del suo partito: “Non c’è un popolo europeo, non c’è una sovranità europea, è lei, Monsieur Macron, che vuole parlare di sovranità europea e non di sovranità francese“. Macron incalza; “Voi non lo dite ma volete far uscire la Francia dall’Unione europea“. Le Pen “Noi vogliamo cambiare l’Europa dall’interno e trasformarla in un’Europa delle nazioni libere e della cooperazione“. Macron: “Quindi diciamo che dite bugie su quello che proponete“. Marine Le Pen, cerca di salvarsi sbandierando il tema della “preferenza nazionale nell’assunzione dei lavoratori“, ma Macron la brucia: sarebbe “la fine della libera circolazione delle persone e delle merci“. In altre parole la condanna a morte dell’Europa.
Una osservazione, in chiusura; sembrava si fossero invertiti i ruoli. La sfidante, che per tradizione attacca, messa all’angolo ripetutamente e costretta, dopo i primi attimi di tregua, in perenne difesa. Il Presidente uscente, solitamente il difesa dell’operato del suo governo, in attacco costante. Mi ripeto. Con una tecnica alla Ciranò di Bergerac “E’ giunto al fin della licenza, io tocco”. Ed ha toccato ripetutamente con i risultati dei sondaggi che abbiamo visto. Ora l’ultima parola ai francesi, nelle urne, domenica 24 aprile.
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