La Meloni insultata merita qualche riflessione.
Un insulto decisamente rivoltante, ottimo per creare uno tsunami (in foto) e distrarre tutti dai veri problemi del Paese.
GP
La brutta pagina degli insulti volgari e pesanti indirizzati a Georgia Meloni da un docente dell’Università di Pisa, di cui non voglio fare il nome perché non merita una citazione e tanto meno ripetere gli insulti che contribuirei a divulgare, rendendo in ultima analisi un favore a chi li ha pronunziati, non può essere liquidata all’italiana ovvero con Capuleti e Montecchi, Coppi-Bartali, Mazzola e Rivera, Muti-Abbado. Finanche i due maggiori direttori d’orchestra italiani sono divenuti oggetto di tifoserie contrapposte. Da non credere.
E la politica italiana, sconfortante per mille ragioni, non ultima quella di infischiarsene altamente tutti, nessuno escluso, di aver fatto dell’astensione il partito di maggioranza relativa, e ad un passo dal divenire assoluta, ha elevato il dualismo e le tifoserie alla massima potenza.
Perchè sia accaduto? E’ molto semplice, per la totale mancanza di autentici leader. Tanto che siamo costretti a chiamare leader i segretari di partiti, in cui i veri leader sono spariti. Non sono di certo un nostalgico, ma cito solo due nomi, e potrei continuare riempiendo pagine: Aldo Moro ed Enrico Berlinguer. Erano teste pensanti, capaci di produrre e divulgare idee, non urla ed insulti reciproci. Quando nei propri programmi c’è il vuoto, non rimane altro che attaccare i programmi altrui, che per essere sinceri non è che non si prestino a critiche anche feroci. Nessuno da tempo cresce per meriti propri, quanto per demeriti degli avversari. Ed una gara ai demeriti il Paese lo sprofonda, economicamente, socialmente, culturalmente, e da ultimo anche sul piano sanitario,
Ma torniamo agli insulti all’on.le Georgia Meloni. Ripeto che le esprimo ogni solidarietà mia e della redazione e condanno, senza se e senza ma, chi quegli insulti ha proferito. Confermo che chi insulta non ha argomenti, come chi urla, stessa ed identica cosa.
Ciò posto nulla di nuovo: politici, giornalisti e simpatizzanti si scatenano, amplificando a dismisura il raggiungimento del fine propostosi dall’autore degli insulti stessi e si diffonde, come sempre in questi casi, un leitmotiv, “cosa sarebbe successo se fossero stati rivolti ad una donna di sinistra?”
Siamo la Patria dello “smemorato di Collegno” ma non per questo dobbiamo essere tutti afflitti da scarsa memoria. Tralasciando le minacce di morte a Liliana Segre, rea di essere sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, credo che il primato degli insulti per quantità e qualità sia di Laura Boldrini. Un giorno sì e l’altro pure c’erano folle ad augurarle di “essere violentata dai negri, da lei protetti”. L’odio politico ha fatto si che Teresa Bellanova abbia incartato una serie di insulti al giuramento come Ministro per il solo suo aspetto fisico, nell’occasione forse accentuato da un abito troppo colorato.
Francamente è altrettanto grave, ma forse un poco di più quando ad insultare è una folla preparata ad hoc da dirigenti politici, locali o nazionali poco conta, adusi solo a far questo e seminare odio e zizzania, di un esecrabile episodio attribuibile solo ad un individuo volgare ed ineducato.
Troppo semplicistico sarebbe arroccarsi citando il noto “chi semina vento raccoglie tempesta”. Sarà anche vero ma non è questo il problema. Il vero problema è l’insulto, la delegittimazione reciproca, l’assenza totale nei politicanti all’orizzonte di valori quali il bene del Paese, il rispetto dei cittadini (che non potendo esprimere preferenze, sono stati privati della sovranità del Paese) e soprattutto del rispetto in politica dell’altro, che da avversario è divenuto nemico.
Con tutto il rispetto per Giorgia Meloni e la solidarietà che merita le sia espressa da tutti, nessuno escluso, lei come chiunque altro riceva offese gratuite. Ricordate il giovane calciatore alla cui casa Matteo Salvini scampanellò per chiedere “se fosse lui lo spacciatore del quartiere?”. Erano complimenti quelli?
Torniamo alle note dolenti: eccesso di partigianeria e livelli bassissimi della politica sono le vere tragedie di questo Paese. Il resto, insulti alla Meloni compresi, fanno parte della scenografia, messa in piedi dai sodali di partiti insignificanti, come mezzo di distrazione di massa. E purtroppo centra l’obiettivo e delle vaccinazioni a passo di lumaca, del Governo che non si riesce a completare, dei cittadini ridotti ad accattoni dalla pandemia possiamo non parlare. E’ sempre molto facile trovare un argomento che ci distolga dai veri problemi irrisolti, anche perché sono problemi che affliggono le masse non le élite che sotto sotto comandano.
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