L’Australia ridimensiona la nave spia cinese vicina alle sue coste
Una nave spia cinese troppo vicina a obiettivi sensibili irrita l’Australia
Gianvito Pugliese
Semel in anno licet insanire (ndr. Una volta all’anno è lecito far pazzie). A dirla tutta, sinceramente, uso farlo ben più spesso di quella periodicità, indicata dai saggi padri latini.
La stampa che conta, sia internazionale che nazionale, si divide oggi tra la cauta apertura al dialogo tra Usa e Russia e il minacciato veto di Erdogan all’accesso nella Nato di Finlandia e Svezia. Non opto per nessuna delle due e, perdonatemi care lettrici e gentili lettori, ma mi sposto sulle coste australiane, peccato che no so fare il surf, perché le onde che s’infrangono sulle coste australiane sono uniche al mondo. Li è avvenuto un fatto degno di nota che nulla ha a che fare con lo scenografico e spericolato sport acquatico.
Una nave dell’intelligence cinese è stata intercettata al largo della costa occidentale australiana nel raggio di 50 miglia nautiche da una struttura di difesa sensibile.
Il governo australiano, dopo le tensioni di ieri, si è affrettato questa mattina a precisare che la nave cinese “non ha violato le leggi marittime internazionali”.
L’Australia aveva rintracciato la nave spia in settimana mentre incrociava davanti alla stazione di comunicazione navale Harold E Holt a Exmouth, nell’Australia occidentale, utilizzata da sottomarini australiani, statunitensi e alleati.
Scott Morrison, primo ministro australiano ha affermato ieri che la nave della marina cinese non si trovava nelle acque territoriali australiane e, quindi, nessuna violazione, ma comunque la sua presenza era “preoccupante“, anche perché l’Australia è nel bel mezzo di una campagna elettorale che, tra gli argomenti politici, ha centrato quello delle relazioni con la Cina.
Infatti, una minaccia alla sicurezza nazionale portata dalla Cina, anche per la crescente influenza nel Pacifico, è stata un tema al centro del dibattito elettorale in vista delle elezioni generali del 21 maggio.
A domanda oggi se la condotta della nave superasse la “linea rossa”, Morrison ha ribadito che la libertà di navigazione è consentita in tutto il mondo e la nave non ha infranto leggi marittime: “Il diritto internazionale del mare non è stato violato, ma la Cina che cerca di imporre la sua volontà in tutta la regione“.
Anthony Albanese, leader del partito laburista di opposizione, ha detto stamane di condividere le preoccupazioni del governo sulla nave.
Peter Dutton, ministro della Difesa in settimana rendeva noto che l’Australia considerava l’episodio “un atto di aggressione” per aver navigato talmente a sud.
Zhao Lijian, portavoce del ministero degli Esteri cinese. dopo aver premesso di non essere a conoscenza dei dettagli ha affermato che la Cina ha sempre rispettato il diritto internazionale e ha esortato i politici australiani ad “astenersi dall’allarmismo“.
Interpellata stamane da alcuni Colleghi, l’ambasciata cinese in Australia non ha risposto alla una richiesta di commento.
Le relazioni tra Australia e Cina, storicamente importanti partner commerciali, si sono recentemente tese per la crescente influenza cinese nelle Isole Salomone, cresciuta esponenzialmente dopo che la piccola nazione insulare del Pacifico ha firmato un patto di sicurezza con la Cina. L’Australia lo ha letto come un inequivocabile segnale di mire espansionistiche ed imperialistiche nell’area.
Le navi della marina cinese, infatti sono state scovate ripetutamente al largo delle coste settentrionali e orientali dell’Australia negli ultimi anni. L’ultima nave cinese monitorava le esercitazioni della marina australiana con l’esercito americano al largo della costa orientale.
A febbraio, si è verificato un incidente con la Cina. L’Australia ha affermato che uno dei suoi aerei da pattugliamento marittimo ha rilevato un laser direttogli contro proveniente da una nave della Marina dell’Esercito popolare cinese.
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