Il caffè con il lettore

L’esultanza dell’olandese Wilders si va spegnendo

Gianvito Pugliese

Le speranze del politico olandese Wilders di costruire una coalizione si scontrano con un ostacolo” e Reuters descrive dettagliatamente il perché Winders (in copertina) molto probabilmente dovrà gettare la spugna e, o si formerà una coalizione di moderati capaci di governare o si andrà a nuove elezioni.

Dilan Yesilgoz, il nuovo leader del partito conservatore VVD del primo ministro uscente Mark Rutte, che ha perso diversi seggi arrivando terzo alle elezioni di mercoledì: “Gli elettori si sono espressi e ci hanno detto di saltare questo turno“. In parole povere non entrerà nel governo, limitandosi forse ad un appoggio esterno. E VVD è il partito senza il quale Geert Wilder per la formazione del governo rimane, come dicono coloritamente i napoletani doc., con “una mano annanz e l’altra ret”.

La politica, per quanto rinnegata e rifiutata ormai quasi dai più, resta una cosa seria. Nulla esclude che un “estremista nazionalista” possa attirare consenso, attaccando a raffica tutto e tutti, ed arrivare primo. Ma poi, se non ha stravinto, e nelle democrazie vere non capita mai, solo i vari Putin, disseminati nel mondo, in elezioni farlocche incassano il 90% ed oltre del consenso, i contenuti esasperati ed estremisti del programma del primo arrivato allontanano chiunque altro dall’associarsi a lui e dal partecipare, quindi, ad un suo governo.

So che ci sono alcuni che, a dispetto dell’evidenza, in Italia inneggiano alla brexit. Ho letto che “finora l’Inghilterra non è fallita”. Non si è ancora verificato il default, ma i conservatori, che sulla brexit si sono giocati tutto e male, in sedici mesi sono stati costretti a cambiare tre governi e mandare a casa due loro premier di prestigio, e se questo per qualcuno non significa nulla, meglio chiudere il discorso, tanto…

Tornando al Paese dei tulipani e degli zoccoli, Wilders, anti-UE e anti-immigrazione, fino a ieri più noto per i capelli biondo ossigenato, che per le sue idee politiche, ha commentato le parole di Yesilgoz, definendole “molto deludenti”.

Wilders ha ottenuto nelle elezioni insistendo sull’anti-immigrazione, 38 seggi nel parlamento olandese composto da 150 membri Ha preceduto l’unione laburista/verde che ha ottenuto 25 seggi e il VVD con uno in meno, cioè 24.

Winders ha provato a rivolgersi ai partiti moderati, proponendo loro di entrare al governo, ma la risposta è in realtà per un leader estremista irricevibile. I partiti moderati incoro hanno risposto che prima di cominciare a parlarne Winders deve pubblicamente rinunciare a molte delle politiche anti-Islam

Non lo aiutano di certo i disordini in molte città olandesi in risposta alla sua “vittoria”. Più accanite le organizzazioni musulmane che temono Winders al governo, come pure gli ecologisti, tra spicca Greenpeace, che temono il ritiro delle politiche ambientali in atto.

I primi incontri di venerdì fanno presagire che si andrà per le lunghe, ci vorranno mesi per capire se c’è lo spazio per il governo primo arrivato. Wilders ha incaricato il Senatore Gom van Strien d’indagare su possibili coalizioni.

Tra gli alleati papabili il Nuovo Contratto Sociale (NSC), che ha ottenuto 20 seggi, che però gli ha chiesto di rinunciare preliminarmente alle minacce di lasciare l’Unione Europea e modificare la costituzione olandese nella parte in cui vieta la discriminazione religiosa. Il leader di NSC Pieter Omtzigt ha comunque aggiunto: “Oserei dire che questa non sarà la formazione più facile che abbiamo mai avuto”, un eufemismo in politichese per dire che Wilders ha poche speranze di riuscire a governare anche per pochi giorni.

L’Olanda ha precedenti preoccupanti: dopo le elezioni del marzo 2021 per formare il nuovo governo sono stati necessari 299 giorni. Tralascio il folklore. come Caroline van der Plas, leader del Movimento dei cittadini-contadini (Boer Burger Beweging – BBB), che è arrivata ai primi colloqui a bordo di un trattore verde sgargiante. La dichiarazione della der Plas: “Wilders ha promesso di essere più mite, ora deve dimostrarlo“.

E se Wilders oggi è più lontano dal governo di quanto non lo fosse prima delle elezioni, pur fortunate per lui, anche un’eventuale convenzione di centristi in seconda battuta, ha scarse probabilità dal momento che Winters “detiene un gran numero di seggi al Senato, che ha il potere di bloccare – secondo Reuters- la legislazione”.

Ora la destra italiana sta già urlando alla cospirazione della sinistra internazionale, che si è unita a Soros ed a una nutrita delegazione di marziani, per impedire a Winders di governare. Ma la verità storica e che determinate frange estremiste, e in casa nostra non mi riferisco ad Alemanno o Casa Pund, hanno gioco facile dall’opposizione sparando su tutto e tutti, ma poi al momento di governare casca l’asino, ed un governo di asini non giova a nessun Paese.

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