Il caffè con il lettore
Commentiamo due fatti dagli Usa. importante il primo, esplosivo il secondo
Gianvito Pugliese
Care/i ospiti del caffè… se ieri siamo stati in Italia, al centro di Catania e all’aeroporto di Malpensa per due episodi nello spaccio di cocaina, oggi facciamo un salto negli States per una notizia relativamente nuova e di peso in merito alla presidenziali ed una invece dirompente di una risoluzione Onu proposta dalla White House sul confitto tra Israele ed Hamas, che ha visto finora morire per mano israeliana oltre trentamila palestinesi.
La prima, ripeto non trascendentale, ma sicuramente di un certo peso e che segna un notevole cambiamento di rotta nelle presidenziali dopo che l’elettorato femminile, disgustato dal comportamento di Trump nei confronti della Carroll, ha deciso di mollarlo, costi quel che costi. Finora Biden non aveva mai brillato nei sondaggi. Ora l’Università di Houston nel Texas, ovvero casa Trump, ha promosso un sondaggio “sulla grandezza dei presidenti”, tra gli studiosi di storia americana, sia repubblicani che democratici, come pure tra gli indipendenti. I risultati hanno lasciato tutti a bocca aperta: Biden si è classificato 14° miglior presidente della storia, Trump è finito all’ultimo posto, come peggior presidente in più di duecento esaminati.
Interessanti anche i piazzamenti nei primi quindici, che un comunicato dell’Agenzia Agi riporta fedelmente.
Ma vi accennavo prima ad una notizia, a mio giudizio davvero dirompente che arriva dagli States. La diplomazia americana guidata da Antony Blinken ha rotto gli indugi e cambiato rotta: ha, infatti, proposto all’Onu una risoluzione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite “che chiede un cessate il fuoco temporaneo nella guerra Israele-Hamas e si oppone a un’importante offensiva di terra da parte del suo alleato Israele a Rafah“. Del testo ha preso visione la Reuters, che ha diffuso le relative notizie.
Una mossa davvero a sorpresa dopo che gli Stati Uniti avevano annunciato per oggi il veto sulla risoluzione proposta dall’Algeria per un cessate il fuoco umanitario immediato. Secondo gli esperti Blinken teme che la risoluzione algerina possa interferire nei colloqui in corso tra Stati Uniti, Egitto, Israele e Qatar che tendono ad mediare per raggiungere una pausa nella guerra e soluzioni definitive al conflitto, partendo dalla liberazione degli ostaggi detenuti da Hamas.
Washington fino ad oggi era stata sempre contraria al cessate il fuoco imposto dalle Nazioni Unite sulla guerra tra Israele e Hamas, ma l’ultimo testo, affermano gli esperti Reuters, “riecheggia il linguaggio che il presidente Joe Biden avrebbe usato la scorsa settimana nelle conversazioni con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu”.
“Il Consiglio di Sicurezza” secondo la Reuters, accogliendo la risoluzione Usa “sottolineerebbe il proprio sostegno ad un cessate il fuoco temporaneo a Gaza non appena possibile, basato sulla formula del rilascio di tutti gli ostaggi, e chiederebbe l’eliminazione di tutte le barriere alla fornitura di assistenza umanitaria su vasta scala“.
Nella testo si “stabilisce che nelle circostanze attuali una grande offensiva di terra su Rafah comporterebbe ulteriori danni ai civili e il loro ulteriore sfollamento, anche potenzialmente nei paesi vicini”. In altri termini una catastrofe umanitaria che coinvolgerebbe tutto il Medio oriente.
Per essere approvata occorrono nove voti favorevoli e nessun veto da parte di Stati Uniti, Francia, Gran Bretagna, Russia o Cina. L’ONU ha moralmente diffidato Israele dall’attacco a Rafah che “potrebbe portare a un massacro“. Francamente avrei scritto “ulteriore” massacro. Almeno trentamila palestinesi uccisi lo sono già senza ombra di dubbio. E la risoluzione Usa si muove sulla stessa lunghezza d’onda affermando che l’assalto a Rafah “avrebbe gravi implicazioni per la pace e la sicurezza regionale, e quindi sottolinea che un’offensiva di terra così grande non dovrebbe procedere nelle circostanze attuali“.
Israele ha commentato che la risoluzione Usa è peggio di quella algerina. E dall’Onu si commenta: “Il semplice fatto che gli Stati Uniti stiano presentando questo testo è un avvertimento per Netanyahu… È il segnale più forte che gli Stati Uniti hanno inviato finora alle Nazioni Unite: Israele non può fare affidamento indefinitamente sulla protezione diplomatica americana“.
Sicuramente pesa nella posizione americana il fatto che la base democratica si è recentemente dichiarata contraria a quanto sta facendo Israele a Gaza.
Entrando nei dettagli delle proposte, che l’alleanza Usa-Israele si sia incrinata notevolmente lo dimostra il fatto che il testo della risoluzione riserva una parte consistente alla condanna netta “delle richieste di alcuni ministri del governo israeliano affinché i coloni ebrei si trasferissero a Gaza e respingerebbe qualsiasi tentativo di cambiamento demografico o territoriale a Gaza che violerebbe il diritto internazionale.… come qualsiasi azione da parte di qualsiasi parte che riduca il territorio di Gaza, su base temporanea o permanente, anche attraverso la creazione ufficiale o ufficiosa delle cosiddette zone cuscinetto, nonché la diffusa e sistematica demolizione di infrastrutture civili“. In parole povere è la condanna della politica di Netanyahu in Palestina. Rigetto totale della proposta Israeliana delle zone cuscinetto anziché due popoli due stati.
La Reuters in chiusura della notizia ci rammenta che “a dicembre, più di tre quarti dei 193 membri dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite hanno votato per chiedere un cessate il fuoco umanitario immediato. Le risoluzioni dell’Assemblea Generale non sono vincolanti ma hanno un peso politico, riflettendo una visione globale della guerra”.
E’ presto per commenti definitivi, anche perché è da vedere se Russia o Cina non vorranno impedire agli States di essere i mediatori di un conflitto endemico, che tiene il medio oriente in sobbollimento, cosa che cade a fagiolo nella politica praticata dalla Russia da quelle parti.
Credo siano fatti da seguire attentamente e sui quali eventualmente tornare a ragionare.
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