Il caffè con il lettore
Carlo Nordio ed i pizzini 2.0. Quando uno è davvero sfortunato. Foto di copertina di Lidia Petrescu
Gianvito Pugliese
Quando si dice che la fortuna è bendata, ma la sfiga ci vede benissimo e non manca un solo colpo.
Carlo Nordio, vuole limitare, lui dice, gli abusi sulle intercettazioni, ma poi è restio a precisare che non solo per mafia e terrorismo, non verranno proibite, ma anche per i reati civetta del fenomeno mafioso, prima di tutti gli altri la corruzione o il trasporto illegale di rifiuti, spaccio di droga, richieste di pizzo e svariate altre fattispecie… Dedurre che è l’intercettazione, come strumento d’indagine, che vuol proibire, è un più che legittimo sospetto.
E per avvalorare la sua tesi lui, l’ex Procuratore della Repubblica di Venezia, che per il Mose le intercettazioni le usò a gogò, ha appena giurato e spergiurato che i mafiosi non hanno usato e non useranno mai telefoni e telefonini, né mai parleranno di fatti di mafia, sapendo di poter essere intercettati.
Che fosse decisamente sfortunato lo avevo capito da quando la Meloni, venuta meno la candidatura del “Patriota Berlusconi”, lo candidò a Presidente della Repubblica. Infilò, alla conta dei voti, una pessima figura. Molti Colleghi, infatti, apertamente o meno, hanno insinuato che la leader di Fratelli d’Italia, con la nomina a Guardasigilli (Ministro della Giustizia), lo abbia voluto ripagare di quei brutti cinque e più minuti vissuti dinanzi al Parlamento a Camere riunite, integrato dai rappresentanti delle Regioni.
Ora dall’esame dei due telefonini, trovati al momento dell’arresto di Matteo Messina Denaro in suo possesso, sono emersi centinaia di messaggi vocali del boss dei boss di Cosa Nostra, autentici “pizzini” contenenti gli ordini per gestire i vari mandamenti su cui esercitava potere e controllo. Pizzini, talmente importanti e numerosi in quei due telefoni, e qualcuno inviato anche tramite il cellulare del suo autista Bonafede, che Maurizio de Lucia, alla guida della Procura di Palermo ed i suo vice, il procuratore aggiunto Paolo Guido hanno coniato la definizione di Pizzini 2.0, con riferimento all’uso dell’informatica nell’evoluzione della comunicazione tra mafiosi.
Carlo Nordio, aveva messo le mani avanti, giorni addietro, quando sulla sua riforma della giustizia in un’audizione alle Camere era stato messo in minoranza, finanche all’interno del centrodestra. Dopo un appello alla Meloni a sostenerlo, ha tuonato perentoriamente: “Non ho alcuna intenzione di dimettermi” (ndr. come chiesto da molti parlamentari e Colleghi della stampa e dei media). Ma non erano spuntati i pizzini 2.0. Il comportamento tenuto ad oggi non lascia sperare in “ravvedimenti operosi” del Guardasigilli. Infatti, Gianrico Carofiglio, che non è l’ultimo venuto sia come scrittore ed esponente della cultura, che come ex PM, gli ha ricordato sulle pagine de La Repubblica delle oltre 300mila ore di ascolti delle intercettazioni disposte da Nordio in qualità di procuratore aggiunto di Venezia sul Mose: ovviamente nessun cenno di risposta.
“Nordio è Nordio” hanno recentemente tuonato alcuni esponenti di spicco di FdI che ne vantavano “la schiena dritta” e la noncuranza dinanzi alle accuse. “Nordio è Nordio“, lo dico pure io, ma di certo non con lo stesso significato che vi attribuiscono Donzelli o Lollobrigida.
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