In Finlandia firmata la legge di adesione alla Nato. Ira di Putin

Dopo il voto favorevole del Parlamento di adesione alla Nato il il presidente Sauli Niinisto ha apposto la sua firma alla legge. Reazioni scomposte da Mosca.

Gianvito Pugliese

Un Putin incapace di riconoscere i propri errori colossali e che riduce tutto a complotti dei suoi presunti nemici. E’ quello che si è esibito ancora una volta oggi sulla scena internazionale.

Ha parlato per lui la portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova: “Difficilmente la decisione della Finlandia di aderire alla Nato può essere considerata equilibrata”. La firma apposta dal presidente finlandese sotto la legge di adesione alla Nato approvata dal Parlamento, anche se ormai ineluttabile, viene accolta con stupore ed inaudito rancore.

Per il Cremlino tutto è frutto dell’ “influenza di una campagna mediatica anti-russa senza precedenti“, secondo la Zakharova orchestrata dagli odiati Usa e “alcuni loro alleati” complici di “questa campagna politica“.

E’ evidente che Putin sperava di fare in Ucraina quello che aveva fatto impunemente in Cecenia, in Afghanistan, in Moldavia ed in tante altre parti del mondo, Ucraina compresa nel 2014, quando occupò la Crimea.

Desta meraviglia, dunque, allo zar Vladimiro I che l’invasione di un Paese confinante. senza ragione alcuna, se non quelle costruite a tavolino in Russia, attraverso le infiltrazioni nel Paese limitrofo di sobillatori prezzolati e ben addestrati, abbia indotto gli altri Paesi confinanti ad aderire alla Nato e mettersi sotto la sua ala protettiva. Si chiede meravigliato, come mai le scomposte e risibili minacce del suo ventriloquo Medvedev, non abbiano terrorizzato tutti e non gli abbia resi desiderosi di essere conquistati con poco danno dal redivivo conquistatore ottocentesco.

Non si è neanche accorto che Xi, nella sua visita a Mosca, ha sancito il suo essere l’indiscusso capo di quel mondo che vuole confrontarsi e competere con i mercati occidentali, rappresentandone l’alternanza, senza mai voler arrivare a vedere strozzata l’economia cinese da rapporti negativi con l’America e l’Europa.

Ormai vede solo ciò che gli piace vedere. La sua fine si avvicina a gran passi, con buona pace di coloro che in occidente ed in Italia hanno puntato sul cavallo sbagliato.

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