Il caffè con il lettore

Informazione e disinformazione

Gianvito Pugliese

Lo scontro al Senato tra Matteo Renzi e Giorgia Meloni letto da un agenzia di stampa ed un giornale politicamente schierato:

(Ansa) Scintille tra Meloni e Renzi in Aula al Senato

(Il Giornale) “Se vuole aiutarci con il suo amico…”. La Meloni in Aula gela Renzi

Care lettrici e gentili lettori, lo stesso fatto raccontato da due organi di stampa fin dal titolo fanno capire la totale diversità del fatto, che però è sempre lo stesso. Non è che l’inviato dell’Ansa e quello de Il Giornale abbiano assistito a film diversi. Il film, ovvero lo scontro in Senato tra Renzi e Meloni, è lo stesso ed identico. Ma a leggere le due fonti sembra davvero che ci siano stati più scontri in tempi diversi. Infatti, uno racconta una storia, l’altro una storia rimaneggiata ad uso e consumo della parte a cui appartiene.

L’ANSA apre il pezzo con un “Botta e risposta dai toni accesi, al Senato, tra Giorgia Meloni e Matteo Renzi durante il question time con la premier in aula”.

Per “il senatore di Italia viva” Meloni “si è fermata all’opposizione“. Di li discende il “disegno paradisiaco che ha fatto e che non corrisponde alla realtà del Paese“, “gli sbarchi dei migranti … sono raddoppiati” anche se lo nega, la sua politica è contro l’Unione Europea e quindi perdente: “Aveva detto alla Germania che avrebbe dovuto capire che saremmo dovuti uscire dalla Ue e ieri l’ho vista in tutta altro veste con il cancelliere tedesco”) e dulcis in fundo arriva il ricordo delle “promesse sul taglio delle accise sulla benzina“.

Poi tocca alla Meloni, che “ha ribattuto ringraziando ironicamente Renzi per il suo “assist”:”non mi aspettavo questa opportunità”. Cita la “crescita di fiducia dei mercati, la promozione di 4 agenzie di rating, che non sono di solito buone su questa materia, lo spread ai minimi da molto tempo: sono dati che dicono qualcosa in più rispetto alle valutazioni delle opposizioni“. Non ha risposto minimamente finora alle accuse di Renzi limitandosi a citare dati, a mio giudizio decisamente gonfiati, rispetto alla realtà. E’ chiaro, tutti tengono famiglia, un economista si accorge che quel racconto cozza decisamente contro il dato al 15 settembre di Bankitalia sulla crescita del debito pubblico che da 2.742 miliardi ereditati è salito a 2.858,6 cioè di oltre 116 miliardi in meno di un anno. Qualcuno bara e non è di certo Bankitalia. Ma Meloni su un punto risponde, e cioè sulle accise: “Noi non abbiamo la bacchetta magica per i miracoli. Come lei sa, il costo della benzina dipende soprattutto dalla scelta dei paesi che detengono il petrolio. Se ci vuole dare una mano con il suo amico bin Salman (il principe ereditario saudita, ndr ), forse ci aiuta ad abbassare il prezzo. Visto che ha buoni rapporti, faccia da ponte per aiutare gli italiani”. D’accordo una battuta che può piacere o meno, ma che non toglie che le promesse in campagna elettorale, a cominciare dalle accise, sono totalmente disattese.

Su queste sarò più preciso prossimamente, come si usa dire “in altra sede”, perché disattese sono solo quelle fatte ai cittadini comuni, mentre i compagni di merenda (vedi i balneari ad esempio) si sono visti ripagare con interessi degni della migliore tradizione dell’usura. Meloni dovrebbe spiegare come ha fatto a fare tanto debito pubblico con una politica di sole mancette elettorali e senza una sola riforma strutturale.

Quella fin qui è informazione. Intendiamo, possiamo avere idee differenti, ragionare in modo completamente diverso, tutto lecito ed in fondo positivo, perché è il confronto che fa crescere e migliorare, non l’appiattimento del pensiero unico. Ma i fatti sono fatti e vanno raccontati al lettore così come sono.

Ed invece nel racconto di Francesco Curridori per il Giornale, tutto ciò che l’Ansa sottolinea, del confronto tra i due, non è che passa in secondo piano, sparisce totalmente. Sarà un ragazzo distratto, penserete Voi. Per nulla. cita ad una ad una tutte le vanterie della Meloni e dove c’è il trionfo? Nella battuta su bin Salman. Mi domando: siamo al Senato o al cabaret?

Per completezza d’informazione vi posto l’articolo del Collega Curridori, perché, se vi va, possiate leggerlo, Sempre se ce la fate. A me è parso volutamente confusionario e lo sforzo di capirlo mi ha fatto venire l’emicrania, ma magari sono io poco dotato o ipercritico o in crisi iperglicemica. Può essere. Mi rimetto tranquillamente al giudizio dei miei compagni di degustazione del nettare dal profumo inebriante, che si chiama caffè, ed un giorno di questi vi svelo il mistero del mix vincente del mio caffè ristretto.

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