Il caffè con il lettore

Zakarova e Medvedev (in copertina): “Cortocircuito nella propaganda russa”.

Gianvito Pugliese

Dunque, care lettrici e lettori, il 21 settembre il discorso alla Nazione in cui Putin ha annunciato i referendum di annessione nei territori occupati e mobilitazione parziale, precisando che, qualunque attacco ai nuovi territori annessi alla Russia (quindi sa già l’esito di una votazione evidentemente farlocca), verrebbe considerato un attacco alla madre patria e la Russia sarebbe, quindi, autorizzata ad utilizzare tutte le armi non convenzionali a propria disposizione (leggi: minaccia nucleare dell’uso dell’atomica).

Oggi col lettore le ultime granite della stagione, crepi l’avarizia

In relazione alla mobilitazione parziale l’effetto è stato che le linee aeree russe non avevano più un solo posto nei viaggi verso l’estero, al confine con la Finlandia, unico varco aperto per l’estero. fila di mezzi registrata di circa trenta chilometri. Anziché stimolare il patriottismo, come lo zar sperava, l’Orso Vladimiro ha ottenuto la fuga in massa verso l’estero dei cittadini soggetti a richiamo per mobilitazione. Non mi avventurerò nell’analisi dei problemi logistici militari per la Russia, su questa testata trattati magistralmente dal nostro esperto il Col. Orio Giorgio Stirpe, da ultimo con i pezzi Giorno 211 e 212, alla cui lettura invito i lettori. Resta il “piccolo” danno collaterale del crollo totale della borsa russa: gli investitori, considerato che la già ridottissima forza lavoro nella produzione non bellica, con la mobilitazione parziale viene ulteriormente ridotta, hanno decretato il fallimento dell’economia russa.

Ed in questo bailamme si unisce a lanciare al mondo un urlo alto e forte della confusione che ormai regna sovrana al Cremlino il duo Zakarova – Medvedev.

La prima ha attaccato violentemente il Presidente americano Joe Biden, reo di ingiuriare Putin e “mentire sapendo di farlo” accusandolo di aver minacciato l’Occidente di uso di armi nucleari.

Putin nel discorso alla Nazione del 21 settembre

Il secondo, cioè Dmitry Medvedev, alias il ventriloquo di Putin, che dice sempre e solo ciò che lo zar gli ordina di dire, su Telegram: “La Russia userà qualsiasi arma, comprese quelle nucleari per difendere i territori ucraini che verranno annessi tramite i referendum. Garantisco che la protezione di tutti i territori annessi sarà aumentata notevolmente dalle forze armate russe” (da Il Tempo del 22 settembre). 

Finora Peskov, portavoce del Cremlino, Zakarova, portavoce del Ministro degli Esteri Lavrov, e Mevdevev, “ventriloquo di Putin” ovvero la voce del dittatore russo quando allo stesso non conviene parlare, avevano sempre tenuto una linea convergente, unitaria e complementare. Le voci, ultimamente totalmente discordanti, sono la chiara manifestazione esteriore di quella lotta intestina tra falchi e colombe che ormai rischia in Russia di degenerare in guerra civile. Già dal fronte giungono notizie di scontri armati tra militari russi.

Poveri filo-putiniani di casa nostra che non sanno più da che parte schierarsi.

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