Il Colle tra cittadini e politicanti

Come la vedono i primi ed i secondi

Gianvito Pugliese

Una modesta riflessione per l’editoriale di oggi, che non intende scomodare i massimi sistemi, accontentandosì però di sottolineare aspetti salienti che spiegano, senza tante elucubrazioni fini a se stesse, come in Italia, da essere il Paese con la più alta partecipazione elettorale, oggi la percentuale dei votanti sia precipitata molto sotto i minimi storici, se è vero, com’è vero, che nelle suppletive in un collegio dell’Urbe, per eleggere il sostituto di Roberto Gualtieri, divenuto Primo cittadino di Roma, a deporre la scheda nell’urna si sono presentati solo l’11% degli aventi diritto al voto. Tradotto: assenteismo al 89%, Un vero dramma, consumatosi nell’indifferenza del potere politico.

Ebbene, mentre il cittadino medio pensa alla candidatura di Draghi, in termini di vantaggi (o meno) che può offrire all’immagine dell’Italia in Europa e nel mondo, e da per scontato che Draghi, dal Quirinale, con un Primo ministro di sua fiducia a Palazzo Chigi, avrebbe sette anni a disposizione per rialzare l’economia del Paese, e non solo uno com’è oggi, i 1009 politici ospiti in questi giorni di Montecitorio, ma sarebbe meglio chiamarli “politicanti” -sono questo e non altro- hanno tutt’altro metro di valutazione e di ragionamento.

Draghi, ovviamente lo prendiamo ad esempio, ma se ci fosse un candidato migliore, nell’interesse del Paese, e lo conoscessimo, indicheremmo anche lui/lei, o lui/lei al posto di. Ebbene i 1009 sono tutti o quasi solo dei peones che prenderanno ordini dai leader dei partiti, che a seconda del numero di rappresentanti influiranno meno o più. Ma come ragionano gli uni e gli altri, cioè i leader ed i peones? Non essendoci in mezzo a loro figure di politici di razza, tipo Aldo Moro o Enrico Berlinguer, capaci di guardare al futuro, lavorare per le generazioni a venire, per farla breve a vedere anche oltre il proprio naso, questi esseri, affetti da miopia tale che, oltre il proprio orticello, non hanno mai potuto o voluto guardare, non possono che ragionare in quella prospettiva. “Voglio il Presidente che mi dia subito le elezioni”, ha starnazzato chi riesce ancora a crescere di decimali nel consenso popolare. E perché le elezioni anticipare con sei mesi di paralisi con la crisi che stiamo attraversando non è una tragedia? Ma perché il suo orticello produrrebbe diverse mele in più; tradotto: dalle urne uscirebbe qualche seggio in più per il suo partito. E gli interessi del Paese? Il Paese? Ma chi è questo sconosciuto, quello di cui ci riempiamo sempre la bocca ed infarciamo i comizi, e per il quale da molto tempo non si fa mai nulla di concreto?

Intendiamoci, anche qui è solo un esempio, più facile da mettere a nudo e portare allo scoperto di altri, ma dove vi voltate e girate, a ben guardare l’interesse è “l’orticello”, Ma non per cattiveria, per incapacità di vedere altro.

Mi fanno sorridere, o forse non proprio, i Colleghi che in questi giorni, dopo i nomi dei candidati presentati come “di alto profilo”, si sono, finalmente, resi conto della crisi del livello della classe politica. “Se non sei proprio capace di fare nulla, fai il politico, figlio mio” e non è solo la parola d’ordine del solo terzo millennio. Per avere una massa di tali nullità, vuol dire che la mancata selezione della classe politica è coincisa con la fine delle vere scuole di formazione politica.

Assurdo a pensarci bene: Vi fareste operare da uno che non ha mai studiato medicina, o costruire un palazzo da uno che non è né ingegnere, ma neanche geometra? E a chi abbiamo affidato le sorti del Paese, delle Regioni, dei Comuni? A chi non ha fatto un giorno di formazione e si è affidato per essere eletto a qualche buona agenzia di comunicazione. Va bene che non sappiamo scegliere neanche gli amministratori dei nostri Condomini. Quando li scopri con le mani nella marmellata, la risposta dei condomini è: “Ma si sa o. lo fanno tutti, questo lo conosciamo di un altro non sappiamo”.

Tornando al nucleo del discorso dopo aver accertato che i cittadini, almeno quelli più svegli e preparati, ragionano da politici ed i politici da ortolani, come si risolve?

Non lo so, so solo che il popolo sovrano, secondo la nostra Carta Costituzionale, è stato spogliato di ogni potere a cominciare da quello di scegliersi i propri rappresentanti in Parlamento L’abolizione delle preferenze è esattamente quello: il potere dal cittadino si è trasferito al leader del partito; decide quest’ultimo e lui solo chi entra a Palazzo Madama o a Montecitorio e chi no. So anche che il suddetto collegio romano docet, il popolo se n’è accorto ed a votare vanno solo poco più del 10% e si tratta in larghissima maggioranza di truppe cammellate.

Non ho la sfera di cristallo e non faccio previsioni campate in aria, ma la storia non può continuare ad andare avanti così, I segnali di urgenti cambiamenti radicali ci sono tutti e, siccome chi li dovrebbe cogliere, fa orecchie da mercante, temo che la soluzione non sarà né incruenta, né poco dolorosa.

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