Il caffè con il lettore
Strane concomitanze nei giorni scorsi
Gianvito Pugliese
Fra le cose più gratificanti per un giornalista vi è quella di fare (o anche semplicemente immaginare) una chiacchierata con i propri lettori.
In questa domenica di metà luglio, mentre ci prepariamo ad affrontare il caldo estremo, da metà della settimana che viene, godiamoci la quiete delle città semivuote: la voglia di ferie e di relax è diffusa un po’ ovunque nel Paese. Io vorrei prendere un caffè con i miei lettori
Sono già diversi giorni che mi frulla per la testa una strana sensazione: lo scandalo dei presunti rapporti non trasparenti tra Uber (l’azienda con sede a San Francisco che fornisce un servizio di trasporto automobilistico privato) colpisce “ad orologeria” Emmanuel Macron, già indebolito dalle recenti elezioni parlamentari, e Joe Biden, a sua volta indebolito dal malfermo stato di salute dell’economia americana. Ma prima di loro, Boris Johnson, anche lui in crisi per gli effetti della Brexit e le feste a Downing Street 10, deve affrontare un nuovo scandalo, quello che fa traboccare il vaso, per aver raccomandato, da sindaco di Londra, una sua segretaria-amante. E se ne ricordano solo oggi, mi sono chiesto?
Ed arriviamo a casa nostra, in Italia. Avendo rifiutato di accogliere la richiesta di Conte d’inviare all’Ucraina solo armi difensive (cioè a corta gittata, e quindi inidonee a colpite l’artiglieria russa, che stava e sta distruggendo l’Ucraina e macellando i civili) i rapporti tra pentastellati, o meglio tra il leader dei pentastellati e l’inquilino di Palazzo Chigi divengono improvvisamente tesi. Su Draghi non si trova, evidentemente, nulla con cui piegarlo, per cui serve azzopparlo in parlamento. E Conte, diligentemente, presenta la lista della spesa, i 9 punti inderogabili per il M5S, senza dei quali si esce dalla maggioranza. Il prof. Pasquino ieri spiegava a Rainews24 che la politica è ben altro. Proporre in Consiglio dei Ministri ciò a cui si tiene e provare a convincere gli alleati di governo dell’opportunità di approvarlo, non gli ultimatum al leader dalla mattina alla sera.
Oggi poi, nell’ultima dichiarazione di Conte, emerge che Draghi è tenuto ad assicurare il rispetto della coalizione di governo nei confronti dei cinque stelle. Ovvero: il rispetto non si guadagna meritandoselo agli occhi del nostro prossimo, individuo o partito che sia, lo deve imporre il premier (poco ci manca con una legge ad hoc) agli altri partiti tutti. Già pretendere che il premier fermi il termovalorizzatore che Gualtieri, la Giunta ed il Consiglio capitolini hanno deciso di costruire a Roma, ha dell’assurdo e pretestuoso, ma arrivare a pretendere che sia imposto il rispetto per se stesso è da Tso (trattamento sanitario obbligatorio, per spostati).
Certo, io non credo molto alle concomitanze. Che Johnson sia costretto a dimettersi, Draghi pure, anche se lo decide lui, e la credibilità di Macron e Biden siano minacciate, tutto nel giro di pochi giorni, è singolare. Mere concomitanze, certo, come quella per cui mio padre e mia madre si sposarono lo stesso giorno. Che fossero diventati coniugi irrilevante.
Ora, un’ultima notizia mi conferma nella convinzione che, se cadono o vacillano contemporaneamente tutti e quattro i peggior nemici di Putin, forse una spintarella dell’Fsb (gli eredi del famigerato Kgb) c’è nei Paesi interessati allo strano fenomeno “astrale”.
L’ultima notizia, dicevamo. Luigi di Maio, che oltre che leader di Insieme per il futuro è il nostro Ministro degli Esteri, e come tale in possesso di informazioni riservate, afferma che l’instabilità in Italia è “innescata da un partito, il partito di Conte, che non ha più nulla a che vedere con il Movimento 5Stelle, che il 20 giugno ha ricevuto l’endorsement dall’ambasciatore russo a Roma sulla bozza di risoluzione che indicava la linea italiana sull’Ucraina”.
Diciamola tutta, Di Maio accusa Conte di aver ricevuto istruzioni dal Cremlino e di essersi adoperato perchè sortissero l’effetto auspicato.
Certo, mi potreste obiettare che tra Conte e Di Maio non corre buon sangue dallo strappo, di “Gigino” con al seguito oltre sessanta parlamentari. Quindi Di Maio, inventerebbe, per odio nei confronti di Conte. Giusta obiezione, ma Vi pare possibile che un Ministro degli Esteri inventi di sana pianta notizie di cui sarà chiamato a dimostrare la fondatezza? Io non ci credo.
Un ultimo dettaglio, non tanto insignificante. I cinque stelle consultano “i cittadini” (epiteto da rivoluzione francese per identificare gli iscritti) anche per cambiare le tendine parasole alla sede. Si decide di uscire dalla maggioranza e dal governo (ma i ministri non ci stanno) e la base non solo non è consultata ma non è neanche informata degli eventi.
Ma a Voi non fa nascere seri dubbi? A me sì. Vorrei tanto conoscere il Vostro parere. Buona domenica.
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