Il caffè con il lettore

Il gestore patrimoniale Zhongzhi potrebbe fallire, S’indaga su reati connessi.

Gianvito Pugliese

Ogni popolo ha il governo che si merita“, una storica frase, trasformatasi col tempo in noto proverbio, che fu coniata per la prima volta dal sabaudo  Joseph De Maistre, ambasciatore del Regno di Sardegna a San Pietroburgo. La frase coniata è leggermente diversa e suona così: “Ogni nazione ha il governo che si merita”.

Questa apertura del pezzo disattende le solite regole ed è quello che in cinematografia si chiamerebbe flashback e che, pur tornando fulmineamente indietro nel tempo, anticipa in qualche misura ragionamenti essenziali per arrivare al punto cruciale.

Anche in questa occasione lo spunto lo da un magnifico reportage per Reuters del Collega Casey Hall dal titolo “La polizia di Pechino avvia un’indagine sul problematico gestore patrimoniale Zhongzhi” (in copertina la sede). Provo a riassumere.

Tutto prende avvio da un post sui social della Polizia cinese, e più precisamente dall’Ufficio di pubblica sicurezza di Chaoyan, che rende moto di stare “indagando su presunti crimini commessi da Zhongzhi Enterprise Group, uno dei principali gestori patrimoniali cinesi“. Sotto la lente d’ingrandimento delle Autorità di Pechino “molti sospetti coinvolti nella società“. Poi l’invito ai cittadini perché collaborino: “Gli investitori sono tenuti a collaborare attivamente con la polizia nelle indagini e nella raccolta di prove e a salvaguardare i loro diritti e interessi attraverso canali legali“.

L’imbeccata ha fatto accendere i motori dell’inchiesta giornalistica che ha accertato che Zhongzhi ha recentemente dichiarato ai suoi investitori di “essere fortemente insolvente con passività fino a 64 miliardi di dollari “. Pechino, in un momento economicamente non dei migliori, teme che la crisi del debito immobiliare cinese possa estendersi a tutto il settore finanziario. Una tragedia per il Paese.

Zhongzhi, è notevolmente esposta e porta a vacillare il settore immobiliare cinese. ma è anche uno dei principali attori nel settore bancario ombra cinese, con investimenti stimati intorno a 3.000 miliardi di dollari, che Reuters ricorda essere “più o meno le dimensioni dell’economia francese”. Una volta si diceva che in America tutto era big. Oggi la Cina compete alla grande con gli Usa.

Zhongzhi mercoledì, scusandosi con gli investitori ha reso noto “passività totali comprese tra circa 420 miliardi di yuan (58 miliardi di dollari) e 460 miliardi di yuan (64 miliardi di dollari), rispetto a un patrimonio totale stimato di 200 miliardi di yuan“. Il fallimento è dietro l’angolo e cifre del genere escludono aiuti in extremis per scongiurarlo.

Quello che ci piace evidenziare è che il governo cinese di Xi Jinping segue, si con apprensione, ma con esemplare fermezza la defaillance dell’uomo più potentE dell’economia cinese e tra i più potenti in quella mondiale, senza ombra di privilegi e/o di voler coprire eventuali, quanto probabili, reati.

Francamente non pensavo che, anche se per aspetti limitati, mi sarebbe capitato di invidiare i cittadini cinesi.

Vi starete chiedendo il perché di tale affermazione, decisamente pesante. Ebbene presto detto: ci vogliamo ricordare che il falso in bilancio non è più un reato nel nostro Paese, ma derubricato ad una marachella da ragazzini. Che le norme sulla fraudolenza nei fallimenti hanno reso talmente difficile provarne i requisiti, che ormai una condanna per bancarotta fraudolenta non si è più vista a memoria d’uomo nelle aule di “giustizia”. Ed abbiamo ancora l’impudenza di chiamarle aule di giustizia? D’accordo,erano norme volute dal centrodestra e ad personam, per salvare un notissimo personaggio, ma non solo lui, e non solo i forzisti ed i leghisti, pur in larghissima maggioranza.

La ciliegina sulla torta è stata già annunciata. Con la separazione delle carriere che prelude, nonostante le menzogne a gogò, alla dipendenza delle procure dal governo, addio a qualche indagine sui potenti, solo furti di mele e galline saranno perseguiti, ma con somma fermezza. Tutta colpa della destra, col cavolo. Da ultimo, dopo il Conte uno (di centro-destra), c’è stato il Conte due (di centro-sinistra), Draghi (di larghe intese, cioè tutti dentro) ed ora Meloni (di destra-centro). Beh, la sinistra, Pd in testa, è stata nei penultimi due governi Conte due e Draghi. Sarò un patologico distratto, ma non ho sentito ripristinare (e neanche tentare di farlo) reati abrogati, in modo da impedire l’avvenuta legalizzazione delle truffe a danno soprattutto dei piccoli investitori che poi sono i piccoli risparmiatori, esposti alla benevolenza dei mariuli.

Poi. dulcis in fundo. qualche Ministro del governo in carica oggi dovrebbe rispondere di bancarotta fraudolenta e truffa ai danni del sistema pubblico previdenziale. D’accordo la presunzione d’innocenza, ma non sono privati cittadini. Le funzioni pubbliche, alte e basse che siano, andrebbero tutelate e protette.

Di fronte a tale sfacelo, alla certezza del diritto messa sotto i piedi da mascalzoni legittimati da un voto farlocco, scusate cari italiani, ma proprio da patriota, invidio i cinesi. Certo, poi quando parliamo di diritti umani non li invidio per nulla, anche se recenti progetti “rivoluzionari” presentati come la manna dal cielo rischiano di farci invidiare i cinesi e mettono a forte repentaglio tutte le conquiste morali e sociali dei miei compatrioti.

Buona domenica. Evviva l’Italia! A domani.

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