Il mio otto marzo
Nelle ricorrenza non dovremmo mai perdere qualcuno o qualcosa che amiamo
Gianvito Pugliese
Fatti gli auguri a tutte le donne, dalle nostre colleghe della redazione alle nostre lettrici, e detto loro dal profondo del cuore: “Grazie di esistere”, devo confessarvi che l’8 marzo per me dal 2019 non è più un giorno di festa e temo non lo sarà mai più.
E’ vero dall’Eden siano stati allontanati per via di una mela, sarà per questo che non le mangio volentieri, e perdere qualcuno che amiamo è sempre dolorosissimo, ma perderlo in una ricorrenza fa di quel giorno -Natale, Pasqua, Festa della Donna o altro- un dì da dimenticare, ma che non potrai scordare.
L’otto marzo del 2019 ho, anzi Lidia ed io, abbiamo perso la nostra Ella, una femmina alfa di pastore tedesco, che rimarrà indelebilmente scolpita nei nostri cuori, Ogni cinofilo lo sa, il nostro cane è uno della famiglia e quando accade che ci da l’unico dolore della sua esistenza, vissuta per noi, è un lutto per uno della famiglia che va via, che ci viene strappato, sempre troppo presto, com’è per tutti coloro che amiamo ed ai quali sopravviviamo.
Di lei Vi ho raccontato come mi fece innamorare con un’acino d’uva o del Gesù bambino scomparso, ma non potrò mai descrivervela per quello che era. Quando ero studente universitario, sono passati più di dieci lustri, ho allevato ed addestrato pastori tedeschi per hobby. Sta di fatto che ne ho conosciuto bene tantissimi, ma mai uno come Ella. Se un cane medio capisce sulle trecento parole, Ella comprendeva tutto il vocabolario, perlomeno delle parole di uso comune. Sembra una esagerazione, ma non lo è. Il cane in assoluto più intelligente che io abbia mai visto ed il più disubbidiente. Ma è così intelligenza ed ubbidienza sono sempre inversamente proporzionali negli uomini come nei nostri amici a quattro zampe.
Conosceva alla perfezione tutti gli esercizi d’addestramento d’un cane da lavoro, ma li eseguiva quando le girava, mica quando glielo chiedevi. In casa dovevamo ricorrere spesso ad eufemismi quando non volevamo farci “scoprire” da lei.
Ad un anno era stata colpita da una brutta insufficienza pancreatica contro la quale abbiamo combattuto insieme, lei e noi, per quasi 11 anni, quando purtroppo il suo cuore generoso e provato ha ceduto di colpo. Non dimenticherò mai il suo sguardo in quel momento mentre Lidia ed io, terrorizzati, la stringevano tra le braccia, nel disperato tentativo di trattenerla qui con noi, Si voltò e ci guardo col suo sguardo rassicurante. Il suo ultimo messaggio: “Non vi preoccupate, veglio su di voi, come sempre”.
Ecco perchè l’8 marzo non sarà mai più una festa per noi, per la nostra famiglia a cui è stata strappata una parte di se.
Non mi vergogno di confessarlo, mentre scrivo queste righe piango come un bambino, ma col dolore che solo la maturità sa far comprendere. Ella, se c’è un paradiso tu ci sarai di certo, ma nei nostri cuori, ora lo so. resterai per sempre.
Da sabato ad ora di pranzo è arrivato a casa Ras, un pastore tedesco maschio di quattro mesi, che Lidia si è riportato dalla Romania, con un viaggio avventuroso e stressante di 34 ore tra auto e treno, le compagnie aere che operano su quella tratta non accettano i cani. Il gatto di casa, Miki, che pure era stato cresciuto da “zia Ella”, non si rassegna al suo arrivo, ma prima o poi diverranno amici.
E mi chiedo, se cani e gatti riescono ad essere grandi amici, come lo sono stati Ella e Miki, perchè gli uomini non ne sono capaci? E non ho una risposta da darmi e da darvi.
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