Il caffè con il lettore

Irregolari 152 tra Rsa e case di riposo su 607 ispezionate dai Nas. Denunce e multe dei carabinieri: 6 strutture sono state chiuse. Ma non è certo l’unico settore sociale altamente inquinato.

Gianvito Pugliese

I carabinieri dei Nas, come tutti gli altri militari dell’Arma, sono attivi 354 giorni all’anno. Pure tra i militari della Benemerita, in questa società malata, spunta qualche mela marcia, talvolta coinvolgendo finanche la catena di comando, ma l’Arma rimane, dopo la presidenza della Repubblica, l’istituzione in cui la maggioranza degli italiani ripone maggior fiducia.

Preambolo necessario per spiegare come mai a Natale e Capodanno i Nas, anziché godersi le Sante festività alle loro case, hanno intensificato “i controlli presso le strutture ricettive dedicate all’ospitalità di persone anziane e disabili (Rsa, case di riposo, comunità alloggio e case famiglia)“.

E’, infatti, questo il periodo dell’anno in cui si fa più intesa la richiesta di ospitalità. All’aumento di domanda assai spesso non corrisponde il mantenimento del livello minimo assistenziale. Ne risente in negativo sia la qualità del servizio in sé ed anche in relazione al il numero di operatori impiegati -generalmente sottopagati, in quanto “volontari”-, peraltro reperibili con qualche difficoltà -gli italiani, si sa, dinanzi alle “sacrosante” ferie estive, natalizie e/o pasquali, dimenticano tutti il resto. Salvo rare eccezioni, non ci piove-.

I militari dell’Arma hanno così passato al setaccio 607 attività socio-sanitarie ed assistenziali. Pesante il bilancio delle strutture risultare irregolari -152, pari al 25%-, come degli illeciti penali -27 casi-. Mentre 133 sono risultati gli illeciti amministrativi scoperti, con irrogazione di sanzioni pari a 167mila euro. Prevalentemente, sono emerse carenze igienico-strutturali e autorizzative, sovrannumero di anziani ospitati, rispetto alla capienza autorizzata, uso spregiudicato di dispositivi medici e farmaci scaduti, fino ad arrivare all’uso eccessivo di stupefacenti -“efficaci” tranquillanti da lagher- ed alla presenza nelle cucine di alimenti in pessimo stato di conservazione.

Lo ha reso noto l’Arma, precisando che per sei strutture ricettive è stata disposta la chiusura. Dette strutture sono “risultate abusive o deficitarie in materia sanitaria e assistenziale, determinando l’immediato trasferimento degli anziani presenti presso le famiglie di origine o altre strutture idonee presenti nel territorio”.

Il top si è raggiunto in una struttura per disabili mentali di Reggio Calabria “priva di autorizzazione nonché dei requisiti minimi”. La titolare è stata denunciata, oltre che per esercizio abusivo dell’attività, anche “per la detenzione di 10 kg di alimenti vari rinvenuti in cattivo stato di conservazione”. Insomma, non si era fatta mancare proprio nulla.

Stessa sorte per una casa di riposo in provincia di Campobasso e una struttura residenziale per anziani in provincia di Potenza “priva dei requisiti autorizzativi, strutturali, organizzativi e funzionali”, mentre a Siracusa, una casa di riposo per anziani, è risultata “senza iscrizione all’Albo comunale”.

Un blitz, quello odierno dell’Arma che giunge assolutamente inaspettato. Se, infatti, la gestione dell’accoglienza profughi è considerato, a ragione o torto, il feudo del centrosinistra, il mondo dell’assistenza anziani, riabilitativo e di semplice ospitalità, è da sempre feudo del centrodestra. Intendiamoci non è che tutte le strutture di accoglienza abbiano o debbano avere uno o più politici di sinistra alle spalle, così come vale il medesimo discorso per il centrodestra a proposito di Rsa e centri accoglienza anziani. Sta di fatto che inchieste giornalistiche serie -non le note pagliacciate, spacciate per inchieste- hanno fotografato in tal guisa la distribuzione dell’ “affaire”.

Un grandissimo “bravi”, dunque, alla Benemerita ed ai suoi vertici per aver disposto controlli in un settore, in questo momento estremamente delicato e decisamente “ben protetto”.

All’Arma, chiedo cortesemente, di fornire a questa testata -appena disponibile- la distribuzione territoriale per regioni e province -o aree metropolitane- dei 607 controlli effettuati. Vorrei approfondire, infatti, con Voi, care lettrici e gentili lettori, questo tema, decisamente scottante.

Permettetemi di aggiungere che vorrei affrontare prossimamente i danni che ha causato alla cultura ed allo spettacolo la scoperta degli stessi, da parte della politica, in quanto strumenti elettorali. Ma c’è di più: soppressi validissimi enti storici, autentici “crimini” culturali, per creare tesoretti da destinare al finanziamento di enti ed associazioni culturali farlocche, in realtà segreterie politiche mascherate, con manifestazioni culturali finanziate, che sono solo strumento pere di comizi elettorali subliminali, e neanche tanto mascherati. Purtroppo, dove mette mano la politica con la p minuscola -l’unica attualmente all’orizzonte- non ci sono altro che danni irreversibile alla storia di un Paese con ben altre tradizioni. E in questo campo, francamente, gioco in caso e ne so davvero parecchio.

A presto!

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