La Germania ed il gas
La domanda è: “Perchè la Germania non vuole liberarsi del gas russo e indebolisce l’Europa”?
Gianvito Pugliese
Sembra che tutti i Colleghi, che stranamente non si pongono e non pongono domande in merito, abbiamo scordato che la Germania ha da poco dismesso 5 centrali nucleari per la produzione di energia. Se non erro l’ultimo spegnimento è avvenuto il 31 dicembre scorso. Comunque, si tratta di centrali sicure e che possono essere rimesse in funzione in pochi giorni, una settimana al massimo.
Ora sgombriamo il campo da possibili equivoci. Quella di spegnere le centrali nucleari ed avviare la transizione ecologica, proiettandosi verso le energie rinnovabili ecocompatibili e, nelle more, utilizzando il gas, carburante meno inquinante, è stata una iniziativa non solo meritoria, ma anche da plaudire senza se e senza ma. Che poi il gas fosse russo e si procedesse finanche a prepararsi a riceverlo e smistarlo in quantità, attraverso il gasdotto Nord Strim 2, non è che fosse cosa che andava contro interessi dell’Ue o di Paesi ad essa aderenti.
La Germania poteva pensare finanche, che permettere alla Russia di esportare in Europa tanto gas ed ottenere l’adeguato compenso poteva contribuire alla distensione nei rapporti Unione europea – Russia. E’ appena il caso di ricordare che nell’incontro al Cremlino tra Putin, la tedesca von der Leyen e Michell, la presidente dell’Unione europea fu, inizialmente, lasciata in piedi. La consueta cafonata del coatto Putin, con quell’imbranato di Michell che, al posto di non sedersi e cedere immediatamente la poltrona alla presidente della commissione, numero 1 dell’Ue, si sedette come un provolone stagionato, visibilmente interdetto e frastornato. Un incidente che la dice tutta sull’odio viscerale di Putin nei confronti di un’Europa che, se unita, diventa probabilmente la prima potenza mondiale a tutti i livelli. Così come ci racconta del suo rapporto con le donne. Dovrebbe farsi curare da buoni psichiatri: è fin troppo evidente la sua misoginia estrema. Vero che, secondo me, finanche Freud se fosse vivo, dichiarerebbe che è incurabile. La misoginia acuta è solo l’ultimo dei suoi problemi psichiatrici.
Ma non è del nuovo Zar, o se preferite dell’Adolf Hitler o del Gengis Can reincarnato che voglio parlare.
Il discorso che vorrei fare con Voi, mie care lettrici e lettori, è il perché la Germania continua a tenere in piedi questa politica cerchiobottista nei confronti della Russia e dell’Ucraina. Oggi la Germania ha confermato, nonostante lo sgarbo istituzionale di Kiev, che non ha voluto la visita del Presidente tedesco, stanti i suoi buoni rapporti -diretti ed indiretti- con Putin, l’invio di una cospicua fornitura di armi all’Ucraina. Da non trascurare il particolare che se non l’avesse fatto, partiti al governo minacciavano la crisi. Dall’altro si è opposta alla proposta Europea di embargo totale del gas russo. del quale dice di non poter fare a meno e che continua ad utilizzare alla grande. Con ciò, contemporaneamente finanziando la Russia di Putin e quindi indirettamente l’invasione dell’Ucraina.
E, tornando alle centrali nucleari, lo ripeto, giusto spegnerle all’epoca e avviare di gran carriera la transizione ecologica. Ma era giusto il 1° gennaio, non dopo il 24 febbraio. Perché non liberarsi della dipendenza dal gas russo, da quel momento in poi, riesumando le cinque centrali nucleari? Era più importante proseguire la propria, estremamente meritoria, transizione, o sospenderla per un attimo, per non dipendere dal gas russo, non riempire la casse del Cremlino di tantissime euro sonanti e, soprattutto sottrarsi dal non tanto potenziale ricatto russo?
Al momento Olaf Scholz sembra completamente a proprio agio nelle relazioni con Mosca, durissime a parole, ma molto prudenti di fatto. Vero che ha bloccato l’ultimo step del mega gasdotto russo, che nei colloqui bilaterali con Putin, in conferenza stampa, rievocò Navalny, chiedendone la liberazione, un cavallo di battaglia di Angela Merkel, e non fu dolce nei confronti dell’invasione dell’Ucraina, ma poi? Di fatto, inutile ripetere, oggi è il più grande finanziatore di Putin.
Io, francamente, non ho una risposta alla domanda posta -anche se il gasdotto Nord Stream 2 sospeso, potrebbe non essere del tutto estraneo- alla quale dovrebbe rispondere Scholz ed il giornale, che mi onoro di dirigere, non ha certo la forza di costringere il cancelliere tedesco alla risposta imbarazzante. Ma certamente lo ha la stampa occidentale, le più autorevoli testate, soprattutto quelle inglesi ed americane, che il problema di pestare i piedi ad un potente non se lo pongono proprio.
Non ci resta che sperare che la domanda che parte da questo editoriale sia ribaltata, condivisa e fatta propria, dai Colleghi. Non è facile che accade. E’ umano: se l’idea è mia bene è davvero splendida, se di un altro mica tanto. Comunque, è l’unica via possibile e, volente o nolente, va percorsa.
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