Il bue dice cornuto al ciuccio
L’intervista di Renzi al Messaggero, come riportata dall’Agi, è piuttosto emblematica.
Gianvito Pugliese
L’Agi centra già nel titolo, Renzi: “Letta ondivago sul Colle, rischia l’isolamento“ e sintetizza la sua linea nell’occhiello: “L’area di centro con Toti può rappresentare il 10% degli italiani”.
Sarebbe già sufficiente per imbastire un ragionamento ed un articolo, ma non si ferma lì: “Fatico a capire il disegno di Letta. Prima ha rotto con noi attribuendo a Italia Viva il fallimento sullo Zan che invece è stato un clamoroso autogol del nuovo Pd. Poi ha scommesso sul rapporto con la Meloni che ha risposto annunciando il voto per Berlusconi”.
A questo punto, in crisi di astinenza, l’arcilogorroico senatore di Rignano dilaga: “Infine non si è accorto che Conte e Di Maio stanno litigando per capire chi sceglierà i pochi posti rimasti ai 5 Stelle alle prossime elezioni. E in questa battaglia campale entrambi flirtano segretamente con Salvini lasciando Letta solo. Alla ripresa i gruppi parlamentari del Pd – composti da gente che conosce la politica – aiuteranno il segretario a uscire dall’isolamento in cui si è cacciato. Altrimenti, per la prima volta il Pd sarà ininfluente rispetto alla scelta dell’inquilino del Colle“.
Per Renzi: “L’area di centro con Toti può rappresentare il 10% degli italiani. A destra ci sono i sovranisti di Salvini e Meloni. A sinistra il Pd insegue la piazza di Landini e il populismo grillino. Ovvio che ci sia uno spazio centrale, distinto e distante da questa destra e da questa sinistra. Siamo pronti a parlarne anche in Parlamento sapendo che la vera sfida è garantire che la legislatura non abbia contraccolpi dal passaggio del Quirinale e si voti regolarmente nel 2023. Oltre il 10 per cento degli italiani non vuole vivere sovranista e non vuole vivere grillino. Vedremo come dare rappresentanza a questo mondo”. Se i dem (ndr.) “oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema sia la cura sono contento per loro e faccio molti fervidi auguri. è il motivo per cui non sono più nel Pd: io credo nel riformismo, loro nel dalemismo”.
Procedo con ordine perché il rischio di perdersi nei discorsi renziani è altissimo. Occorre, anzitutto, separare quello che lui dice, per seminare zizzania tra i suoi presunti avversari, cioè tutto l’arco costituzionale, tranne il “pollo di turno”, che è semplicemente in lista d’attesa dei futuri immancabili bocconi avvelenati. Poi c’è il messaggio manifestamente denigratorio, immancabilmente presente, anche se quest’ultimo, purtroppo, non è monopolio suo, ma diventa sempre più condiviso. Poi non mancano i depistaggi a beneficio del lettore, che evidentemente non stima neanche un po’ e ritiene possa credere all’asino che vola.
Quindi analizziamo e commentiamo punto per punto. “Fatico a capire il disegno di Letta. Prima ha rotto con noi attribuendo a Italia Viva il fallimento sullo Zan…….”. Letta, o meglio il 99,9% del Pd, ha rotto con Renzi non sul ddl Zan, né per vendetta sul “Stai sereno Enrico…..”. La rottura è stata la diretta conseguenza della manovra di palazzo ordita da Renzi ai danni del governo di centrosinistra Conte II. Renzi se ne vanta ancora, ma sono stati i voti d’Italia Viva, venuti meno, a suonare le campane a morto del Conte II. E se al governo ora ci sono Ministri leghisti e forzitalioti, ed i due partiti sono in maggioranza, chi sa fare due più due, ed i dem la politica la conoscono, sa che tanto è la conseguenza di quell’osceno tira e molla di Renzi, che credeva di giocare al gatto col topo col governo di centrosinistra.
Quale orgasmo stellare deve aver provocato all’ego sconfinato del personaggio la scena delle dimissioni di Conte nella mani di Mattarella. Era l’apoteosi delle sue manovre. Peccato che il veleno che semini poi inevitabilmente ritorna. Purtroppo temo, illustre senatore, che i suoi genitori, che sappiamo sempre impegnati in attività economiche importanti (se discutibili o meno lo dicano i magistrati, non io), non le hanno insegnato che il male che si fa, ed ancor prima il veleno che si vomita torna sempre indietro con gli interessi. E non deve averglielo spiegato neanche padre Enrico Deidda, superiore della comunità dei gesuiti di San Michele, prete da anni guida negli esercizi spirituali suoi e di sua moglie.
La caduta del Governo Conte II, l’avrà anche esaltata e reso orgoglioso, tanto che, ripeto, continua a menarne vanto, ma da quel momento la sinistra le ha sbattuto le porte in faccia e gli elettori pure, se lei che aspirava al 6% nel fondare Italia Viva ed ottenne un 4-4,5%, ora si ritrova al 2,2%.
Ha tentato di essere scritturato dalla troika di destra (Salvini-Meloni-Berlusconi) come regista, ma non solo quel contratto di scrittura artistica non è arrivato, ma lei, che strizzava l’occhietto al centrodestra, confidando su Berlusconi in forza del noto patto del Nazareno, è stato l’unico non invitato al pranzo di Villa Grande.
Ne è seguito un silenzio tombale al quale non ci aveva di certo abituati, ma riprendiamo il filo delle dichiarazioni. Scopriamo grazie alle sue rivelazioni che Letta flirta con Meloni, che poi lo respinge per Berlusconi al Colle (“Poi ha scommesso sul rapporto con la Meloni che ha risposto annunciando il voto per Berlusconi“), che Conte e Di Maio flirtano con Salvini (entrambi flirtano segretamente con Salvini lasciando Letta solo). Dopo tanti flirt clandestini rivelati, una domanda all’ex rottamatore: ” Ma lei tra i professori responsabili della sua formazione giovanile, quella che poi ci portiamo dietro nella vita, ha avuto un certo Iago da Venezia. E se si, Otello chi sarebbe? Il Popolo Italiano che dovrebbe credere che l’asino vola e emarginare gli amanti nascosti nell’ombra? Il fazzoletto lo ha portato?”.
Corsi e ricorsi storici: “la storia si ripete” teorizzava Giambattista Vico, ma con un certo lasso di tempo. Non dopo dieci giorni, Chiuso con Pd, Sinistra, Cinque Stelle, come pure Verdi e +Europa, finita l’alleanza con Calenda, che regge per un comune ma frana a livello politico nazionale, respinte le profferte dai triunviri del centrodestra, che forse non vogliono contare su chi poi ti molla e trama alle spalle, non rimane che ripercorrere una strada, peraltro già sbarrata dopo il confronto di Italia Viva con Coraggio Italia, partito di Brugnaro e Toti. I parlamentari del satellite di centrodestra non vogliono sentir parlare di Renzi. Sintetizza bene la dichiarazione di Osvaldo Napoli: “Matteo Renzi ha tutto da guadagnare: se gli riesce di controllare 60 parlamentari fra Italia Viva e Coraggio Italia puo’ diventare l’arbitro dell’elezione del Capo dello Stato“. Ma cosa ci guadagnerebbe Coraggio Italia?
Alla fine ripesca finanche Massimo D’Alema, ritiratosi in disparte da decenni, tentando di giocare sulla poca popolarità del senatore gallipolino: ” Se i dem (ndr.) “oggi pensano che il renzismo sia la malattia e D’Alema …..omissis…. io credo nel riformismo, loro nel dalemismo”. Andare a resuscitare D’Alema dall’oblio in cui sta da tempo dimostra quanto sia alla frutta, anzi all’ammazzacaffè.
La ciliegina sulla torta però è l’apertura del titolo dell’Agi, già richiamato: “Letta ondivago sul Colle“. Renzi che da dell’ondivago su una cosa qualsiasi a Letta o chiunque altro? E’ proprio vero: “il bue dice cornuto al ciuccio”.
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