Il caffè con il lettore
Le forze americane sono sotto tiro in Medio Oriente. In copertina militari a colloquio con Antony Blinken
Gianvito Pugliese
Non è una novità, né un mistero che io ritenga l’Agenzia si stampa inglese Reuters in assoluto la miglior fonte d’informazione. Ma ciò non significa, né deve significare che ci si debba fermare là. E’ un’ottima fonte, non la Sacra Bibbia, il Corano, o altro di simile. Ergo è doveroso non fermarsi a quella sola fonte, ma cercare confronti, quando è possibile.
Mi aveva molto incuriosito la notizia che “Le forze americane sono sotto tiro in Medio Oriente …” Ovviamente fonte Reuters. Una curiosità professionale, ma anche personale, essendo amico di un ufficiale americano di stanza a Damasco. Personale o no, la professionalità è prevalsa ed ho avviato controlli incrociati per confrontare altre fonti.
Trattandosi di un problema in casa Biden la prima fonte dalla quale è partita la ricerca è stata l’americanissima Associated Press. Chi più di loro poteva essere interessato ed informato? Ebbene, forse non ho cercato bene, ma neanche la minima ombra. Mi è scattato un dubbio, ma ve ne parlerò più avanti.
Andiamo ai fatti, che dovrebbero essere il racconto iniziale di qualsiasi articolo. Il caffè con …. fa eccezione essendo più una chiacchierata col lettore e un ragionamento che si fa insieme che una mera informazione. Ed è forse proprio questa la ragione del suo successo, decretato gentilmente da Voi lettrici e lettori.
I fatti, sono narrati qui, provo a sintetizzarveli. Un drone fortunatamente difettoso, lanciato sulla base aerea di Erbil da una milizia appoggiata dall’Iran, ha bypassato le difese aeree statunitensi ed ha colpito il secondo piano della caserma che ospitava truppe americane. Non è riuscito ad esplodere e solo un soldato ha riportato una commozione cerebrale. Se fosse esploso, erano le cinque del mattino e le camerate gremite, sarebbe stata una carneficina. L’ipotesi avanzata, molto credibile, è che sia una provocazione per scatenate la reazione americana e far crescere esponenzialmente il perimetro del conflitto,
Il Pentagono ha reso noto che sono stati almeno 40 gli attacchi con droni e razzi diretti alle forze statunitensi da milizie appoggiate dall’Iran in Iraq e Siria nelle ultime tre settimane. E’ una risposta all’appoggio americano ad Israele ed un modo di allargare il conflitto, obiettivo caro all’Iran.
Pochissimi finora i razzi ed i droni andati a segno essendo stati intercettati quasi tutti dalle difese aeree statunitensi in Iraq e Siria, dove sono di stanza un totale di 3.400 soldati americani.
L’esperto David Schenker, intravede e teme che un grave attacco possa trascinare l’America in un conflitto. E la definisce “una preoccupazione molto realistica”. Ed ha aggiunto: “Penso che stiano calibrando gli attacchi per molestare piuttosto che uccidere in massa le truppe americane… Ma c’è molto altro che possono fare”.
Non è chiaro come il presidente Joe Biden risponderebbe ad un grave attacco. Per ora la missione “di pace” in Medio Oriente del segretario di Stato americano Antony Blinken ha ottenuto scarsi successi. Le milizie belligeranti hanno risposto picche alle richieste dei mediatori locali individuati da Blinken. E i filo iraniani già parlano apertamente di “dovere religioso” ovvero di Guerra Santa.
Blinken conta in particolare sul primo ministro iracheno, che dopo il colloquio con Blinker è volato a Teheran per chiedere aiuto direttamente al leader supremo, l’Ayatollah Ali Khamenei. Sta di fatto che l’Iran continua a definire il contrattacco israeliano come “genocidio”, che non è certo una buona base per ipotizzarne l’appoggio.
Così dall’America si pensa ad usare la Marina Usa come è principale deterrente. Allo schieramento di portaerei ed altre navi da guerra di ieri l’annuncio dell’arrivo in zona di un sommergibile di classe Ohio.
Ma la risposta dei grandi capi islamici non si è per nulla ammorbidita. Invocano, come abbiamo visto dianzi, già “il dovere religioso”, ovvero l’anteprima della Guerra Santa.
Accennavo sopra ad un dubbio, magari totalmente infondato, non ho prove a supporto ma solo deduzioni logiche. Il silenzio assoluto della stampa americana che conta, su una questione importante per gli States a me suggerisce di un Biden che, preoccupato dei riflessi imprevedibili sull’opinione pubblica, avvicinandosi la campagna elettorale per le presidenziali 2024, abbia, non penso ordinato, ma sommessamente chiesto di tenere le notizie sull’argomento chiuse nel cassetto.
Con le presidenziali alle porte i comportamenti strani non si contano più.
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