Il Caffè con il lettore
Finalmente “The end” su siparietti poco edificanti. Cosa non farebbero alcuni politici per essere sotto i riflettori un attimo di più.
Gianvito Pugliese
Ripassiamo subito Voi ed io, carissime lettrici/ori, al centrosinistra, anche se in verità, parlando, pardon, scrivendo del duo Carlo Calenda-Matteo Renzi, citati in rigoroso ordine alfabetico, chiariamolo, sono entrambi piuttosto suscettibili, ho seri dubbi che nel loro Dna si trovi anche un minimo legame con la sinistra.
Entrambi, hanno avuto origine e fortune nel Pd, naturalmente collocato a sinistra in quanto erede dell’Ulivo. Calenda, dal nulla si è ritrovato ministro nel governo del secondo, e Renzi fu presidente del consiglio. facendo cadere e sostituendo il compagno di partito Enrico Letta. Ricordate il famosissimo “Enrico stai sereno”? Ebbene, i due dichiarano oggi, odio mortale verso quelli di sinistra duri e puri, perché loro liberal e gli altri “non amanti delle democrazie”? Strano non riservino la stessa “repulsione” nei confronti dei duri e puri di destra, dai “Faccetta nera….” ai “celoduristi”. Fatti loro, comunque, e dei loro elettori, oltre che dei compagni di avventura, o sventura che sia, questa tornata elettorale.
Vi risparmio la precisazione che andremo a votare con la peggiore legge elettorale mai avuta e che l’autore sia uno dei maggiori esponenti del circo magico di Matteo Renzi, cioè Ettore Rosato. Infatti, grazie alla stessa abbiamo avuto in questa legislatura morta prematuramente (scadenza naturale ad aprile-maggio 2023) tre governi: Conte I o giallo-verde che vedeva alleati pentastellati e leghisti, Conte II giallo-rosso, sempre pentastellati ma insieme al Pd e Art.1-MPD, + Europa ed Italia Viva, ed infine il Governo Draghi o arcobaleno, con tutti dentro fuorché Fratelli d’Italia e Sinistra Italiana. Tre governi ed elezioni anticipate: mirabile esempio di governabilità.
Oggi Calenda dichiarava, intervistato da Massimo Giannini, direttore della Stampa: “Ci siamo sentiti, ci parliamo, i due staff sono in contatto, stiamo discutendo -ndr, con Renzi- L’accordo non c’è ancora, stiamo parlando di cosa vogliamo fare, di come organizzare la campagna elettorale, di come sarà costruita la leadership, di chi parlerà per la coalizione, ovviamente stiamo parlando anche di collegi”.
Per carità, entrambi liberi di allearsi con chi vogliono, ma non di dire agli italiani la fandonia che lo fanno in nome di Draghi, favorendo di fatto il centrodestra che vede i due che hanno votato la sfiducia a Draghi, Berlusconi e Salvini, uniti all’unica vera opposizione, per la verità, coerente, cioè Giorgia Meloni.
Sono contento, ve lo confesso, che sia finito l’ignobile siparietto di un Calenda che vuol farci credere che prima di voltare le spalle alla gallina, la coalizione di centrosinistra, non si era sentito con l’uovo oggi, Matteo Renzi, Costui gli stendeva tappeti dorati e lo invitava a battersi all’unisono in nome di una politica con la P maiuscola, quella cosetta, in realtà poco edificante, di un centrino, ago della bilancia, inventato ad hoc, perché, in caso una coalizione abbia necessità dei loro numeri per governare, consentirebbe loro di ottenere l’inottenibile con numeri in se insignificanti che sanno bene di non poter superare.
C’è chi sui social inveisce contro Calenda equiparandolo a Giuda e ricordandogli quanto gli costarono i trenta denari. Non approvo le ingiurie, così come non mi piace una campagna elettorale basata sulle accuse reciproche e l’evidenziazione dei demeriti degli avversari. Mi convince, purtroppo, che meriti propri da vantare scarseggino.
Sono contento, invece, che finalmente il fidanzamento nascosto dei due amici di sempre sia chiaro ed evidente. Se accorciassimo la finzione degli accordi in sospeso, sarebbe meglio. Sbaglierò. ma Calenda prima di mollare l’osso, ha saputo benissimo quanta polpa gli spettava.
Loro negheranno, ma la testimonianza di Emma Bonino. persona davvero per bene, li inchioda senza vie d’uscita. Loro sperano bell’ignoranza dell’elettorato. Personalmente nutro molta più fiducia di loro negli italiani.
Ciò su cui non scommetterei è la tenuta del nuovo centrino: la storia politica dei due non ne fa dei campioni di legami costanti.
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