Il caffè con il lettore
Respinta al mittente la proposta di Putin di una tregua di 36 ore per il Natale ortodosso. Per Zelenskiy è una proposta cinica per preparare una nuova offensiva, identiche posizioni dal portavoce del dipartimento di Stato Usa Ned Price, da Presidente Joe Biden e dal Presidente del Consiglio europeo Charles Michael.
Gianvito Pugliese
Putin ha cercato di far filtrare attraverso il suo ministro della difesa Serghei Shoigu, la proposta di un cessate il fuoco lungo tutto il fronte in Ucraina dalle 12 del 6 gennaio, alla mezzanotte del 7 gennaio, in coincidenza con le celebrazioni della Veglia e del Natale per gli ortodossi minoritari di rito russo. Questo il messaggio: “Chiediamo anche alla parte ucraina di dichiarare un cessate il fuoco e consentire ai cittadini di partecipare alle funzioni natalizie”. Gli ha fatto eco il suo “servetto” Kirill, ex agente Kgb, che da torturatore seriale, alla vista delle ricchezze del patriarcato russo “toccato dalla grazia”, si è trasformato nel ricchissimo e d opulento patriarca della chiesa ortodossa di rito russo, per intenderci gli ortodossi minoritari. La maggioranza, gli ortodossi di rito greco hanno festeggiato il Natale insieme ai cattolici ed ai cristiani di tutto il mondo il 24 e 25 dicembre u.s.
Zelenskiy ha affidato la risposta negativa al suo consigliere presidenziale Mikhaylo Podolyak: “Primo: l’Ucraina non attacca un territorio straniero e non uccide i civili come fa la Federazione russa. L’Ucraina distrugge solo i membri dell’esercito di occupazione sul proprio territorio. Secondo: la Federazione russa deve lasciare i territori occupati, solo allora avrà una ‘tregua temporanea‘, tenetevi la vostra ipocrisia”.
Per il Dipartimento di Stato Usa si tratta di una proposta “cinica”: “La nostra preoccupazione è che i russi cercherebbero di sfruttare qualsiasi pausa temporanea nei combattimenti per riposarsi, rimontarsi, riorganizzarsi e, infine, riattaccare”. Fa eco Joe Baiden: “Il capo del Cremlino, Vladimir Putin sta cercando di trovare un po’ di ossigeno“.
Ma il più duro e deciso è il Presidente del Consiglio Ue Charles Michael: ” C’è un aggressore: il Cremlino. E una vittima: il popolo ucraino. Il ritiro delle truppe russe è l’unica opzione seria per ripristinare la pace e la sicurezza. L’annuncio di un cessate il fuoco unilaterale é falso e ipocrita quanto le annessioni illegali e grottesche e i relativi referendum“.
Primi importanti segnali del crescente disagio di Putin di fronte al popolo russo. Le fughe in massa all’estero di russi a rischio richiamo alle armi non è che fossero un segnale oscuro. Il Premier del Cremlino, dunque, insensibile alle celebrazioni del Natale cattolico ed ortodosso di rito greco, scopre la fede solo per consentire le celebrazioni di quello russo. Insomma propone una tregua solo quando e se fa comodo a lui, consapevole che non poteva essere accolta. L’ennesima bugia spacciata all’ignaro popolo russo, quotidianamente indottrinato da sempre. Eccolo Putin il buono, quello che come ci narra Silvio Berlusconi, vuole solo cambiare il governo ucraino sostituendo i “farabutti”, eletti democraticamente, con delle “brave e oneste persone” con un solo requisito: essere sempre e comunque pupazzi agli orini dello Zar Vladimiro I. Il benefattore, secondo Berlusconi, per convincere quei birbaccioni degli Ucraini, che -immaginate Voi l’arroganza- pretendono di essere padroni a casa loro, è costretto a qualche punizione, del genere buon padre di famiglia, cioè massacrando, torturando, violentando e derubando la popolazione civile ucraina, distruggendo la loro rete elettrica, le scuole, gli ospedali, i teatri, i mercati, le stazioni ferroviarie, le abitazioni, radendo al suolo intere città. Che ci scappino un mare di morti tra i civili, tra cui moltissimi bambini, è un danno collaterale anche se in realtà l’unica strategia russa è quella di massacrare i civili, in ultima analisi sterminare il popolo ucraino. Nulla di diverso da quello che fece in Cecenia dove furono sterminati tutti i ceceni non proni verso il Cremlino.
Il genocidio è un crimine di guerra da pena capitale. Certo -pensa Putin- ma per processarmi. prima dovete prendermi. Ha perfettamente ragione chi sostiene che questa guerra può cessare solo con la defenestrazione di Putin.
Condivido l’opinione dell’esperto militare de lavocenews.it, col. Orio Giorgio Stirpe, sulla inconsistenza della minaccia nucleare sventolata dall’Orso Vladimiro -come lo chiama il col. Stirpe- a destra ed a manca. Sintetizzo brutalmente e vorrà scusarmi, dunque: l’uso delle armi nucleari da parte russa, che scatenerebbe la risposta dell’occidente decisamente superiore se non moltiplicata, deve essere ordinata da Putin, ma messa in atto dai militari russi, che -ragiona Giorgio- hanno famiglie, che amano, così come amano la Russia ed il suo popolo. Scatenare un conflitto nucleare sarebbe una tragedia immane per il mondo, ma per la Russia la cancellazione totale dalla faccia della terra. Putin può pure essere un pazzo, alla guida di una cricca di pazzi. Ma non è che i generali russi siano pronti al suicidio proprio, delle rispettive famiglie, del proprio popolo e della patria. Il Col. Stirpe lo esclude categoricamente, magari misurando i colleghi russi dal proprio metro, e sono dell’opinione che abbia perfettamente ragione.
Purtroppo, se le premesse sono queste fino ad esautoramento e defenestrazione di Putin la guerra continuerà e se per i nostri concittadini una bolletta salata è insopportabile, ciò che è davvero doloroso e preoccupante è il massacro sistematico, che definirei seriale, della popolazione ucraina che ha ormai superato la soglia del dolore, accetta stoicamente la sua tragedia e pensa solo a liberare il proprio Paese dall’invasore e provare a farlo processare per i crimini commessi reiteratamente,