Il caffè con il lettore
Un caffè che evidenzia manifeste contraddizioni delle Russia suk piano internazionale.
Gianvito Pugliese
Oggi, gentili lettrici e lettori, Vi e mi risparmio il pistolotto quotidiano sulla politica nazionale, già stucchevole di suo, per colpa della sua p minuscola, anzi microscopica con la defenestrazione di Draghi, ed ora, con le elezioni politiche alle porte, anche per chi ne scrive, divenuta decisamente insopportabile.
Non che l’argomento odierno sia tanto gratificante, ma lo stiamo vivendo ed è giusto raccontarvelo.
Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo, attacca sul suo canale Telegram, social network russo, rigidamente controllato dal Cremlino, il Seim, il parlamento della Lettonia, reo di aver definito la Russia un “Paese sponsor del terrorismo”. L’aggressiva portavoce lo accusa di “xenofobia animalesca”, Poi il carico da 11: Parlamento, Paese e finanche ideologi lettoni sono solo “neonazistl”.
La Zakarova, così come i compagni di cordata della propaganda del Cremlino, farebbero bene a studiare la storia, che non conoscono o mistificano ad arte. Il 9 maggio scorso è stato per la Russia la “Giornata della Vittoria, in memoria della capitolazione della Germania nazista, durante la seconda guerra mondiale”. Solita maxi parata sulla Piazza Rossa per la massima festività nazionale, ma quest’anno “proibito” ai civili assistervi. La Russia la celebra da sempre come se ad opporsi ad Hitler ed alla Germania nazista, fosse stata la sola. Peccato invece, che l’unica ad opporsi alla Germania, fin dall’inizio, sia stata l’Inghilterra, poi affiancata dagli Stati uniti e dai contingenti, simbolici, dei Paesi occupati. In quel periodo (inizio dell’invasione dell’Europa) Germania e Russia, o meglio Hitler e Stalin, sottoscrissero il Patto Molotov-Ribentrof, spacciato storicamente da “patto di non aggressione”, ma in realtà una sorta di alleanza, tant’è che la Polonia, il primo Paese che subisce l’invasione nazista, è aggredita contemporaneamente dalle truppe di Hitler da occidente e da quelle di Stalin da oriente. In pochi giorni la coppia malefica si divora la povera Polonia e se ne spartisce fifty-fifty il territorio.
Tanta avversione atavica per il nazismo da parte della Russia è solo una menzogna storica, non la sola, ma sempre menzogna resta, cara Zakarova.
Le fa eco il suo padrone diretto, perchè in Russia esistono da sempre solo padroni e servi, a loro volta padroni di esseri di rango inferiore. Parliamo del Ministro degli Esteri, Sergey Lavrov che interviene sulla vicenda della centrale nucleare di Zaporižžja (in italiano Zaporiggia): “I bombardamenti ucraini del territorio della centrale nucleare di Zaporizhzhia possono portare a una catastrofe “peggiore di Chernobyl”. Per questo la Russia si è rivolta al consigli di sicurezza Onu, di cui ha sistematicamente ignorato fino ad oggi finanche le dure condanne assembleari.
Più esplicito il suo ventriloquo, Ivan Nechaev, vicedirettore del dipartimento Informazione e stampa del ministero degli Esteri russo: “Negli ultimi giorni, unità ucraine hanno sparato più volte sul territorio della centrale nucleare di Zaporozhye, che è un atto di terrorismo nucleare. Tali azioni del regime di Kiev possono portare a una catastrofe di portata molto maggiore delle conseguenze dell’incidente alla centrale nucleare di Chernobyl”. Discorsi fotocopia. Possiamo dire ai filo-russi di casa nostra che sono monotoni? O diventiamo guerrafondai?
Peccato che nell’aria della centrale nucleare sono recentemente esplosi alcuni depositi di armi russe, aerei compresi. Dunque, c’erano. Peccato anche, che le immagini satellitari mostrino molti armati (russi o filo-russi non sappiamo) far fuoco dall’interno della centrale sui soldati ucraini. Certo la Russia è messa militarmente peggio dell’Ucraina, ma farsi scudo di una centrale atomica occupata e sottratta agli ucraini, per immagazzinarvi depositi di armi, non è che legittimi la richiesta all’Onu di proteggere la loro conquista. Furba strategia, quella russa, ma eticamente indifendibile, se non fosse che l’Onu, finché non cambia radicalmente, è e resta solo una fabbrica internazionale di lauti stipendi.
Unica ed irripetibile francamente una Russia che sbeffeggia le condanne assembleari dell’Onu, colpisce un edificio adiacente il Palazzo del governo ucraino, mentre in quest’ultimo vi si trova, a colloquio con Zelenskiy in visita ufficiale, Guterres, segretario generale Onu, e poi si rivolge all’organizzazione internazionale, perché difenda le loro “furbate” incoscienti per proteggere i depositi di armi ed impedisca agli ucraini di riprendersi il proprio territorio e le proprie infrastrutture vitali.
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