La crisi: nascono gli europeisti
Un nuovo gruppo debutta al senato, forte di dieci componenti.
GP
Andrea Buccarella, Adriano Cairo, Andrea Causin, Saverio De Bonis, Gregorio De Falco, Raffaele Fantetti, Gianni Marilotti, Riccardo Merlo, Mariarosaria Rossi e Tatjana Rojc, sono i senatori che hanno appena dato vita al gruppo degli “Europeisti Maie Centro democratico”. Fantetti sarà il presidente del gruppo, Causin il vice presidente. E’ toccato alla Presidente del Senato, Elisabetta Casellati darne l’annuncio in apertura di seduta. Ed è il fatto più rilevante che si appalesa in una giornata politica che non ha offerto altre novità di rilievo.
E’ un significativo passo avanti verso il Conte ter, che alcuni politologi preconizzano in faticosa salita. Giuseppe Conte, che non intende giocarsi l’alto indice di gradimento che si è costruito con i cittadini, tende a mostrare al Paese un progetto politico, una prospettiva, un orizzonte più largo. Le sue dimissioni, dunque, un atto di amore e di responsabilità verso il Paese, creando le premesse per un’alleanza di legislatura e di un programma di governo che sia il migliore possibile. Elenca alcuni progetti rilevanti, ma ciò che colpisce particolarmente l’apertura ad una riforma costituzionale che in vista dell’adozione del proporzionale, come sistema elettorale, contempli la sfiducia costruttiva. Un tema che sta molto caro a Matteo Renzi, per cui ci si chiede se la proposta di Conte non sia un’amo ed un chiaro segnale di apertura a Renzi ed ad Italia Viva.
Oggi alle 17 Elisabetta Casellati e Roberto Fico saranno a colloquio con Sergio Mattarella. La seconda e terza carica dello Stato riferiranno al Presidente della Repubblica la loro opinione sulla crisi. Da domani a venerdì gli incontri con le delegazioni dei partiti che si recheranno al Colle.
Intanto impazza il toto nomi del presidente incaricato. Faccio prima a dirvi che non manca nessuno e che i più scafati sostengono che farli venir fuori ora è il modo migliore per bruciarli.
Non possiamo chiudere questa panoramica senza riferire che in almeno due dei tre partiti che hanno costituito fino a ieri la maggioranza di governo si colgono voci di fronde non proprio favorevoli a Conte. Sono solo deboli venticelli che attraversano il M5S ed il Pd, che se non cresceranno non significano molto, ma evidentemente la paura di andare a votare e ritornarsene a casa agita le acque e pur di non votare si è pronti a voltar la faccia a tutti, nessuno escluso.
Se si dovesse andare alle elezioni lo scenario più probabile è la coalizione di centro sinistra guidata da Giuseppe Conte, che in tal caso sarebbe un collettore di voti e consenso assolutamente indispensabile, e la destra guidata da Salvini. Renzi ai margini e con lui i vari Calenda di cui abbonda oggi il quadro politico, destinati all’ultimo canto del cigno.
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