Il caffè con il lettore
Sulla Costituzione il Senatore di Rignano sull’Arno mostra parecchia confusione.
Gianvito Pugliese
Oggi ultimo caffè consumato ripescando argomenti vecchi (ma non troppo), messi da parte per farli decantare e poter affrontare con distacco e serenità di giudizio. Non lo devo tanto alle presunte vittime delle mie invettive, dal momento che non sono né Montanelli, né Biagi e quindi… lo devo invece, e lo devo tutto, alle mie lettrici ed ai miei lettori. Non posso ripagare con moneta diversa la fiducia che ripongono in me. In fondo, credetemi, per un giornalista vero siete una ragione di vivere e di esistere.
Piccola premessa, tanto per rompere il ghiaccio. Scherzo, non era proprio inutile. Andiamo al dunque. Mi ha negativamente colpito una dichiarazione perentoria di Matteo Renzi, Potevo evitare l’aggettivo, tanto lui è perentorio per costituzione, e di interpretazione della Costituzione parlo, pardon scrivo, ma di quella con la C maiuscola, la nostra Carta costituzionale, che i giuristi di tutto il mondo c’invidiano e taluni politici italiani vorrebbero stravolgere radicalmente. Contenti loro e Voi che li avete votati (o Vi siete pentiti?) contenti tutti. Tanto chi dissente non conta ed è un sabotatore da mettere al muro.
Il simpatico Matteo, da buon toscano è dotato di sana e corposa ironia tagliente, esprimendo il suo giudizio sulla giudice Apostolico che, dissentendo sulla linea del Viminale (e del governo della compattezza costi quel che costi), “non ha convalidato il trattenimento di tre migranti ritenendo le nuove regole, definite dall’esecutivo, in contrasto con la normativa europea”. Così il Sole 24 ore, nell’occhiello dell’articolo dedicato alla Meloni che smentisce un contrasto tra Governo e Magistratura, sintetizza l’accaduto.
Renzi, intelligentemente, a differenza dell’invasata maggioranza che vede “la lesa maestà (sua), ovunque” si astiene, opportunamente, dall’esprimere giudizi sul provvedimento dell’Apostolico e si concentra su alcune foto che ritraggono la stessa giudice ad una manifestazione di protesta per il modo del Governo e della maggioranza di gestire il tema della migrazione e gli stessi migranti.
Renzi sostiene che l’indipendenza della magistratura, voluta dalla Costituzione, impone che l’Apostolico, come qualunque altro giudice, si astenga dal partecipare a manifestazioni politiche, in sostanza vieti al giudice di far politica.
Francamente, mi chiedo come abbia fatto costui a fare il Presidente del Consiglio. Su quale Carta costituzionale ha giurato? Su quella del Burundi?
L’indipendenza della Magistratura significa una cosa ed una cosa sola. La Magistratura, terzo potere dello Stato, non può essere sottoposta al volere degli altri due poteri costituzionali, l’esecutivo (il governo) ed il legislativo (il Parlamento). Nessuna altra interpretazione è consentita, tantomeno per portare l’acqua al proprio mulino, e Renzi, con trasparenza, glielo riconosco, non fa mistero di non amare la magistratura e buona parte dei magistrati.
Che volete che vi dica, le indagini sui finanziamenti del suo Open e, soprattutto, il processo ai genitori per bancarotta fraudolenta di una banca toscana, non li ha ben digeriti. Umano, in fondo; anche ciascuno di noi, messo dinanzi a quei fatti ed a vivere certi momenti, forse non avrebbe reagito con maggiore nonchalance del leader di Italia Viva.
Resta il fatto che un ex Presidente del Consiglio, per giunta laureato in Giurisprudenza, non può interpretare in modo così superficiale e poco corretto il principio costituzionale dell’indipendenza della magistratura. E non può far finta di ignorare o aver dimenticato che la Costituzione impone che qualunque cittadino, a prescindere da incarichi e funzioni, abbia libertà di pensiero, di espressione e manifestazione e che a nessuno può essere privato della sua identità politica. Altra cosa è l’appartenenza ai partiti, inibita a certe cariche dello stato.
A proposito, e Matteo Piantedosi non era un prefetto di prima classe in servizio? Non mi riferisco alle nomine a Ministro, e prima, a capo Gabinetto di Salvini, totalmente legittime, ma alla militanza pregressa nella Lega e le sue candidature in meridione.
Il divieto ai magistrati ed alti funzionari come Prefetti e simili, riguarda l’essere iscritto ad un partito e/o ricoprirne cariche interne. A nessuno, ha chiarito il CSM (Consiglio Superiore della Magistratura) organo dei autogoverno della magistratura stessa, può essere impedito di candidarsi, da indipendente, in una lista di partito o civica. Il che fa coppia con la libertà di espressione delle proprie idee culturali, sociali e politiche garantita dalla stessa Costituzione.
Una domanda personale a Matteo Renzi, dal momento che in quella facoltà ho insegnato all’Ateneo Aldo Moro: ma che voto ha ottenuto all’esame obbligatorio di “Diritto Costituzionale”? No, tanto per sapere.
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