La nuova legge di Putin

“Se critichi la guerra vai in prigione”

Gianvito Pugliese

Evviva, finalmente in Russia una legge democratica per la tutela della libertà di pensiero e di parola. Un piccolo particolare ,,,,,però. Le libertà di parola e di pensiero tutelate sono solo quelle di Vladimir Putin, dei suoi portavoce e dei suoi ventriloqui.

Quest’ultimo ieri ha firmato una nuova legge (un anteprima della legge marziale) che, inviata dal Cremlino alla Duma, è stata approvata in tre minuti e dodici secondi netti, tra lettura, interventi zero e votazione, e rinviata al Cremlino a stretto giro di motociclista militare.

Cosa prevede il democratico provvedimento? Pesanti pene detentive, fino a 15 anni di prigione, per chiunque pubblichi “fake news” sull’esercito, durante l’invasione dell’Ucraina da parte di Mosca. Per “fake news”, sanno già i magistrati russi, debitamente “informati”, s’intende non ripetere a pappagallo le dichiarazioni del Cremlino.

Il testo, adottato poco prima della firma di Putin dai deputati “obbedienti”, prevede pene anche per gli “inviti a imporre sanzioni alla Russia”, che sta affrontando dure misure di ritorsione dall’occidente (ma anche dall’oriente, se il Giappone è ancora lì dove la carte geografiche lo indicano), che stanno piegano in ginocchio l’economia russa. L’esclusione delle banche russe dai pagamenti e riscossioni internazionali (lo Swift), ha già fatto fallire in Svizzera la Nord Stream 2, costretto Lukoil, il gigante russo del petrolio, a chiedere stop alla guerra, mentre la compattezza degli oligarchi intorno a Putin vacilla e si sta drammaticamente sfaldando.

La sua foto recente in copertina è emblematica. La sua guerra lampo è più che altro un’avanzata a scartamento ridotto, l’Onu ha condannato l’invasione, i crimini di guerra sono sotto gli occhi di tutti ed il grande condottiero, il Gengis Chan del terzo millennio, è indagato dalla “Corte penale internazionale (CPI) -che- sta aprendo un’indagine su possibili crimini di guerra in Ucraina e ha iniziato a raccogliere prove. Il processo è stato accelerato da 38 Paesi che hanno formalmente comunicato segnalazioni di atrocità”. 

Forse a Putin nessuno ha mai spiegato da piccolo che il male che si fa ritorna per vie diverse.

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