Il destino di 2.500 guerrieri
Si tratta dei combattenti ucraini asserragliati nell’acciaieria Azovstal, ai quali è stato dato l’ordine di consegnarsi ai russi.
Gianvito Pugliese
Sarà che per natura la routine mi uccide ed ho sempre bisogno di cambiamenti e novità, sarà che oggi preferivo trattare questo argomento, ma per una volta sulla cronaca internazionale alla linea inglese, dalla quale difficilmente mi stacco, antepongo quella americana.
Ed in primo piano sulle notizie di agenzia e sulle testate che contano, in Usa c’è la preoccupazione per la sorte dei militari di Azovstal, i 2.500 combattenti ucraini che la Russia dichiara di aver preso prigionieri e che si sono “arresi” solo quando Kiev glielo ha ordinato perentoriamente.
La preoccupazione è accresciuta da quando un leader separatista del Donbas sostenuto dal Cremlino aveva dichiarato che avrebbero affrontato i tribunali.
Putin si è pavoneggiato di aver acquisito il pieno controllo dell’acciaieria Azovstal, l’ultima resistenza a Mariupol e simbolo dell’eroica tenacia ucraina nella strategica città portuale, ora in totale rovina con oltre 20.000 residenti civili morti. La “conquista” dona a Vladimir Putin finalmente una vittoria nella guerra iniziata quasi tre mesi fa.
Mentre l’Occidente si compatta attorno all’Ucraina, il presidente polacco Andrzej Duda è arrivato nel Paese in visita senza preavviso, per motivi di sicurezza, ed oggi parlerà al parlamento.
La Polonia ha accolto milioni di rifugiati ucraini dall’inizio della guerra, anche perché gran parte degli stessi erano di origini polacche. Oggi è uno dei principali sostenitori dell’ammissione dell’Ucraina nell’Unione eurepea.
E mentre la Russia blocca con la sua flotta del Mar Nero e minandoli i porti marittimi dell’Ucraina, la Polonia ha assunto il ruolo di centrale di smistamento degli aiuti umanitari occidentali e delle armi che entrano in Ucraina, e sta aiutandola ad esportare il suo grano sui mercati mondiali.
I familiari dei combattenti, appartenenti a diverse unità militari ed alle forze dell’ordine, hanno chiesto il trattamento dei prigionieri di guerra. Iryna Vereshchuk, vice primo ministro, ha sostenuto ieri che l’Ucraina “lotterà per il ritorno di ognuno di loro“.
Denis Pushilin, leader filo-Cremlino di un’area del Donbas controllata dai separatisti sostenuti da Mosca, ha affermato che tra i combattenti catturati vi erano alcuni cittadini stranieri, ma non ha fornito dettagli. Ha poi affermato che dovevano essere processati come criminali di guerra.
“Credo che la giustizia debba essere ripristinata. C’è una richiesta in tal senso da parte della gente comune, della società e, probabilmente, della parte sana di mente della comunità mondiale”, afferma la Tass, citando Pushilin.
Tra gli asserragliati nell’acciaieria c’erano uomini del reggimento Azov, alcuni dei quali di estrema destra, la cui appartenenza all’esercito ucraino ha fornito al Cremlino l’alibi osceno di definire l’invasione come un’operazione militare contro l’influenza nazista in Ucraina.
Leonid Slutsky, un membro di punta della Duma, il parlamento russo, ha affermato che Mosca stava valutando di scambiare i combattenti dell’Azovstal con Viktor Medvedchuk, un ricco ucraino con stretti legami con Putin (è padrino di uno dei figli dello zar). Medvedchuk deve affrontare accuse penali in Ucraina. Poi Slutsky si è rimangiato tutto. dichiarandosi d’accordo con Pushilin di farli processare. In realtà in Russia i tribunali sono meri esecutori materiali delle sentenze farlocche scritte dal Cremlino.
La conquista di Mariupol realizza l’ambizione russa di disporre di un ponte terrestre dalla Russia che si estende, attraverso la regione del Donbas, fino alla penisola di Crimea, che Mosca ha scippato all’Ucraina nel 2014.
Igor Konashenkov, portavoce del ministero della Difesa russo, ha dichiarato ieri che la Russia ha distrutto una base ucraina vicino a Odessa, il principale porto ucraino del Mar Nero. Nella base distrutto anche un importante deposito di armi fornite dall’Occidente nella regione di Zhytomyr, nell’Ucraina settentrionale.
L’esercito ucraino riferisce a sua volta di pesanti combattimenti in gran parte del Donbas nell’Ucraina orientale.
Volodymyr Zelenskiy: “La situazione nel Donbas è estremamente difficile. Come nei giorni precedenti, l’esercito russo sta cercando di attaccare, contrastato dalle forze ucraine, Sloviansk e Sievierdonetsk”.
Sievierdonetsk è la città principale sotto il controllo ucraino nella regione di Luhansk, che insieme alla regione di Donetsk costituisce il Donbas.
Oggi il ministero della Difesa britannico. attento osservatore della guerra in corso, ha affermato che l’unica compagnia operativa russa di veicoli di supporto ai carri armati BMP-T Terminator “è stata probabilmente schierata sull’asse Sievierdonetsk dell’offensiva del Donbas”. Ha aggiunto, tuttavia, che “con un massimo di 10 veicoli schierati, è improbabile che abbiano un impatto significativo sulla campagna”.
Sloviansk, nella regione di Donetsk, è un l’obiettivo russo nel tentativo di conquistare tutta l’Ucraina orientale.
Un monastero nel villaggio di Bohorodichne, nella regione di Donetsk, è stato evacuato dopo essere stato colpito da un attacco aereo russo. Circa 100 monaci, suore e bambini somo stati evacuati.
Zelenskiy ieri ha ribadito che il Donbas rimane terra dell’Ucraina e che si combatte per liberarlo dagli invasori.
Portogallo e Polonia si stanno battendo duramente perché l’Ucraina entri rapidamente nell’Unione Europea.
Joe Biden ha firmato sabato una ordine esecutivo di aiuti all’Ucraina da 40 miliardi di dollari.
Mariupol, che fa parte del Donbas, è stata assediata all’inizio della guerra ed è diventata un esempio spaventoso con civili ridotti alla fame, al terrore ed alla morte.
Le acciaierie costiere, che occupano circa 11 chilometri quadrati (4 miglia quadrate), sono state un campo di battaglia per settimane. Attirando attacchi aerei russi, artiglieria e fuoco di carri armati, il gruppo in diminuzione di combattenti ucraini senza armi ha resistito con l’aiuto di lanci aerei che secondo Zelenskyy sono costati la vita a molti piloti di elicotteri “assolutamente eroici”.
Ieri il ministero della Difesa russo ha diramato un video girato dalle truppe russe mentre prendono in custodia Serhiy Volynskyy, comandante della 36a brigata speciale della Marina ucraina, che era una delle forze principali di difesa dell’acciaieria.
Con la Russia che controlla Mariupol, le autorità ucraine avranno problemi a documentare le atrocità russe in loco, tra cui i bombardamenti a un ospedale per la maternità e ad un teatro, dove si erano rifugiati centinaia di civili. Le immagini satellitari di aprile hanno ripreso fosse comuni appena fuori Mariupol. Secondo funzionari locali la Russia vi avrebbe nascosto il massacro, seppellendo fino a 9.000 civili.
I rischi sanitari sono imminenti e largamente impegnativi.
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