La lezione della Sardegna.
Ma è stata o sarà utile a qualcuno?
GP
Anche se la cosa non è che mi faccia fare salti di gioia, quotidianamente sono alle prese con i dati del Covid. Vi assicuro, care lettrici e lettori, che non è per nulla allegro. Dopo quelle notizie, che speri sempre di poter dare miracolosamente in forte diminuzione, ma rimane ancora solo un sogno, ti senti un poco cadere le braccia. Sono stanco, come tutti, non tanto di fare sacrifici (arresti domiciliari sanitari, mascherine e distanziamento……) quanto dei dati che non migliorano. A volte mi chiedo che scopo hanno la mia prudenza e le mie privazioni, poi mi rispondo che è giusto che sia così e che, se ancora dobbiamo leggere e scrivere di morti quotidiani quanto neanche una guerra produce, è perchè certe cautele non sono davvero messe in atto da tutti, Purtroppo anche se la maggioranza dei cittadini osserva le regole, bastano pochi sfortunati o incoscienti a propagare il virus che, quando colpisce soggetti più fragili, equivale ad una condanna a morte.
La Sardegna, la magnifica regione al centro del Tirreno, poche settimane or sono era l’unica zona bianca nel Paese. Salvo un isolato focolaio, tenuto sotto controllo ed isolato, dappertutto nell’isola era praticamente quasi scomparso il virus. Passate poche settimane e ce la ritroviamo zona rossa,
Non amo le previsioni anticipate, ma in questo caso da quanto leggo, sembra destinata ad essere a breve l’unica regione rossa del Paese.
La Sardegna era praticamente con virus quasi azzerato anche all’inizio dell’estate scorsa, l’oasi vacanziera sicura d’Italia. In breve era esplosa anche allora la diffusione epidemica. Questo è un virus maledetto, che non ti perdona errori. Chi in buona o mala fede contribuì a diffondere un falso “liberi tutti” si è reso moralmente responsabile di migliaia di morti che si potevano evitare.
Mi perdoneranno la Sardegna ed i sardi se li porto ad esempio. ma il loro caso è emblematico. Se più di una volta sono stati capaci di ridurre così drasticamente la diffusione del virus significa solo che tanto la loro sanità e gli amministratori locali, quanto i cittadini sono capaci di vincere l’invincibile. Poi basta un nonnulla e tutti quei sacrifici e precauzioni finiscono male.
Siamo alla vigilia di riaperture. Finalmente diciamo e pensiamo tutti, ma attenti alle precauzioni. Non è un “liberi tutti”. Si sta cercando di far convivere il Paese con il Coronavirus. Francamente non vedo quell’unità nazionale che sarebbe auspicabile, per lo meno in momenti tremendi come questo. Vedo divisioni e distinguo per un nonnulla, che non risolve alcunchè ma serve a distinguersi dagli altri, e questo non aiuta e non mi piace.
Sfruttiamo bene questa occasione, Non vorrei che il Paese ripetesse le esperienze negative della sua magnifica isola,
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