Letture diverse tra GB e Usa della guerra in Ucraina

Più ottimisti i secondi

Gianvito Pugliese

Come i miei lettori ormai sanno bene è della più autorevole stampa inglese, agenzie comprese, che mi fido maggiormente. Ovviamente. però. non mi fermo a quella, cercando conferme o smentite su quella statunitense, il NYT -ad esempio- non è certo una cosetta da poco, francese, canadese, tedesca ………

Oggi la lettura dello stato dell’arte in Ucraina, offerta dal giornalismo anglofono (GB e USA) diverge, e non per meri dettagli, tra i due continenti.

Per la stampa inglese, in un Paese i cui servizi d’informazione e strategico militari seguono con puntualità certosina quanto avviene, offrendo quotidiani report aggiornatissimi, la Russia avrebbe lanciato una grande offensiva e sta cercando di accerchiare le forze ucraine che combattono ad est del Paese.

Obiettivo primo dei russi le città gemelle, a cavallo di un fiume nell’Ucraina orientale, una battaglia che, per gli analisti inglesi, potrebbe determinare il successo o il fallimento della campagna di Mosca a est, che è l’unico autentico fronte di guerra.

A tre mesi dall’inizio dell’invasione, ipocritamente chiamata da Putin “operazione speciale militare per denazificare” il Paese invaso, oggi è stata rimessa in funzione la metropolitana di Kharkiv, la seconda città dell’Ucraina dopo Kiev, che finora era stata utilizzata come rifugio antiaereo dai cittadini. E’ il segnale lapalissiano del più grande successo militare dell’Ucraina, alla quale è riuscito di respingere le forze russe fuori dal raggio di artiglieria di Kharkiv, come avevano già fatto dalla capitale Kiev a marzo.

Il fronte si è spostato più a sud dove la Russia tenta di conquistare la regione del Donbas, con le due province orientali, Donetsk e Luhansk. Prova contestualmente ad intrappolare le forze ucraine in una sacca sul fronte orientale.

Sotto attacco russo da tre direzioni differenti la città di Sievierdonetsk, sulla riva orientale del fiume Siverskiy Donets, e la sua gemella Lysychansk sulla riva occidentale. Serhiy Gaidai, governatore della provincia di Luhansk, dove le due città sono ancora sotto controllo ucraino: “L’intensità del fuoco su Sievierdonetsk è aumentata più volte, stanno semplicemente distruggendo la città”. Stessa sorte di quella toccata a Mariupol.

Fonti giornalistiche inglesi testimoniano però di veicoli corazzati, carri armati e lanciarazzi ucraini che si stavano muovendo verso il fronte, con al seguito autobus che trasportavano soldati.

Fonti ucraine affermano di aver cacciato i russi dal villaggio di Toshkivka, appena a sud di Sievierdonetsk, mentre separatisti filorussi affermano di aver preso il controllo di Svitlodarsk, a sud di Bakhmut. Entrambe le notizie non sono al momento confermate.

Tre mesi dopo l’inizio della guerra, di chiara matrice imperialista, Mosca ha ancora conquiste molto limitate da esibire a fronte delle sue peggiori perdite militari degli ultimi decenni, mentre gran parte dell’Ucraina ha subito devastazioni, circa 6,5 ​​milioni di persone sono dovute fuggire all’estero, innumerevoli migliaia sono state uccise e le città ridotte in macerie. Poi #Putinfacciadibronzo giura e spergiura ai russi che ai civili “loro fratelli ucraini” non è stato torto un capello.

Continua l'attacco della Russia all'Ucraina, nella regione di Donetsk

Nataliia Lopanska, che ha vissuto in un treno della metropolitana dall’inizio della guerra: “Tutti sono pazzamente spaventati, perché ci sono ancora i bombardamenti, gli attacchi missilistici non sono stati fermati”.

 Il ministro della Difesa russo Sergei Shoigu ha affermato che la Russia sta avanzando lentamente deliberatamente per evitare vittime civili. Nikolai Patrushev, capo del consiglio di sicurezza di Putin, ha affermato che Mosca non “insegue le scadenze” e che si batterà per tutto il tempo necessario per sradicare il “nazismo” in Ucraina, solito ritornello ridicolo, utilizzato tuttavia anche dai filo Putin di casa nostra come il duo Porro-Sgarbi stamane (ve ne riferirò a parte).

I combattimenti nel Donbas sono esplosi dopo la resa della guarnigione ucraina nel porto di Mariupol dopo quasi tre mesi di assedio in cui Kiev sostiene che decine di migliaia di civili siano morti.

Petro Andryushchenko, un assistente del sindaco ucraino di Mariupol, che opera fuori dalla città controllata dai russi, ha reso noto che civili morti sono stati nuovamente trovati tra le macerie: “Circa 200 corpi in decomposizione sono stati trovati sepolti tra le macerie nel seminterrato di un grattacielo. La gente del posto si era rifiutata di raccoglierli e le autorità russe avevano abbandonato il sito, lasciando un fetore in tutto il distretto“.

Dmytro Kuleba, ministro degli Esteri ucraino ha sottolineato il bisogno di più armi dall’Occidente, in particolare sistemi di lancio multiplo di razzi, artiglieria a lungo raggio e veicoli corazzati.

In Moldova, dove un governo filo-occidentale ha preso atto del rischio di disordini ad arte, in una regione di confine controllata da separatisti filo-russi, la polizia ha perquisito ufficio e casa dell’ex presidente filo-russo Igor Dodon.

Le perquisizioni, scrivono i media locali, sono collegate a un’indagine per corruzione e tradimento.

Alexei Navalny ha utilizzato un’apparizione in tribunale con collegamento video da una colonia carceraria per denunciare la “stupida guerra iniziata dal tuo Putin. Un pazzo ha messo i suoi artigli in Ucraina e non so cosa vuole farne – questo ladro pazzo”.

Natalya Voloshina, che ha perso il figlio di 28 anni nella lotta per la città, afferma che i morti di Mariupol non hanno più nessuno per onorare la loro memoria ed ha chiesto: “Chi li seppellirà? Chi metterà una targa? Non hanno famiglia”.

Lasciamo la Gran Bretagna e trasferiamoci negli States.

La stampa Usa ricorda che quando la Russia ha invaso l’Ucraina il 24 febbraio, aveva sperato di conquistare il Paese in un blitz della durata di pochi giorni: da tre a cinque affermavano. Lo confermavano anche molti analisti occidentali.

Il conflitto è invece oggi al suo terzo mese compiuto e Mosca sembra essere impantanata in una guerra di logoramento, senza fine in vista e scarsissimi successi sul campo di battaglia.

Non c’è stata la rapida vittoria per le potenti forze del russo Vladimir Putin. Il Cremlino non è riuscito a controllare la gran parte dell’Ucraina ed imporle un governo fantoccio.

Le truppe russe si sono impantanate alla periferia di Kiev e di altre grandi città respinte dalle difese ucraine. Convogli di armi russe sono bloccati sull’autostrada. Le truppe russe, fatte prevalentemente di ragazzini, esauriscono rifornimenti e benzina e diventando facili bersagli di militari esperti.

La Russia si è, tuttavia. impadronita di porzioni significative di territorio intorno alla penisola di Crimea che Mosca ha annesso otto anni fa. È riuscita ad isolare l’Ucraina dal Mar d’Azov, grazie al pieno controllo del porto chiave di Mariupol.

Ma l’offensiva a est si è impantanata, mentre armi occidentali affluiscono in Ucraina per rafforzare il suo esercito.

L’addetto stampa del Pentagono John Kirby: “I russi sono ancora molto indietro rispetto a dove crediamo volessero essere quando hanno iniziato questo sforzo rivitalizzato nella parte orientale del paese”, sottolineando che piccole città e villaggi vengono quotidianamente riconquistate dal governo di Kiev nel Donbas.

Le forze russe hanno preso di mira sistematicamente le spedizioni di armi occidentali, i depositi di munizioni e carburante e le infrastrutture critiche sperando di indebolire l’esercito e l’economia di Kiev.

Ma nel tentativo di guadagnare terreno, le forze russe hanno bombardato le città e posto l’assedio ad alcune di esse, uccidendo i civili deliberatamente, per terrorizzare la popolazione e costringerla alla resa. E se non sono crimini di guerra questi, facilmente attribuibili agli ordini impartiti dal vertice del Cremlino, straccio senza esitazione sia la mia laurea in Giurisprudenza che la certificazione della mia docenza nella medesima facoltà.

Il Cremlino nutre l’obiettivo ambizioso di tagliare l’Ucraina dalla costa del Mar Nero fino al confine rumeno, una mossa che renderebbe l’Ucraina schiava della Russia per poter commerciare e darebbe a Mosca un corridoio terrestre verso la regione separatista della Moldova della Transnistria, dove sono di stanza le truppe russe.

Ma la Russia sembra consapevole che questo obiettivo non è attualmente realizzabile con le forze limitate di cui dispone.

Justin Crump, un ex comandante di carri armati britannico: “Penso che si stiano rendendo conto sempre di più che non possono necessariamente fare tutto questo, certamente non in una volta. È un costante cambio di marcia verso obiettivi più piccoli che la Russia può effettivamente raggiungere. E penso che su scala più ampia, abbiano effettivamente ridimensionato la loro strategia per adattarsi meglio alle loro capacità sul campo”.

Oggi il segretario del Consiglio di sicurezza russo Nikolai Patrushev: “Non sta inseguendo le scadenze” ed il ministro della Difesa Sergei Shoigu: “Il ritmo è stato deliberatamente rallentato per consentire ai civili di fuggire”, immediatamente sbugiardato dagli obiettivi civili ripetutamente colpiti dai suoi uomini.

Molti pensavano che Putin avrebbe riversato ogni risorsa nel Donbas per ottenere un trionfo entro il Giorno della Vittoria il 9 maggio, quando Mosca celebra la sconfitta della Germania nazista nella seconda guerra mondiale. La Russia, che ha falsamente definito la guerra una campagna per “denazificare” l’Ucraina, un Paese con un presidente ebreo, eletto democraticamente che vuole legami più stretti con l’Occidente (Ue e Nato), ormai cade sempre più in basso nella considerazione mondiale.

Mykola Sunhurovskyi, esperta militare presso il think tank del Centro Razumkov con sede a Kiev: “La leadership russa sta sollecitando il comando militare a mostrare almeno alcuni progressi, e non ha nient’altro da fare se non continuare a inviare più truppe alla carneficina”.

Perché Putin non ricorre ad una massiccia mobilitazione? Ci si domanda. Probabilmente, perché fomenterebbe il malcontento in Russia, alimenterebbe il sentimento contro la guerra e questo comporterebbe rischi politici enormi in un Paese in cui il reddito medio dei cittadini è già da fame e le sanzioni alla lunga faranno grossi danni all’economia. Comunque, la Duma ha redatto un disegno di legge per escludere l’attuale limite di età di 40 anni per arruolarsi nell’esercito.

Phillips O’Brien, professore di studi strategici presso l’Università di St. Andrews in Scozia: “Hanno davvero dovuto sfoltire le truppe che avevano intorno a Kharkiv, semplicemente perché stanno cercando di mantenere una linea eccessiva con poche truppe. I duelli di artiglieria potrebbero andare avanti per molto tempo senza molto movimento nelle linee. Quindi a quel punto sarà più una battaglia di posizione, il successo arriderà a chi può sopportare meglio il martellamento”.

L’Ucraina continua a ricevere un flusso costante di armi occidentali, inclusi obici e droni statunitensi, carri armati dalla Polonia e altri equipaggiamenti pesanti che vengono immediatamente inviati in combattimento.

Sunhurovskyi, esperto militare di base. “Il piano dell’Ucraina è semplice ed ovvio: indebolire le forze russe il più possibile nei mesi più vicini, guadagnare tempo per ricevere armi occidentali e addestrare come usarle, quindi lanciare una controffensiva nel sud-est“. Ed ha aggiunto che l’Ucraina spera di ricevere armi occidentali ancora più potenti, come lanciarazzi multipli statunitensi HIMARS, missili antinave e armi di difesa aerea.

I falchi russi sostengono apertamente che Mosca non può vincere se non conduce una grande mobilitazione.

Igor Strelkov, un ex ufficiale della sicurezza che ha guidato i separatisti nel 2014, parla d’indecisione del Cremlino che potrebbe portare alla sconfitta: “Per la Russia, lo stallo strategico si sta aggravando“.

Le autorità ucraine sono sempre più incoraggiate dalla lentezza dell’offensiva russa e dal crescente sostegno occidentale. Il consigliere Mykhailo Podolyak ha affermato che l’Ucraina non è interessata a un cessate il fuoco “finché la Russia non sarà pronta a liberare completamente i territori occupati”, il riferimento a Donbas e Crimea è fin troppo evidente.

La Russia è attendista. Secondo alcuni analisti occidentali: “La loro ultima speranza è che perderemo completamente interesse per il conflitto in Ucraina entro l’estate. Stanno calcolando che il pubblico occidentale perderà interesse allo stesso modo dell’Afghanistan l’anno scorso. La Russia pensa che il tempo stia lavorando a suo favore“.

Com’è evidente in America sono molto più ottimisti che in Gran Bretagna e nel resto d’Europa. D’altro canto l’America di Biden sta vivendo un momento decisamente euforico, che può piacere o meno. Come definire diversamente il Presidente Usa che a Tokio dichiara che se la Cina tentasse un’invasione di Taiwan, a differenza che in Ucraina, ci sarebbe un intervento militare diretto Usa? La Cina ha risposto: “State scherzando col fuoco” e nello spazio aereo in prossimità di Taiwan sono passati in formazione aerei militari russi e cinesi, ma questa è un’altra storia che Vi racconterò o lo farà la mia redazione.

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