La guerra alle donne

In Nigeria una giovane cristiana
lapidata per un messaggio su WhatsApp. La minaccia dell’integralismo islamico in Africa

Giovanna Sellaroli

Un messaggio ritenuto offensivo verso il profeta Maometto, questa la delirante accusa rivolta alla giovane Deborah Samuel (in copertina), giovane studentessa di economia, di religione cristiana, lapidata e bruciata da un gruppo di studenti musulmani, in Nigeria.

Giudicata per blasfemia, il barbaro omicidio è avvenuto a Sokoto, nel nord ovest del Paese, città capitale dell’omonimo Stato nigeriano, in cui viene applicata la legge islamica, la Shari’a, insieme al diritto comune.

Secondo quanto riferisce Le Monde, Deborah è stata prelevata con la forza da alcuni studenti Shehu-Shagari College of Education, dove la giovane studiava e risedeva e, trascinandola nel cortile, l’hanno barbaramente uccisa a sassate e poi data alle fiamme. A nulla sarebbe valsa la protezione che la ragazza aveva chiesto ai responsabili dell’istituto a seguito delle minacce ricevute nei giorni precedenti. Venerdì scorso è stata presa con la forza dalla sua stanza e giustiziata ferocemente; alcuni video diffusi e condivisi in rete dimostrerebbero le violenze alle quali è stata sottoposta, frustata e insultata da molte persone, che l’hanno sottoposta a lapidazione e data alle fiamme, al grido, tristemente noto, di Allah Akbar.

College di Sokoto, Nigeria

Stando ad alcune testimonianze pubblicate dalla stampa nigeriana e riportate anche dall’emittente britannica Bbc, il tutto si è verificato dopo la denuncia di uno studente, che ha accusato la studentessa di aver postato “un commento offensivo sul profeta Maometto sulla chat WhatsApp di un gruppo studentesco, che tutti hanno visto”

Una sorte disumana che vìola ogni legge, ogni diritto e che grida venedetta. Il portavoce della polizia di Sokoto, Sanusi Abubakar, ha detto che gli studenti dell’istituto Shehu-Shagari, hanno agito dopo aver letto il messaggio “blasfemo”; due sospetti sono stati arrestati e assicura che, tutti gli indiziati identificati nel video, saranno arrestati. Le autorità intanto hanno annunciato l’immediata chiusura della scuola.

I leader religiosi nigeriani hanno chiesto giustizia per la ragazza, invitando al contempo la popolazione alla calma. Muhammadu Saad Abubakar, sultano di Sokoto e massima autorità spirituale tra i musulmani nigeriani, e l’influente vescovo della Chiesa Cattolica di Sokoto, Mathew Hassan Kukah, chiedono che i colpevoli possano rispondere delle loro azioni.

La Nigeria vive una situazione piuttosto difficile, divisa a metà tra fede musulmana, a nord, e fede cristiana nel sud del Paese; dal 1999, dodici Stati della Nigeria settentrionale hanno adottato codici penali della Shari’a, paralleli ai tribunali secolari e consuetudinari. Molte leggi della Shari’a nel nord della Nigeria prevedono pene severissime per la blasfemia, fino alla pena di morte.

Secondo l’ultimo rapporto sulla libertà religiosa della Fondazione pontificia Aiuto alla Chiesa che Soffre, dopo 20 anni di Shari’a, la situazione nel nord della Nigeria è peggiorata. L’etnia e la religione sono diventate un mezzo efficace per ottenere potere, risorse e privilegi. Secondo il rapporto della Fondazione, la sharia ha ulteriormente diviso il Paese. 

Mathew Hassan Kukah, Vescovo della Chiesa Cattolica di Sokoto

Una storia raccapricciante che richiama immediatamente alla mente quanto sta accadendo in Afghanistan, dove il leader supremo dei talebani, solo un paio di settimane fa, ha ordinato con un decreto, che le donne afgane indossino il burqa in pubblico: ”Le donne che non sono né troppo giovani, né troppo anziane devono velarsi il viso di fronte a un uomo che non è un membro della loro famiglia”, per evitare provocazioni; anzi, se non hanno compiti importanti da svolgere fuori, meglio che rimangano a casa. Tutto ciò arriva dopo aver ordinato la chiusura delle scuole superiori e i college alle ragazze.

L’oscurantismo si fa strada, lasciando che la minaccia dell’integralismo islamista avanzi in molte parti del mondo. Una minaccia che va a colpire il cuore delle donne, che erode i diritti e le libertà delle donne. Tenere alta l’attenzione su queste parti del mondo è un nostro preciso dovere, non solo morale, e dobbiamo renderci conto che lì non si decide solo di quella parte di mondo.

Il medioevo oscuro avanza in particolare nel continente africano, che l’Occidente, ahimè sta completamente perdendo di vista; come non ricordare che due superpotenze quali Cina e Russia, hanno oramai da tempo messo le mani su quelle terre ricchissime di risorse minerarie, ma in preda a una corruzione endemica e a lotte intestine di potere tra etnie, spesso combattute in nome di un credo religioso violento che fa breccia sull’ignoranza e la sottomissione più becera.

In Africa la Russia suona la musica di Wagner, grazie all’impiego di mercenari senza scrupoli con i quali gioca una partita per recuperare spazi di influenza. Il Cremlino, conducendo la solita propaganda ben nota, attraverso i social network, usa anche i normali canali diplomatici per la sua politica di espansione in Africa, mentre la Wagner fa il lavoro sporco, combattendo a fianco delle truppe regolari. In centrafrica, insomma, funziona come un trampolino di lancio per l’espansionismo russo, in competizione con il mondo occidentale. Il Cremlino essendo consapevole di non poter competere con l’espansionismo cinese sui mercati, punta a rafforzare la presenza militare per poi passare all’incasso sia in termini di presenza che in termini di risorse naturali.

In alcuni stati del Sahel dell’Africa occidentale, l’instabilità politica e l’insicurezza, sta portando pericolose derive di ideologie politiche estremiste antidemocratiche, inclusa l’istituzione di califfati islamici.

Cosa sta succedendo nell’Africa occidentale?

Ci aiuta a capire i fatti Matteo Giusti, giornalista e analista, esperto di Africa. Dopo l’assassinio della giovane studentessa, come ha reagito la popolazione?

Gli Stati della Nigeria settentrionale hanno rinunciato ad applicare la legge nazionale per sostituirla con la Shari’a. Il nord del più popoloso stato africano e da sempre musulmano e la convivenza con le minoranze cristiane, nonostante sporadici momenti di attrito, scorre da secoli abbastanza tranquillamente. L’episodio dell’uccisione della giovanissima è stato subito condannato e ci sono stati immediati arresti. Ma la popolazione locale è scesa in strada per chiedere la liberazione dei due arrestati urlando slogan religiosi”

In Nigeria, un Paese estremamente complesso, imperversano vari movimenti islamici. Chi sono? E quanto sono pericolosi?

“Una situazione esplosiva quella nigeriana che vede da anni imperversare vari movimenti terroristici di ispirazione islamica. Boko Haram, che in hausa (ndr. hausa gruppo etnico di religione islamica sunnita che parla la lingua hausa) significa l’educazione occidentale è proibita, nata nel 2002 ha effettuato migliaia di rapimenti a scopo di estorsione, gettando lo stato di Borno nella totale insicurezza.

Guidata da Abubakar Shekau, un uomo dalla biografia incerta e forse proveniente dal Niger, Boko Haram ha colpito in Nigeria, Camerun, Niger e Ciad cercando di instaurare un califfato. Il terrorismo islamico in Nigeria nel 2015 ha aderito all’Isis, o meglio alla sua branca centroafricana Iswap ( Stato Islamico dell’Africa Occidentale) che ha preso il controllo della sua zona d’influenza costringendo Shekau al suicidio in una tremenda lotta interna. Oggi le due galassia del terrorismo islamico Isis e Al Qaeda si battono fra loro per il controllo di vaste regioni africane.

Il sultanato islamico e in grande ascesa e dopo aver preso il controllo della zona di influenza di Boko Haram sta avanzando in Mali, Niger e Burkina Faso nella famosa zona dei tre confini. Gli eredi di Bin Laden stanno perdendo terreno e restano forti solo nel Fezzan libico e nel Sinai egiziano, ma la perdita di spazio nel Sahel ha messo in crisi tutta l’organizzazione di Al Qaeda nel Maghreb che per anni non ha avuto concorrenza in Africa. Solo in Somalia gli al—shaabab, spina nel fianco del governo di Mogadiscio, restano fedeli ad Al Qaeda. In Africa sub-sahariana l’Isis sta facendo proseliti e hanno già aderito al credo del Sultanato gli ugandesi delle Forse Democratiche Alleate che uccidono e saccheggiano in Uganda e Repubblica Democratica del Congo. Più a sud l’Isis può vantare il controllo del gruppo Ansar al Sunni che colpisce al di qua e al di là del confine fra Tanzania e Mozambico costringendo il governo di Maputo a ricorrere ai mercenari per fermare questa ondata di violenza”.

Si può pensare che possa esserci un qualche legame con quello che sta accadendo in Afghanistan?

“Per quanto riguarda l’Afghanistan, con il sultanato islamico, sì, perché si tratta dell’Isis K, che è lo stesso, enorme, grandissimo network che colpisce anche in Afghanistan.

Il ritiro della missione francese Barkhane in Mali per combattere il jihadismo è la cartina di tornasole del fallimento delle vecchie potenze coloniali, e ora sono i cosiddetti emerging powers a fare la voce grossa in Africa”

Cina e Russia, che hanno capitalizzato la loro influenza in Africa, percepiscono il pericolo? Come vedono questa crescente islamizzazione?

“La Cina è molto preoccupata, soprattutto in Africa centrale ha aumentato la sicurezza e ha fatto ricorso a contractors cinesi per proteggere i propri investimenti dagli attacchi dei fondamentalisti. Mentre la Russia ha schierato il famigerato Wagner Group, accusato di crimini di guerra contro la popolazione in Mali e in Mozambico, dove ha fatto letteralmente una strage, come a Butcha, in Ucraina, con tanto di fosse comuni, facendo la caccia agli islamisti.

Più indicativa la posizione della Turchia che non disdegna la trattativa con i gruppi combattenti nel cuore dell’Africa. Un mosaico articolato e complesso quello africano che vede l’estremismo islamico in grande espansione e che sta cambiando la fisionomia di tanti stati trasportandoli sempre più lontani dalla democrazia”

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Grazie.