La Lega vota alla Camera con FdI sul green pass
Si accende lo scontro politico tra chi chiede coerenza e chi scopre l’autonomia del Parlamento
GP
Mario Draghi è stato giocato ed indotto in errore da Matteo Salvini, E’ quanto affermano Pd e M5S in merito a quanto avvenuto alla Camera dei Deputati, dove la Lega ha votato gli emendamenti di Fratelli d’Italia che hanno raggiunto i 134 voti a favore.
Ricostruiamo: anche la Lega aveva presentato alcuni emendamenti ed il Governo si stava orientando a porre sul provvedimento la fiducia al governo. Salvini ha fatto ritirare gli emendamenti della Lega ed in cambio ha ottenuto che il governo non ponesse la fiducia. Poi il colpo di scena: la Lega vota compatta gli emendamenti presentati da Fratelli d’Italia.
Pd e M5S chiedono un chiarimento. Se la Lega vota con Fratelli d’Italia, ovvero l’opposizione, di fatto di mette fuori dal Governo e dalla maggioranza. Il segretario della Lega minimizza, affermando che tutti sapevano quale sarebbe stato il voto della Lega e che Draghi in primis ne era stato informato.
La Meloni esulta per il risultato, cioè il voto congiunto di Fratelli d’Italia e Lega “contro la sinistra”, perchè gli emendamenti sono stati comunque respinti. Nella maggioranza volano gli stracci. “Non si può stare al governo e votare con l’opposizione per becero calcolo elettorale” è una delle accuse più blande rivolte al partito di Via Bellerio. Salvini afferma che le accuse dei dem e dei pentastellati gli scivolano addosso.
Mario Draghi, che certamente non avrà gradito l’esibizione muscolare della Lega, non si sposta di un millimetro e sembra stia invece accelerando sul dl di estensione del green pass a dipendenti pubblici e privati.
C’è chi legge questi fatti come conseguenze dirette delle elezioni amministrative, che si avvicinano a grandi passi, e del semestre bianco, in cui l’impossibilità di sciogliere le Camere rende i partiti meno vincolati e responsabili.
Il fatto è che Mario Draghi, anche alla luce del Conte due, messo in un angolo e fatto cadere dal partito di Matteo Renzi, ha cercato e messo su una maggioranza numericamente imponente, ma politicamente inconsistente e del tutto disomogenea. La conseguenza è che più che una maggioranza è un ring dove ogni provvedimento politicamente o elettoralmente influente è motivo di bracci di ferro, di sfide e di scontri spesso violenti.
E non sono ancora arrivati i veri problemi. Quando cominceranno ad impegnare le consistenti risorse che l’Europa ci ha messo a disposizione per riprenderci dalla pandemia le scintille non si limiteranno a restar tali, ma si trasformeranno in fuochi pirotecnici. Ma non saranno divertenti come quelli delle feste patronali, ma autentiche mine per la ripresa ed il futuro del Paese.
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