Il Caffè con il lettore
Da un bell’articolo di Milano Finanza l’esame dello stato dell’arte del Governo Meloni.
Gianvito Pugliese
“Ricordate l’agenda Draghi? Nel giro di un mese Meloni l’ha seppellita. Ora naviga da sola” così titola un articolo di Roberto Sommelia per Milano Finanza. Segue un occhiello “corposo”: “In poco tempo Meloni ha capito come avrebbe potuto seppellire l’agenda dell’ex banchiere centrale, tanto decantata (e anche dimenticata dopo la sconfitta elettorale) da Enrico Letta, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Facendo da sola, con un arbitro al Colle pronto però a fissare ogni minimo fallo istituzionale, come sul tetto al contante“.
Qui il link per chi vuol leggere l’intero articolo: Ricordate l’agenda Draghi? Nel giro di un mese Meloni l’ha seppellita. Ora naviga da sola (msn.com)
Provo a sintetizzare: Giorgia Meloni si consulta con un non meglio precisato banchiere milanese. Accetta il consiglio di controllare i Btp e offrire prodotti anti inflazione (?). Ed i Btp superano la raccolta di 12 miliardi ma Giancarlo Giorgetti deve promettere il 9%. La raccolta dimostra che “la neo leader sa come funziona la finanza“. Quindi, gran giubilo, non consulta Draghi e ne seppellisce l’agenda “tanto decantata (e anche dimenticata dopo la sconfitta elettorale) da Enrico Letta, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Facendo da sola, con un arbitro al Colle pronto però a fissare ogni minimo fallo istituzionale“. Minimo non direi proprio. Ci tornerò.
“Così, in un mese dal suono della campanella a palazzo Chigi… ha messo a punto una campagna dallo slogan chiaro: pronti a dimenticare Draghi”
“Per fronteggiare il caro-bollette ha dovuto … varare uno scostamento di bilancio, che significa più deficit, per 21 miliardi di euro“. Gli altri dieci li ha ricavati dal tesoretto lasciato dal governo Draghi.
Idem “per le grandi opere” volute da Berlusconi . “Dunque sì al ritorno del sogno del Ponte sullo Stretto“, Si al “condono fiscale (che oggi si chiama scudo o peggio, in inglese, voluntary disclosure) e innalzamento a 5.000 euro del tetto al cash” quest’ultima misura bocciata da Mattarella per manifesta incostituzionalità: assenza del requisito dell’urgente necessità. Ergo si proceda con disegno di legge e non per decretazione d’urgenza.
Poi “la cancellazione del patrimonio Draghi è proseguita con l’abbattimento del Superbonus edilizio, portato al 90%“… ed “il ritorno della quota pensioni in assenza di legge Fornero, su cui grava,… non solo un aumento di 50 miliardi di euro annui … ma anche uno sbilancio preoccupante tra lavoratori attivi e lavoratori in quiescenza”.
Si da il via all’ “agenda Meloni” che “prosegue con la stretta sul Reddito di Cittadinanza per 600.000 abili al lavoro, un possibile scudo sulle criptomonete, la revisione dei bandi gara 5G elaborati dall’ex ministro della Transizione digitale Vittorio Colao, il muro alla Ong del mare e ai migranti eretto dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il passaggio della cabina Pnrr dalle mani del sottosegretario Roberto Garofoli (con Draghi) a quelle di Raffaele Fitto, ministro degli Affari Europei”.
Prevista “la prossima mattanza che avverrà nelle 600 poltrone delle controllate di Stato, dopo quelle nei gabinetti e negli uffici legislativi, dove sono stati banditi i potenti consiglieri di Stato. Se non una rivoluzione, sicuramente è un colpo di spugna su tecnici e affini“.
Il titolo faceva pensare a plauso, dal corpo dell’articolo emerge ben altro contenuto.
Vorrei ragionare con Voi, care lettrici e lettori, della questione.
Che un nuovo governo sia comunque legittimato a governare ed ad imprimere al suo programma obiettivi diversi da quelli del governo che li ha preceduti, non ci piove. Ma governare, significa -almeno in teoria- perseguire l’interesse collettivo. Governare significa anche rendersi conto che la campagna elettorale è finita e bisogna mettere da parte la propaganda ad oltranza e concentrarsi sugli interessi del Paese.
Da un lato ci sono Salvini e la Lega che hanno finalmente arrestato la caduta del consenso, ma che dal 33% alle europee del 2020 ora si ritrova inchiodato all’8,4% e certamente non si rassegna al dato. Dall’altro Berlusconi che continua a calare -dopo un minimo di ripresa quando si faceva il suo nome per il Quirinale (ndr. nessun commento ora quì, stendo un velo pietoso)- e si ritrova al 7%. Solo i Fratelli d’Italia crescono lentamente, ma inesorabilmente, e dal 4% all’incirca delle politiche del 2018 si ritrovano, nell’ultimo sondaggio da noi pubblicato al 29,1%.
La Meloni, piaccia o non piaccia, che pur dispone di alcuni uomini validi -quelli che parlano meno di tutti, come il salentino Raffaele Fitto, ma si adoperano efficacemente- sembra aver delegato l’agenda delle grandi opere pubbliche a Berlusconi, e sappiamo tutti cosa vuol dire e chi ne beneficerà e le scelte identitarie a Matteo Salvini. Quella catastrofica normativa sui Rav (lo commentiamo a parte) è semplicemente patetica e ridicola, ma da il senso dell’indirizzo politico, come la farsa crudele di tenere i migranti naufraghi raccolti dalle Ong bloccati in mare, negando loro in un primo tempo lo sbarco, salvo poi farli sbarcare tutti, con il ministro dell’interno, che chiaramente risponde a Salvini e non al primo ministro, che non “prende lezioni da nessuno“, frase identitaria di Piantedosi, e che non trova di meglio da fare che insultare la Francia che aveva appena aperto i suoi porti ad una delle quattro navi ed era pronta ad accoglierne una seconda. Un incidente internazionale, che ci costerà.
Piaccia o no con Draghi eravamo ridiventati il Paese guida dell’Unione europeo, quello che dettava l’agenda di Bruxelles e di Strasburgo, in un secondo stiamo ridiventando uno dei Paesi di Visegrad e neanche il primo. Bel passo avanti, complimenti! Devo dare atto al Presidente del Consiglio (ndr. mi pare strano non scrivere alla ma al, ma se così desidera, sia!) di star facendo i salti mortali per tenere alto il livello dei rapporti diplomatici, e non solo, con quanti più possibile a cominciare dai potentissimi Biden e Jiping. Resta il fatto che lei rema in una direzione ed i suoi soci di minoranza (ma non di fatto) remano in senso opposto.
Più di mille parole può dire una o più foto. Ed i provvedimenti economici “identitari” di questi giorni sono un’autentica frana. Aumento del debito pubblico, riforme che sottraggono grosse risorse alla spesa pubblica, senza indicare la copertura, ovvero quali settori verranno economicamente falcidiati. Scommettiamo? Cultura, scuola, ricerca, sanità pubblica, welfare. E tutto questo, come non ci stanchiamo di ripetere, disponendo del reale consenso di meno del 29% degli aventi diritto al voto. Tanti sono gli italiani che hanno votato il centro destra o meglio il destra-centro.
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Ricordate l’agenda Draghi? Nel giro di un mese Meloni l’ha seppellita. Ora naviga da sola
In poco tempo Meloni ha capito come avrebbe potuto seppellire l’agenda dell’ex banchiere centrale, tanto decantata (e anche dimenticata dopo la sconfitta elettorale) da Enrico Letta, Matteo Renzi e Carlo Calenda. Facendo da sola, con un arbitro al Colle pronto però a fissare ogni minimo fallo istituzionale, come sul tetto al contantedi Roberto Sommella
cos’ titola un articolo di Roberto Sommelia per Milano Finanza
Ricordate l’agenda Draghi? Nel giro di un mese Meloni l’ha seppellita. Ora naviga da sola (msn.com)