Il caffè con il lettore
L’Ucraina ha sottoscritto tre importanti patti decennali di difesa. Partners la Gran Bretagna, la Germania e la Francia, citati in ordine di sottoscrizione.
Gianvito Pugliese
Care/i ospiti del caffè… il mondo da ieri è scosso dalla notizia della morte di Alexei Navalny in un carcere russo e tutti sono convinti – a ragione o torto, poco conta – che si tratti di un’esecuzione ordinata da Putin ora che si avvicinano le elezioni presidenziali russe, le più difficili da sempre per il dittatore. Un’operazione militare speciale, come Putin definì l’invasione dell’Ucraina, da concludere in cinque/sei giorni, che dura da tre anni e che vede i paesi russi di confine bombardati dalla resistenza o da forze regolari ucraine, ha fatto precipitare la fiducia dei russi nei confronti dello zar Vladimiro. L’unica vera chance è quella di non avere concorrenti reali, i candidati sono solo pupazzetti dei quali il Cremlino tira i fili.
L’avversario vero ed irriducibile, anche se non candidato in quanto detenuto, infatti, ieri è stato eliminato.
Ma il mondo non si ferma e le cose vanno avanti così come programmate e ieri Zelenskiy era all’Eliseo, ospite di Macron per la firma del patto di sicurezza francese, che fa seguito a quello sottoscritto con la Germania e prima ancora con la Gran Bretagna.
Un patto che mette al sicuro l’Ucraina e la stessa Europa; se Putin vincesse, aggredirebbe altri Paesi europei e sarebbe guerra aperta. Un patto che ci difende dal rischio di una radicale modifica dell’atteggiamento Usa nel caso di cambio della guardia alla White House dopo le presidenziali prossime. Il pericolo sembra scongiurato, dopo il crollo di Trump nell’elettorato femminile, ma la prudenza non è mai troppa.
D’altra parte il governo Biden non riesce a sbloccare i fondi per aiuti militari all’Ucraina per la decisa opposizione repubblicana, guidata ormai dal Tycoon che non intende far torti al suo amico e padrone Vladimir Putin.
I patti finora sottoscritti con Inghilterra, Germania e Francia, prevedono grossi stanziamenti di somme in favore dell’Ucraina fino all’accesso di Kiev nella Nato, che fa scattare l’obbligo di difesa ex art. 5 dell’atto costitutivo.
Dopo la sottoscrizione del patto all’Eliseo Zelenskiy e Macron in una conferenza stampa congiunta hanno sottolineato che: “È un accordo di sicurezza ambizioso e molto sostanziale… Questa non è un’alternativa agli Stati Uniti. Siamo tutti insieme e questa unione è necessaria per sconfiggere la Russia“.
Macron ha spiegato i dettagli: “Il patto di sicurezza decennale con la Francia prevede impegni da parte di Parigi a fornire più armi, addestrare soldati e inviare fino a 3 miliardi di euro (3,2 miliardi di dollari) in aiuti militari all’Ucraina nel 2024, ha detto Macron, sottolineando che Parigi aveva offerto 1,7 miliardi di euro nel 2024. 2022 e 2,1 miliardi di euro nel 2023“.
Macron, dopo aver sottolineato che Mosca si mostra sempre più aggressiva nei confronti dell’Europa, ha aggiunto: “Aiutando il nostro partner ucraino, stiamo investendo nella nostra sicurezza“.
Vi era stato prima, il patto di sicurezza con Berlino, che pure durerà 10 anni ed impegna la Germania a sostenere l’Ucraina con assistenza militare e a colpire la Russia con sanzioni e controlli sulle esportazioni, oltre a garantire che i beni russi rimangano congelati. Berlino prevede un sostegno immediato del valore di 1,13 miliardi di euro incentrato sulla difesa aerea e sull’artiglieria.
“L’importanza del documento è storica, – ha detto Scholz – rende chiaro che la Germania continuerà a sostenere un’Ucraina indipendente nella sua difesa contro l’invasione russa”.
La notizia della morte di Navalny è arrivata attimi prima della formalizzazione del Patto con la Germania e Scholz in proposito ha voluto ricordare che Navalny aveva trascorso del tempo ed era stato curato in Germania per riprendersi dall’avvelenamento con un agente nervino di tipo militare in Siberia nel 2020. Ha poi aggiunto: “Ho incontrato Navalny qui a Berlino mentre cercava di riprendersi dall’avvelenamento e gli ho parlato anche del grande coraggio necessario per tornare nel suo Paese…E probabilmente ora ha pagato con la vita questo coraggio“.
Oggi Zelenskiy dovrebbe tenere un discorso alla conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove sono previsti diversi incontri bilaterali uno dei quali con il vicepresidente americano Kamala Harris.
Credo che la notizia sia di quelle da Pulitzer, o per lo meno la lettura che io ne do. Secondo me significa senza dubbio che Francia e Germania stanno lavorando per un’Europa politica unita e che il primo patto sia stato sottoscritto con la Gran Bretagna fa sperare in una possibile rivisitazione della brexit. L’America resta il più importante alleato occidentale, ma finalmente la si sta ridimenzionando in questo suo giusto ruolo e non in quello del padrone della Nato e dell’alleato per eccellenza senza il quale non esistiamo.
Direi che una volta tanto i pochi veri leader europei hanno fatto proprio un vecchio e saggio detto: “Tutti sono utili, nessuno indispensabile”. Se ti senti indispensabile tendi, infatti, a primeggiare e comandare, imponendo la tua volontà e non confrontandoti con Paesi che hanno pari dignità e che vengono trattati da schiavi. Quello che è avvenuto nel rapporto tra l’Unione Sovietica ed i Paesi del Patto di Varsavia.
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